Simposio "L'Angiologia tra passato, presente e futuro"
Autorità,
Signore e signori,
è con vero piacere che porto il mio personale saluto e quello del Senato della Repubblica in occasione del 41esimo congresso nazionale della Società italiana di angiologia e patologia vascolare.
Il ricco programma dei tre giorni di lavori previsti è la prima e più evidente dimostrazione di quanto la vostra organizzazione sia attiva nella elaborazione delle strategie future della medicina italiana e internazionale e di quanto sia attenta a due aspetti fondamentali per il progresso medico: i giovani e la storia.
Sono infatti rimasta piacevolmente sorpresa dai numerosi e qualificanti spazi che sono stati riservati ai giovani, in particolare in relazione alla ricerca e all'innovazione.
È dal loro impegno, dalle loro intuizioni e a mio avviso anche dal livello del supporto che offriranno loro le istituzioni, che dipenderà il futuro della qualità dell'assistenza medica e sanitaria nel prossimo futuro.
Ritengo quindi questa scelta particolarmente felice, in linea peraltro con la tradizione e con la stessa impostazione storica ed operativa di questa importante e strategica organizzazione.
Il secondo aspetto, quello riguardante la storia, è a mio avviso il punto dal quale bisogna sempre partire sia per ricostruire la memoria collettiva - anche e soprattutto in ambito scientifico -, sia per contestualizzare al meglio il ruolo che nei secoli ha avuto l'introduzione dell'innovazione nella scienza e nell'arte medica.
Non è infatti un caso se, dopo il mio intervento, è prevista una interessantissima Lectio Magistralis su Girolamo Fabrici D'Acquapendente e William Harvey e il ruolo di Padova nella scoperta della circolazione del sangue, ad opera del prof. Maurizio Rippa Bonati.
Da cittadina di Padova non posso non rilevare con orgoglio il ruolo che storicamente questa città ha avuto nella scienza - così come in altri importanti ambiti della cultura e dell'intelletto umano -, a dimostrazione che gli 800 anni di storia dell'Università di Padova sono stati 800 anni spesi in maniera particolarmente giusta e proficua.
Mi riferisco chiaramente alle innovazioni scientifiche - come ad esempio il primo Teatro Anatomico voluto proprio da Girolamo Fabrici di Acquapendente e tuttora conservato presso Palazzo Bo - , ma anche all'importanza trasversale che ha avuto un'impostazione accademica da sempre basata sulla libertà declinata sempre e comunque a 360 gradi.
Vorrei quindi cogliere l'occasione per salutare e ringraziare per la scelta di Padova il Presidente Arpaia e l'intero Consiglio Direttivo nazionale SIAPAV, tutti i componenti del comitato organzzativo locale e del Consiglio Direttivo SIAPAV del Triveneto, e il direttore Avruscio e tutto lo staff dell'Unità Operativa Complessa di Angiologia dell'Azienda Ospedaliera Università di Padova.
La vostra attività, sia in ambito nazionale che internazionale, dimostra quanto sia importante per il nostro servizio sanitario nazionale poter contare sul contributo di associazioni che pongono al primo posto nelle loro priorità la costante attenzione alla ricerca, al miglioramento della pianificazione e del coordinamento di studi clinici e ricerche sia epidemiologiche che di intervento.
Ritengo oltre modo prezioso il vostro impegno in collaborazione con i vari sponsor e partner scientifici, ai quali viene offerta la possibilità di usufruire dell'esperienza e delle professionalità dei centri SIAPAV per la realizzazione di partnership relative a studi clinici e a sperimentazioni.
Una collaborazione che è alla base del nostro modello sanitario e che, come dimostrano tutti i dati le statistiche relative ai progressi compiuti, ha saputo cogliere negli anni l'aspetto fondamentale della medicina: mettere a disposizione dei pazienti i migliori professionisti e le migliori cure possibili.
Da questo punto di vista, ritengo altrettanto strategica la collaborazione tra istituzioni, per dar vita ad un effettivo coordinamento operativo che possa essere la base sia per una gestione efficace ed efficiente degli investimenti pubblici, sia per una mappatura in tempo reale dei bisogni e delle necessità del territorio.
Per questo la politica, a tutti i livelli, è chiamata ad ascoltare le riflessioni, le proposte e le potenzialità del mondo scientifico: un'attività che deve essere portata avanti quotidianamente per valorizzare le straordinarie capacità di intervento e di ricerca di cui ogni giorno danno prova i medici italiani.
Nel salutare tutti voi e nel formularvi i migliori auguri per il prosieguo dei lavori del vostro 41esimo congresso nazionale, vorrei cogliere l'occasione per invitarvi a valutare la possibilità - sin dai prossimi mesi - di poter fare riferimento al Senato della Repubblica come un interlocutore attento e, perché no, disponibile ad ospitare vostre iniziative divulgative che possano trovare la migliore diffusione possibile".