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Il Presidente: Discorsi

Relazione dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato

Discorso pronunciato in Sala Zuccari in occasione della presentazione della Relazione sull'attività svolta nel 2020 dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato

Presidente Rustichelli, Autorità, gentili ospiti,
sono molto contenta di ospitare in Senato la presentazione della Relazione dell'Autorità garante della concorrenza e mercato relativa al 2020, un anno che segna una tappa importante nella storia di questa istituzione.
Proprio nel 2020, l'Autorità ha celebrato i suoi primi trent'anni di vita.
E lo ha fatto in un momento di sfide epocali per il sistema produttivo nazionale ed internazionale. L'emergenza sanitaria ha imposto enormi sacrifici a tante aziende italiane, ha sottoposto il mercato a cambiamenti repentini, ha trasformato profondamente la domanda dei consumatori.

Per accompagnare il Sistema Paese in questa prova del tutto inedita, l'Autorità ha dovuto attingere all'esperienza, alla credibilità e all'autorevolezza sviluppate nei suoi tre decenni di attività accanto a imprese e cittadini.
Desidero pertanto rivolgere al Presidente, ai componenti, alla dirigenza e a tutto il personale dell'Autorità un vivo ringraziamento per la concretezza con cui avete saputo affrontare questa sfida, ripensando con grande flessibilità e spirito di responsabilità la funzione che vi è stata affidata.

In questi mesi difficili, vi è una domanda con la quale inevitabilmente vi sarete confrontati: quale concorrenza e quale mercato è possibile promuovere in una situazione di stress economico senza precedenti? Come si possono declinare questi valori e ideali, che sono i pilastri irrinunciabili di una economia aperta e liberale, in una realtà fatta di saracinesche chiuse e imprese in agonia, dove la produzione è contratta, i consumi sono in affanno e la circolazione di beni e servizi sperimenta forti limitazioni?

La crisi economica e sociale indotta dalla pandemia è stata indubbiamente una crisi di competitività dell'intero sistema produttivo. Una crisi che, nel mercato, ha colpito proprio le realtà più deboli e vulnerabili, alimentando il rischio di crescenti disequilibri e forti diseguaglianze sia tra le imprese che tra i consumatori.

Di fronte a uno shock economico così globale e radicale, proteggere la concorrenza ha significato innanzitutto farsi carico delle nuove fragilità diffuse del mercato: sostenere le imprese in difficoltà con regole più flessibili sugli aiuti di Stato; promuovere forme di cooperazione tra le imprese per garantire la produzione nei settori primari; tutelare la produzione nazionale contro le scalate ostili da parte di investitori stranieri attraverso le regole del golden power.
Tutto questo ha imposto anche un ripensamento a 360 gradi del vostro ruolo di Garante.

L'Autorità ha dovuto dimostrare che la prerogativa dell'indipendenza significa sapere adattare le regole al contesto, affinché i parametri e i vincoli non si traducano in una inutile burocrazia oppressiva, ma diventino strumenti per rilanciare la produttività delle imprese e del sistema economico.
Un'Autorità di garanzia in senso proprio che, con sano pragmatismo, sa interpretare la vigilanza e il controllo non in un'ottica meramente punitiva, ma come stimolo alla ricerca degli equilibri di mercato promossa in un dialogo costante con le imprese.
Un'Autorità vicina ai cittadini, ai consumatori da tutelare contro quelle pratiche commerciali scorrette che sono inaccettabili in ogni tempo, ma che diventano ancora più intollerabili se riguardano beni coessenziali alla tutela della salute, come i dispositivi di protezione anti-Covid.

Proprio in questo ambito, l'Autorità ha saputo confermarsi una realtà di eccellenza a livello internazionale, come riconosciuto dalla stessa Commissione europea, e di questo siamo più che mai orgogliosi.
Ora, la sfida comune è come accompagnare il Sistema Paese nella ripresa. Una ripresa che non può essere un mero ritorno alla normalità, ma che deve essere una accelerazione nella ricerca del cambiamento.
Recuperare competitività deve essere il nostro mantra nella ricostruzione post-pandemica.

Per questo serve una propulsione ad alta spinta su tutti fattori strategici di crescita.
Penso innanzitutto alle infrastrutture, dove la regola deve diventare il "modello Genova". Un modello che, senza vincoli, senza burocrazia, grazie ad una positiva sinergia con le amministrazioni locali, ha consentito di realizzare un'opera strategica in tempi record.
Penso ai settori trasversali emergenti, come il digitale e l'economia sostenibile, dove l'Italia vanta produzioni di nicchia di altissimo valore che grazie a politiche mirate di sviluppo e alla tutela contro posizioni dominanti possono diventare un forte volano di modernizzazione e crescita.
Penso a turismo e cultura, dove la naturale competitività dell'offerta italiana, unica al mondo per la ricchezza del proprio patrimonio, deve trasformarsi in competitività anche sul piano industriale grazie alla capacità di rifondare l'economia della bellezza e della creatività.
E poi penso all'esigenza di liberare le grandi energie dell'italianità: la creatività, l'intraprendenza, il coraggio. Valorizzare queste materie prime di cui il nostro Paese è straordinariamente ricco significa innanzitutto semplificare, eliminare quelle regole e quelle carte che rischiano di diventare una barriera agli investimenti, all'imprenditorialità, all'innovazione.

Questo è il perimetro delle priorità con cui confrontarsi nella fase attuativa del Piano nazionale di ripresa e resilienza. A questo proposito è molto significativo che proprio la riforma della concorrenza sia tra i primi punti del percorso riformatore annunciato dal Governo per sbloccare l'erogazione dei finanziamenti europei.
Come ha detto il Presidente Draghi, il PNRR non può diventare lo strumento per finanziare monopolisti.

Per questo, in Parlamento vi è grande attesa per la legge delega sulla concorrenza, che si annuncia la prima di una lunga serie di leggi annuali per la concorrenza e il mercato chiamate a ridisegnare l'architettura regolatoria del nostro sistema produttivo.
L'Autorità sarà uno degli attori strategici di questo percorso riformatore e mi auguro che in questo ambito saranno valorizzate al massimo le sinergie con il Parlamento.

L'indirizzo politico e il controllo democratico che solo il Parlamento può esprimere, perché è la voce dei nostri cittadini, ha bisogno - proprio rispetto al Recovery - di radicarsi su solide valutazioni tecniche che spetta alle Autorità indipendenti elaborare.
Questo significa costruire insieme il futuro. Partendo proprio dalla leva della concorrenza. Che, come diceva Friedrich von Hayek, "non è la lotta di tutti contro tutti. È un processo di identificazione dei più "sociali", dei più capaci di soddisfare gli interessi reciproci".

Mi auguro che questa sia la motivazione e questo lo spirito che nei prossimi mesi ci aiuteranno a disegnare l'Italia di domani.
Ringrazio tutti per l'attenzione.
Al Presidente e ai componenti dell'Autorità rinnovo i migliori auguri per il cammino futuro.



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