Le attuali sfide della coesione economica, sociale e territoriale dell’Europa; quale ruolo per i Senati?
Presidente Popescu-Tariceanu, cari colleghi,
sono particolarmente onorata di intervenire in apertura del dibattito generale della diciannovesima Riunione dell'Associazione dei Senati d'Europa. Ringrazio il Presidente del Senato della Repubblica di Romania per la splendida accoglienza che ci ha riservato e per l'eccellente organizzazione dell'evento.
La riunione odierna conferma quanto sia rilevante mantenere vivo il dialogo tra parlamenti in Europa anche al di fuori della dimensione giuridica dell'Unione.
Molti dei nostri Senati partecipano strutturalmente, insieme alle Camere basse, alle sedi di cooperazione inter-parlamentare coordinate dal Parlamento europeo e dai Parlamenti della Presidenza di turno del Consiglio dell'Unione. Nel primo semestre del 2019, spetterà al Parlamento rumeno questo importante compito.
Vi è però una sfera di relazioni inter-parlamentari trasversali all'architettura istituzionale dell'Unione che dobbiamo salvaguardare e promuovere. Le sfide geo-politiche poste dalla internazionalizzazione dei mercati e dalle crescenti interdipendenze istituzionali su scala globale richiedono che anche i parlamenti sappiano seguire ed accompagnare le relazioni diplomatiche ufficiali tra i governi.
In tale scenario si colloca il ruolo dell'Associazione dei Senati d'Europa che, fin dalle sue origini, richiama le seconde Camere a confrontarsi con la funzione di garanzia e controllo democratico loro affidata.
E' una funzione destinata ad assumere una speciale valenza nell'attuale contesto politico, economico e sociale, sopravvissuto ad una crisi di portata epocale, ma ancora lacerato da alterazioni manifeste delle dinamiche di funzionamento della democrazia contemporanea. Trovo infatti di straordinaria attualità la domanda posta al centro del dibattito generale, che si interroga sul ruolo dei Senati a fronte delle sfide odierne della coesione economica, sociale e territoriale dell'Europa.
A tale compito siamo oggi chiamati come rappresentati dei Senati d'Europa. Le seconde Camere possono riscoprire l'attualità della propria funzione istituzionale affrontando sul piano del metodo e del merito le tante crisi di legittimazione della democrazia contemporanea.
Sul piano del metodo, penso che un punto di partenza necessitato sia la dimensione del 'governo responsabile', vero cuore pulsante del parlamentarismo europeo.
Sul piano del merito, il titolo della riunione odierna ci richiama opportunamente alle prospettive di coesione economica, sociale e territoriale.
La crescente disoccupazione giovanile, il blocco degli investimenti, l'insostenibilità dei sistemi previdenziali, il ridimensionamento dei servizi di istruzione e di assistenza sanitaria sono problemi comuni a larga parte d'Europa.
A questo si sommano le sfide poste dalla globalizzazione, dall'avvento sempre più massiccio degli strumenti informatici e dell'intelligenza artificiale nel mondo del lavoro. I cambiamenti, anche in quei settori, sono rapidissimi, e comportano il rischio della perdita progressiva di posti di lavoro non solo nelle lavorazioni manuali, ma anche nel campo delle professioni.
Vi è poi la percezione di insicurezza legata alla minaccia terroristica, che ha concretamente e drammaticamente colpito molti paesi europei, e a un quadro internazionale carico di molte incognite.
Vi è infine la necessità di governare in modo più coeso e solidale il tema delle migrazioni, in modo che ogni stato membro sia effettivamente corresponsabile di un onere che finora si è distribuito in modo gravemente squilibrato, avendo anche cura di sviluppare programmi di cooperazione, sostenuti dall'Unione europea, per migliorare le condizioni di vita e di sicurezza dei paesi di origine dei migranti. E' un tema difficile, ma che non può essere eluso e che impatta in modo assai rilevante sul tessuto sociale del mio paese.
Gli interventi di contenimento della spesa pubblica e contrazione del deficit operati dai governi hanno spesso trascurato quella dimensione solidaristica insita in larga parte nei nostri sistemi di welfare.
L'agenda pubblica deve ritornare ad affrontare con maturità e lucidità i temi connessi alla crescita sostenibile, tenendo fermi i valori comuni non negoziabili, come l'unità di un popolo e di un territorio, la coesione sociale, la solidarietà economica.
Mi piace ricordare che il Senato italiano ha assunto negli ultimi anni importanti iniziative per rafforzare e strutturare la propria capacità di valutare le politiche pubbliche, facendo un uso sapiente dell'evidenza scientifica e dei metodi quantitativi più avanzati. Nel 2015 è stato infatti istituito un Ufficio di Valutazione d'Impatto, che mi onoro di presiedere, e che pubblica costantemente sul sito del Senato documenti di analisi ed approfondimento su specifici settori di intervento.
Nel dicembre dello scorso anno, inoltre, sul finire della XVII legislatura, abbiamo assistito ad una estesa riforma del Regolamento del Senato che ha riguardato oltre 50 articoli e che è stata approvata ad ampissima maggioranza.
Mi piace definire questa riforma come l'atto finale di un percorso di manutenzione regolamentare che ha la sua portata innovatrice nella riscoperta del senso autentico di una tradizione parlamentare fondata sulla collaborazione con l'esecutivo e sul pragmatismo nei rapporti con i cittadini.
Molte sono le novità di rilievo materialmente costituzionale che la riforma ha saputo fare proprie, nell'ottica della semplificazione e razionalizzazione dei procedimenti decisionali.
Penso al rafforzamento del ruolo delle commissioni nel procedimento legislativo, alla ridefinizione dei tempi dedicati ai lavori parlamentari tra commissione e Aula, all'introduzione di criteri più rigorosi per la costituzione dei gruppi parlamentari, alla rivitalizzazione delle interrogazioni a risposta immediata.
È molto importante che tutti i cittadini intendano queste Assemblee come luogo in cui interessi, identità, territori, specificità trovino il loro spazio. Credo che per ottenere questo risultato si debba lavorare molto sulla trasparenza delle procedure e dei meccanismi decisionali.
In questo senso, il Senato italiano ha saputo interpretare l'innovazione e la trasparenza in tanti modi diversi e innovativi. Da un lato, ha rafforzato al massimo gli strumenti di comunicazione istituzionale, valorizzando tutti i canali di trasmissione e le piattaforme informatiche oggi disponibili. Dall'altro lato, sono state attivate forme di consultazione sul web che consentono ad imprese e cittadini di partecipare, con autentico spirito democratico, ai lavori delle nostre commissioni.
Cari colleghi, penso che davvero il tema della riforma delle seconde Camere che in tanti nostri ordinamenti torna ciclicamente all'attenzione del dibattito pubblico debba essere affrontato con maturità istituzionale, senza cadere in semplificazioni o facili scorciatoie. Al di là delle riforme costituzionali di portata strutturale, vi sono infatti piccoli e grandi mutamenti che possiamo e dobbiamo imparare ad interpretare, anticipando e affiancando i cambiamenti politici, sociali, economici, culturali.
Riaffermare la dimensione insostituibile della rappresentanza parlamentare significa infatti non sfuggire i cambiamenti, ma saperli cavalcare con entusiasmo e spirito di iniziativa. E' l'obiettivo che mi impegno a perseguire per il Senato italiano nella legislatura appena iniziata, certa che il confronto inter-parlamentare saprà sempre offrirci validi stimoli e spunti di riflessione.
Vi ringrazio per l'attenzione.