Presentazione del documentario "Grido per un nuovo rinascimento"
Buon pomeriggio a tutti.
È un vero piacere prendere parte a questa sedicesima edizione della Festa del Cinema di Roma per una presentazione di forte carica simbolica, una festa nella festa alla vigilia di una data importante, la prima Giornata nazionale dello spettacolo.
Le suggestioni di questo momento sono davvero tante.
A chiusura di una manifestazione che finalmente ha riportato il grande pubblico nelle sale, oggi vogliamo rendere omaggio allo spettacolo.
Lo spettacolo tra tutte le forme di arte è quella che maggiormente ci è mancata nella pandemia, perché è una dimensione basata sull'incontro con il pubblico, sulla condivisione di impressioni ed emozioni.
Ma il nostro omaggio allo spettacolo vuole essere anche un modo di guardare con realismo e concretezza a cosa significa far funzionare una "fabbrica delle esperienze" che deve conciliare visione artistica e sostenibilità economica.
Quando, lo scorso 24 ottobre 2020, lo spettacolo si è fermato, sale e teatri sono stati chiusi. Tanti eventi sono stati cancellati, tanti lavori bruciati, piccole e grandi produzioni sono andate in fumo.
La pandemia ha portato alla ribalta in maniera drammatica le difficoltà di un mondo incantato che vive di fantasia ed immaginazione ma insieme di una quotidianità fatta di lavori precari, finanziamenti incerti, progetti artistici interrotti.
Ascolteremo tra poco il "Grido per un nuovo rinascimento" lanciato da tanti artisti, tecnici e maestranze che danno forma e vita allo spettacolo.
Parliamo di attori, cantanti, musicisti, danzatori, interpreti. Ma anche di quell'esercito silenzioso di sceneggiatori, scenografi, costumisti, tecnici delle luci, fonici, truccatori che, con la metodicità del proprio lavoro, con un impegno professionale senza orari, sa dare corpo alla creatività e all'intuizione artistica, trasformando l'estro, le emozioni e i vissuti di grandi maestri e artisti in un prodotto da vivere e condividere con il pubblico.
I lavoratori dello spettacolo attraverso il buio dell'emergenza pandemica hanno visto radicalizzarsi la lotta quotidiana per la sopravvivenza. E oggi vogliono interrogarsi sul proprio ruolo e sulle prospettive di un intero comparto.
Desidero ringraziare gli autori che con questo bel documentario hanno scelto di dare voce alle tante diverse anime dello spettacolo.
Facendoci scoprire come il linguaggio universale dell'Arte, della Musica, della Poesia, della Danza, del Dramma sia il frutto di un sodalizio tra chi sta davanti e dietro la luce dei riflettori.
Non a caso, il documentario sarà accompagnato da un omaggio ad un grande maestro della fotografia e del cinema italiano, Pietro Coccia.
Il grido di cui oggi saremo spettatori ha due facce, di dolore e insieme di speranza.
Perché nessuno ha dimenticato le ferite lasciate aperte dai tanti mesi passati a fari spenti. Nessuno può ignorare le macerie che ancora rimangono.
Ma, al contempo, vi è la voglia di ricostruire su queste sofferenze le premesse della rinascita possibile.
Questo è lo spirito che ha animato la scelta di istituire una Giornata nazionale dello spettacolo.
Una proposta, che oggi è legge, che ho convintamente sostenuto e seguito con grande attenzione nelle diverse fasi del suo iter parlamentare.
Desidero ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a questo importante risultato, a partire dall'Associazione Unita, che ha promosso l'iniziativa, e congratularmi con il Presidente Riccardo Nencini e tutti i componenti delle Commissioni cultura del Senato e della Camera per il lavoro svolto. Ringrazio il Ministro Dario Franceschini per la sensibilità che ancora una volta ha dimostrato nei confronti di questo settore.
Ma desidero anche sottolineare che questo è solo un punto di partenza.
Investire sullo spettacolo deve essere una comune priorità politica e culturale di oggi e di domani.
Perché un Paese che ha nel suo patrimonio genetico l'eccellenza nell'arte e nella cultura non può rimanere agli ultimi posti delle classifiche europee per il livello di investimenti nello spettacolo.
Dare risorse ed energie a questo settore significa alimentare quell'economia della creatività che è una delle dimensioni più vitali e promettenti del Sistema Paese.
Significa coniugare crescita economica e crescita culturale dando nuovo slancio ad un popolo che nello spettacolo come fucina di identità e moltiplicatore di sviluppo e di PIL vuole trovare la spinta per affrontare unito la grande prova della ripartenza.
Ora la sfida per il nuovo rinascimento è nelle vostre e nelle nostre mani.
È una sfida che ci riguarda tutti, come istituzioni, artisti e maestranze o semplicemente come spettatori.
Perché quella comunità che domani celebrerà insieme la prima Giornata dello spettacolo non dimentichi mai la verità rivelata nel finale del documentario: "Arte non è ciò che il Mondo è, arte è ciò che il Mondo diventerà".
Grazie.