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Il Presidente: Discorsi

Premio "Guido Carli"

Intervento nell'Aula legislativa

Autorità, Signore e Signori,

è per me motivo di soddisfazione ospitare qui in Senato la decima edizione del premio intitolato alla figura di un grande italiano quale fu Guido Carli.

Giurista ed economista di indiscusso spessore; Governatore della Banca d'Italia, Presidente di Confindustria, Ministro dei Governi Zoli e Andreotti, Senatore e Presidente di una delle più prestigiose università italiane, Guido Carli è stato senza dubbio un autorevole protagonista della storia del nostro Paese.
Un Paese che ha contribuito a risollevare dai drammatici effetti del secondo conflitto mondiale, battendosi instancabilmente per l'idea di un'Italia moderna, industrializzata e aperta ai mercati internazionali.
Un'Italia consapevole della necessità di guardare oltre i propri confini per abbracciare quel processo di condivisione, di aggregazione e di integrazione culturale, sociale, economica e politica che ha condotto alla fondazione dell'Unione europea.

Una prospettiva questa che, tuttavia, non sarebbe stata possibile senza la paziente preliminare tessitura di una solida rete di relazioni economiche con gli altri Paesi dello scenario europeo e mondiale, capace di superare ogni divisione e ogni reciproca diffidenza.
Paesi che proprio in Guido Carli poterono trovare un interlocutore preparato, attento, responsabile e - soprattutto - affidabile.
Egli fu, infatti, per la nostra politica monetaria e finanziaria una figura di assoluto prestigio nazionale e internazionale; espressione di un'italianità virtuosa e concreta, capace di coniugare al meglio creatività e rigore metodologico.

Guido Carli era un liberale. Lo era per vocazione e per formazione culturale.
Da Governatore della Banca d'Italia non esitò ad adottare e sostenere politiche monetarie anche rigorose e talvolta impopolari per fronteggiare quel complesso periodo della storia della nostra economia che va dal miracolo italiano all'autunno caldo e alle crisi finanziarie degli anni settanta.
Misure che spesso lo esposero a dure critiche, tanto della politica quanto del mondo dell'economia.
Rilievi che, tuttavia, Carli dimostrò di accogliere sempre con grande intelligenza, facendosi portatore di una non comune capacità di dialogo costruttivo, aperta alla possibilità di rimettersi in discussione, rivedere le proprie posizioni e, nel caso, correggere le proprie strategie.

Come uomo di scienza si adoperò instancabilmente per valorizzare e promuovere la formazione culturale delle nuove generazioni.
Come non ricordare che proprio durante gli anni della sua presidenza, la Libera Università Internazionale degli Studi Sociali di Roma - che oggi porta il suo nome - è diventata una delle più importanti realtà accademiche nazionali.

Del resto, già in Banca d'Italia e poi in Confindustria, una delle sue prime preoccupazioni fu quella di potenziarne gli uffici demandati allo studio, all'analisi e all'approfondimento delle teorie monetarie e produttive.
Servizi di cui Guido Carli sostenne sempre il particolare valore strategico per valutare con rigore e metodo scientifico l'impatto delle politiche economiche sul tessuto sociale del Paese, tanto sul piano congiunturale che su quello strutturale.

Fu tra i primi a promuovere la redazione di una legge per regolare la concorrenza, insieme alla creazione di un'Autorità che potesse governarla.
Una legge che riteneva necessaria non solo per vincolare le imprese private alle regole della libera competizione, ma soprattutto per obbligare a quelle stesse regole anche la presenza - sempre più forte - dello Stato nell'economia e per ridare equilibrio ai rapporti tra capitale e lavoro.

L'ultima fase della sua vita pubblica lo vide protagonista dei lavori di questa Assemblea parlamentare.
Eletto tra le file della Democrazia Cristiana nella IX Legislatura, anziché partecipare ai lavori delle Commissioni finanziarie, dove avrebbe sicuramente portato un significativo contributo, volle invece essere assegnato alla Commissione affari costituzionali.
In quella sede Guido Carli sperava, infatti, si potesse avviare un profondo processo di ricomposizione organica e unitaria del nostro sistema legislativo, che considerava "specchio di una società lacerata e frammentaria".
Rieletto Senatore nella X Legislatura, venne chiamato al Ministero del Tesoro dove ebbe l'opportunità di realizzare l'aspirazione di sempre, assumendosi la grande responsabilità di negoziare, per conto dell'Italia, gli accordi che portarono alla firma del Trattato di Maastricht e alla nascita dell'Unione monetaria europea.

L'eredità morale che Guido Carli ci ha lasciato è quella di un uomo fortemente legato ai valori di una tradizione solida e virtuosa: etica, meritocrazia, competenza.
Principi che hanno sempre accompagnato il suo impegno sociale e istituzionale; sui quali avrebbe dovuto costruirsi il suo ideale di un'Europa unita e solidale.
Quegli stessi valori che contraddistinguono l'azione della Fondazione Guido Carli.
Una importante realtà, fortemente voluta e presieduta dalla nipote Romana Liuzzo, a cui va il mio saluto e il mio sincero apprezzamento per l'entusiasmo e la passione con cui si dedica alla valorizzazione delle nostre eccellenze.

Un augurio affettuoso al dottor Gianni Letta, da sempre anima e protagonista di tutti gli eventi rappresentati dalla Fondazione; vero testimone dei valori culturali della nostra tradizione istituzionale.

Un saluto, da ultimo, ai componenti di questa autorevole giuria e a tutte le personalità dell'economia, della finanza, della cultura, della scienza, del giornalismo, della diplomazia, delle forze dell'ordine e dell'impegno sociale che oggi avranno l'onore di ricevere questo ambito riconoscimento.

Un premio che celebra il passato, il presente e il futuro di una italianità capace, operosa, creativa e intraprendente.
Un'occasione preziosa per conoscere, raccontare e soprattutto divulgare storie di successi nazionali a livello planetario.
Perchè riconoscere il merito, i sacrifici e la determinazione di chi ha raggiunto traguardi importanti e ambiziosi significa alimentare la diffusione di un nuovo positivo clima di fiducia nelle infinite potenzialità dell'Italia e degli italiani.

A tal fine, sono fermamente convinta che anche le Istituzioni abbiano il compito di aprirsi alla società e di veicolare tra i cittadini - attraverso concrete azioni di sostegno e di promozione - un forte e convinto messaggio di attenzione alle eccellenze italiane, con particolare riguardo ai tanti nostri giovani talenti.
Ragazze e ragazzi che ancora non si sono affermati nel panorama nazionale o internazionale, ma che già si preparano ad essere i veri protagonisti di un nuovo moderno rinascimento italiano.

Un percorso che, da Presidente del Senato, ho voluto intraprendere organizzando periodicamente - proprio in quest'aula - eventi tesi a diffondere la conoscenza del nostro immenso patrimonio artistico e culturale: dall'arte al teatro, dal cinema, alla musica e alla letteratura.
Perchè ritengo che la cultura, nelle sue plurime manifestazioni, sia un veicolo straordinario per accrescere nelle coscienze la consapevolezza delle proprie possibilità e la consapevolezza dell'importanza di coltivare con tenacia passioni e aspirazioni.
I nostri talenti sono la nostra risorsa e il nostro patrimonio umano più importante e prezioso.
Investire su di loro significa investire sul prestigio del "Marchio Italia"; sul benessere del nostro Paese e su un futuro responsabile di sviluppo, di crescita e di speranza.

Grazie a tutti.



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