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Il Presidente: Discorsi

Processi costituzionali in Europa. Questioni e prospettive

Discorso pronunciato nella Sala Capitolare di Palazzo della Minerva

Direttore Caravita, Autorità, cari professori e ricercatori,
è con grande piacere che vi do il benvenuto in Senato, nella suggestiva cornice della Sala Capitolare, per il convegno in occasione dei quindici anni della Rivista 'Federalismi.it' che vede oggi protagonisti tanti autorevoli esponenti del mondo delle istituzioni e dell'accademia.
Ringrazio Beniamino Caravita per aver promosso l'iniziativa che, nella struttura e nei contenuti, sottolinea l'importanza di concepire il diritto pubblico come un 'cantiere' sempre aperto, permeabile al dialogo con il mondo della politica e delle istituzioni. Lo conferma la presenza oggi di tanti autorevoli colleghi, come Giuliano Amato e Giuseppe Pitruzzella, nonché di consiglieri parlamentari del Senato, ai quali rivolgo il mio più affettuoso saluto.
Mi fa particolarmente piacere vedere in sala diverse generazioni di costituzionalisti e amministrativisti che quotidianamente contribuiscono al successo di questa Rivista.

Sono una vostra assidua lettrice e a tutti voi rivolgo un sincero 'grazie' per le sollecitazioni e gli approfondimenti che realizzate attraverso osservatori tematici e focus settoriali. Con puntuali aggiornamenti documentali e accorti approcci interdisciplinari, informate su ogni novità del diritto pubblico italiano, comparato ed europeo.
Nel suo quindicesimo anniversario, la vostra Rivista può celebrare oggi il successo di una scommessa editoriale straordinariamente innovativa, capace di coniugare tempestività dell'informazione e approfondimento scientifico, digitalizzazione degli strumenti della conoscenza e tradizione dogmatica. Una Rivista sempre al passo con i tempi e, al tempo stesso, sempre capace di apprendere dal passato.
Mi piace sottolineare come l'innovatività del progetto sia racchiuso nella testata, dedicata al concetto di 'federalismi', sapientemente declinato al plurale.
Parlare di 'federalismi' significa non fermarsi al dato positivistico, ma guardare i processi costituzionali come fenomeni di lungo periodo, che affondano le proprie radici nella reciproca interazione delle opzioni giuridiche con la dimensione politica, l'economia, la società, le tradizioni, la cultura.

La visione proposta da "Federalismi.it" è oggi più che mai preziosa per tutti coloro che vogliono comprendere la natura aperta e dinamica del costituzionalismo contemporaneo, una dimensione che, tra continuità ed innovazione, sa alimentarsi delle contaminazioni esterne, garantendo però sempre, nel bilanciamento di valori, la tutela dei principi e dei diritti fondamentali.
In questo scenario si colloca il seminario odierno, che pone l'accento sulle 'questioni' e sulle 'prospettive' dei processi costituzionali in Europa.
Comprendere questi processi significa anzitutto cogliere i mutamenti che, reciprocamente, le tradizioni costituzionali comuni agli Stati membri hanno impresso alla dimensione istituzionale e giuridica dell'Unione europea. Unione che, a sua volta, ha contribuito a trasformare in maniera significativa le democrazie nazionali. E' quello che la giuspubblicistica chiama sistema costituzionale multilivello o composito dell'Unione, nel quale la dimensione nazionale, a sua volta declinata nella rappresentanza territoriale, e quella sovranazionale, diventano un tutt'uno.
In questo spazio costituzionale allargato, regole, attori e procedimenti operanti ai diversi livelli si condizionano ed influenzano reciprocamente.

Sono condizionamenti che riguardano tanti ambiti e soggetti, dalla governance economica al ruolo dei partiti o agli orientamenti delle corti costituzionali, come evidenziano le relazioni della seconda sessione del seminario.
Per tali motivi, pensare di isolare la dimensione costituzionale nazionale, significa ignorare le tendenze di fondo del 'processo', di per sé insite nella Carta costituzionale del 1948.
E' l'intuizione che i nostri padri costituenti ci hanno affidato con la lungimirante apertura dell'art. 11 della Costituzione, che ha concretamente saputo anticipare ed accompagnare il processo di integrazione europea.
Nello spazio costituzionale europeo, infatti, il principio di sussidiarietà, quale criterio cardine del processo federatore, diventa il filo di connessione tra i diversi livelli territoriali ove si esprime la rappresentanza e la decisione politica. E' proprio da qui che l'Italia, sotto il profilo riformatore, può e deve ripartire per riscoprire la propria dimensione autonomistica, coniugata nell'articolo 5 della Costituzione come 'altra' faccia del principio unitario.
Oggi più che mai appare prioritaria una seria presa di coscienza rispetto alla portata innovatrice del principio di sussidiarietà costituzionalizzato dalla riforma del 2001.

Già nella XIV legislatura, quando presiedevo la Commissione per le questioni regionali, avevamo a lungo discusso su come dare attuazione a tale principio nel riparto delle funzioni amministrative tra gli enti territoriali.
A vent'anni dalle riforme Bassanini, è necessario passare dalla fase di ricognizione delle problematiche connesse al decentramento delle funzioni amministrative a quella di individuazione di soluzioni effettive di riassetto delle autonomie locali.
Piccoli comuni, associazioni e consorzi di enti locali, aree metropolitane e città metropolitane, province, enti di area vasta devono potere esprimere appieno le proprie potenzialità nel governo del territorio, coerentemente con i principi di sussidiarietà ed adeguatezza, ma anche nel rispetto delle istanze di differenziazione.
Il tema delle geometrie variabili è infatti un'altra delle sfide emergenti non solo al livello nazionale, ma anche nello scenario europeo. La differenziazione rappresenta a tutti gli effetti una prospettiva di maturità per l'Italia e anche per l'Unione. Essa presuppone che, al di là delle asimmetrie possibili, siano chiaramente definiti i principi e i valori comuni non negoziabili.

Rispetto a tutte queste sfide, le istituzioni e la politica hanno più che mai bisogno del vostro supporto e delle vostre proposte.
La ricerca scientifica può e deve contribuire in maniera trasparente e costruttiva al dialogo sulle riforme, aiutando i decisori pubblici ad individuare soluzioni e metodi attuativi.
Federalismi.it è stata da sempre all'avanguardia nello sviluppare queste capacità e sono certa che anche il seminario odierno offrirà validi spunti di riflessione.
Nell'augurare a tutti voi una proficua giornata di studi, mi devo scusare, perché non potrò trattenermi a seguire il prosieguo dei lavori.
Tra poco, inaugurerò in Sala Zuccari una mostra dal titolo "L'Italia costituzionale. Una storia per immagini delle raccolte del Senato" che raccoglie testi e documenti di straordinario valore storico-costituzionale, dal tardo Settecento all'età contemporanea. Tra questi, vi è l'originale dello Statuto Albertino, che per la prima volta viene esposto in Senato.
Come vedete, la Costituzione, tra analisi storico-documentale e dibattito sulle prospettive future, è sempre al centro dell'attività del Senato.
Mi auguro che tutti voi possiate nei prossimi giorni visitare la mostra in Sala Zuccari, che sarà liberamente accessibile al pubblico. Grazie per l'attenzione.



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