Speciale sessione parlamentare con il Segretario generale dell'Onu
Signor Segretario Generale delle Nazioni Unite,
Signor Presidente della Camera,
Signori Senatori,
Signori Deputati,
Autorità,
Cari studenti,
Signore e Signori,
è un onore per noi accoglierla in quest'Aula del Parlamento che fu per lunghi anni presieduta da uno statista - Amintore Fanfani; unico italiano ad aver avuto il privilegio di presiedere l'Assemblea generale delle Nazioni Unite in un momento cruciale della sua storia.
Il richiamo alla figura di questo mio predecessore, uno dei Padri della Costituzione italiana, ricorda la temperie storica che ha visto nascere le Nazioni Unite, e la Repubblica italiana e il suo Parlamento. Il Parlamento di una Nazione tornata alla libertà e il "Parlamento dell'Uomo" come efficacemente sono state definite proprio le Nazioni Unite.
Sulle macerie lasciate dal secondo conflitto mondiale, oltre settant'anni fa la Carta delle Nazioni Unite affermò l'obiettivo di "salvare le future generazioni dal flagello della guerra" e di "promuovere il progresso sociale e un più elevato livello di vita all'interno di una più ampia libertà".
Due anni dopo il Parlamento italiano avendo in mente quella Carta e quegli impegni e memore delle tragiche esperienze del passato fissava nella sua Carta costituzionale il principio secondo il quale "l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".
Un principio che è il fondamento della politica estera del nostro Paese insieme all'altro principio secondo il quale l'Italia "consente in condizione di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessari ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra nazioni e promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo". Ed i costituenti italiani avevano innanzitutto in mente proprio l'organizzazione delle Nazioni Unite.
È un imperativo costituzionale dunque per l'Italia difendere i principi e i valori enunciati dalla Carta delle Nazioni Unite, condividerne gli obiettivi e contribuire a realizzarli.
Lo sono la partecipazione alle missioni di mantenimento della pace, il sostegno all'operato delle Agenzie, dei Fondi e dei programmi dell'ONU. Roma, la nostra capitale - Signor Segretario Generale - è orgogliosa di ospitare la sede centrale della FAO, del PAM e dell'IFAD.
Foro di dialogo e conciliazione, luogo dove la politica e la giustizia possono e devono incontrarsi, vero e proprio ponte tra i popoli, l'ONU oggi, di fronte alle sfide del nostro tempo caratterizzato dal superamento delle distanze e delle frontiere, può e deve rivendicare con orgoglio un ruolo di vera e propria autorità universale.
Quella delle Nazioni Unite è una storia di successi.
Pensiamo alla codificazione e allo sviluppo del diritto internazionale rappresentato anche dalla creazione, proprio qui a Roma, della Corte penale internazionale. Pensiamo alla costruzione della normativa sui diritti umani e alla soluzione di tanti conflitti.
Oggi vi sono questioni straordinarie che riguardano la vita stessa del nostro pianeta che devono trovare una risposta giuridica e politica adeguata a livello internazionale.
Con coraggio e visione Lei, Signor Segretario generale, nei giorni scorsi ha ricordato quanto urgenti siano le misure da intraprendere per evitare che lo sviluppo del mondo si infranga sui limiti del pianeta.
L'esito deludente della conferenza sul cambiamento climatico di Madrid deve renderci tutti ancor più determinati nel perseguimento di obiettivi da cui dipende la sopravvivenza stessa della nostra civiltà.
Sono stata testimone dello straordinario fenomeno che per più giorni ha colpito la città di Venezia. Rischiamo di perdere un patrimonio storico, artistico e culturale inestimabile. Se consideriamo, che più dei due terzi delle grandi città del mondo sono situate vicino al mare, possiamo comprendere - come Lei ha ricordato a Madrid - quanto grave sia la minaccia costituita dall'innalzamento del livello degli oceani.
Non basta più un approccio incrementale, ma occorrono cambiamenti radicali al nostro modo di vivere e di intendere il pianeta.
Questo è il senso dell'Agenda 2030: un programma di azione articolato per cambiare in modo complessivo il modello di sviluppo.
La sostenibilità non riguarda infatti solo il rapporto dell'uomo con l'ambiente. Vi è l'aumento demografico che genera grandi spinte migratorie che possono essere regolate solo a livello mondiale. E ciò per garantire la crescita delle legittime aspettative di benessere da parte di tutti i popoli in un contesto capace di superare le tensioni, l'instabilità sociale e le conflittualità. Tensioni e instabilità che crescono ogni giorno nella regione mediterranea; e qui davanti alle nostre coste la situazione della Libia ne è l'eloquente testimonianza.
Un paese dove, signor Segretario Generale, le Nazioni Unite svolgono un ruolo cruciale, sulla base del serio lavoro portato avanti dal Suo Rappresentante Speciale. Un lavoro prezioso per avviare un percorso politico che porti ad una soluzione pacifica.
Quest'Aula legislativa ove ogni giorno cerchiamo di costruire con il confronto più ampio ed aperto regole adeguate per il nostro Paese, credo sia il luogo giusto per ospitare il suo intervento.
Il compito delle Nazioni Unite è proprio quello di promuovere la sovranità del diritto. La storia recente mostra l'efficacia della piena applicazione delle norme internazionali. Allo stesso tempo, troppi eventi mostrano invece l'inefficacia e la gravità delle soluzioni cui conduce il loro mancato rispetto.
La sua presenza qui in quest'Aula, signor Segretario generale, ci ricorda il valore di questi imperativi morali ancor prima che giuridici.
Grazie a tutti.