Patavina Libertas. Una storia europea dell’Università di Padova
Autorità, gentili ospiti, cari amici,
È con grande piacere che vi rivolgo un caloroso benvenuto a Palazzo Giustiniani per la presentazione della collana Patavina Libertas, cui l'Università degli studi di Padova ha dato avvio - con la preziosa ed esperta collaborazione dell'editore Donzelli - in vista della ricorrenza, nel 2022, degli 800 anni dalla sua fondazione.
Sono davvero lieta che il Senato contribuisca, con questo appuntamento, alla molteplicità di proposte e progetti che stanno prendendo vita per omaggiare, con uno sguardo apertamente rivolto al futuro, la complessità e la ricchezza di un secolare percorso di affermazione del primato della cultura, della scienza e della circolazione di idee di cui l'Università di Padova è stata, con altri illustri e longevi atenei nella nostra Penisola, indiscussa protagonista.
Ringrazio il Rettore Rosario Rizzuto per aver scelto di investire risorse ed energie nella valorizzazione di questo straordinario patrimonio, attraverso una varietà di iniziative non certo finalizzate al solo momento celebrativo ma destinate ad avere una solida proiezione nel tempo.
Hanno visto la luce pubblicazioni, anche rivolte ai più giovani, progetti museali, sostegno alla ricerca, borse di studio, banche dati, attività diverse volutamente nate con il contributo di idee di una comunità universitaria largamente intesa, e volutamente orientate verso un pubblico ampio, non di soli specialisti.
Sono iniziative che testimoniano la consapevolezza, in chi su di esse ha investito, della pluralità di strade attraverso cui può concretizzarsi il contributo culturale e civile che un così prestigioso Ateneo può offrire al nostro Paese.
La collana Patavina Libertas, nella trasversalità tematica e cronologica della sua impostazione, nella chiamata a raccolta di studiosi di lunga esperienza come di giovani ricercatori, nella capacità di illuminare i tratti specifici e peculiari dell'Università di Padova senza mai perdere di vista la multiforme rete di relazioni e di "interferenze" che ha contribuito a plasmarne il carattere, esprime compiutamente questa visione.
E rappresenta un progetto editoriale di grande respiro, peraltro pienamente capace di cogliere i frutti di un vivace percorso di maturazione storiografica nell'ambito del quale proprio l'ateneo patavino ha svolto un ruolo di primo piano, e che ha coinvolto in Italia, come fuori di essa, una pluralità di centri di ricerca sulla storia dell'università.
Si è infatti imparato, negli ultimi decenni, a guardare all'Università e ai singoli atenei - di dimensioni maggiori o minori, di fondazione più antica o recente - alla luce di nuovi indirizzi di ricerca, capaci di valicare i confini tra le discipline, di intrecciare i piani di analisi, di operare studi comparativi, di individuare elementi di continuità come anche fratture e mutamenti profondi.
Si è cominciato a volgere lo sguardo, tradizionalmente orientato al passato, alla riflessione sulle dinamiche universitarie di epoche a noi più vicine, accettando il confronto con le sollecitazioni della contemporaneità. Avventurandosi su terreni di studio ancor più accidentati, che richiedono l'intervento di competenze, scienze e metodologie d'indagine diverse; che presuppongono una capacità di osservazione globale di alcuni fenomeni; che costringono a misurarsi con la fluidità di processi ancora in corso.
Anche di questo è testimonianza la collana Patavina Libertas. Il volume che per primo è stato dato alle stampe, Alla prova della contemporaneità, si inoltra fino al racconto dell'avventura dell'università patavina del XXI secolo, fino al tempo che stiamo vivendo, fino al confronto con la pandemia.
Sono traguardi di conoscenza significativi, che hanno permesso di osservare con strumenti interpretativi più adeguati il multiforme panorama universitario italiano e di comprendere più a fondo il ruolo trainante che ha esercitato per la crescita e la connotazione identitaria del nostro Paese.
Sono analisi che ci ricordano, attraverso le maglie di una ricostruzione interdisciplinare, quale sia il rilievo insito in ogni provvedimento, in ogni disposizione che investa il sistema universitario in ogni suo aspetto.
Che ci ricordano quali ne siano le ricadute sul piano scientifico e culturale, sul fronte politico-istituzionale, sotto il profilo economico, dello sviluppo del territorio, dell'urbanizzazione, del tessuto produttivo, dell'articolazione professionale, dell'architettura sociale, dei rapporti civili, della costruzione della mentalità.
Implicazioni tanto ampie comportano una consapevole assunzione di responsabilità riguardo l'assetto e l'efficacia del sistema universitario italiano.
Ne conosciamo i pregi, le punte d'eccellenza, la capacità di collocarsi in posizione ancora oggi competitiva e attrattiva nel panorama internazionale.
Ma non possiamo non cogliere l'urgenza che su di esso siano investite le risorse sufficienti a garantirne la sostenibilità futura e compiere quelle scelte, anche coraggiose, necessarie a far sì che la formazione universitaria eserciti pienamente nel nostro Paese la sua vocazione universale alla costruzione e condivisione di un sapere critico, libero e autorevolmente fondato.
Vi ringrazio