Incontro con la stampa parlamentare
Buongiorno a tutti.
Cari amici della Stampa, Gentile Ministro, Carissimi Senatori.
Ringrazio il Presidente Di Fonzo per il suo intervento, come sempre ricco di spunti e di analisi.
Tanti sono i temi che ha posto sulle prospettive del nostro Paese.
Io ho fiducia. Perché al futuro bisogna guardare con speranza, soprattutto in questo momento che ci vede impegnati ad affrontare la fase di ripresa e insieme ci vede combattere con le recrudescenze dell'emergenza sanitaria.
Dobbiamo ammetterlo. La nostra risposta alla crisi è stata eccezionale. Siamo stati responsabili nel contenere il contagio e insieme pronti nell'investire con coraggio e determinazione sulla ripartenza.
Ma è indubbio che quella che stiamo affrontando è una crisi logorante, per il suo andamento ad intermittenza e la sua durata. E allora in questo momento di transizione molto delicato, è doveroso confrontarsi in primo luogo con le domande che i cittadini chiedono alle Istituzioni rappresentative.
Due sono le questioni prioritarie. Da un lato, il definitivo superamento della situazione pandemica. Dall'altro lato, la stabilizzazione di un percorso di crescita economica, che significa poter contare su "soldi in tasca" non solo oggi, grazie ai sostegni economici, ma anche domani, grazie alle prospettive di sviluppo.La prima risposta viene sicuramente dai vaccini.
Nel corso del 2021, la diffusione dei vaccini ci ha consentito di vincere tante battaglie. Se oggi l'Italia ha recuperato il terreno perduto e si trova più avanti di altri grandi Paesi europei nella corsa contro il virus e nella difesa delle attività economiche, sociali e culturali non lo dobbiamo alla fortuna, ma alle scelte fatte in questi mesi.
Decisivo è stato il comportamento dei cittadini. Dico grazie agli italiani per la responsabilità con cui anche in queste settimane, tra prime e terze dosi, stanno affrontando questa sfida, consapevoli che, in uno spirito di squadra e di solidarietà, dobbiamo fare tesoro degli strumenti che oggi ci consentono di superare la dipendenza dal virus.
Grazie ai medici e agli operatori sanitari che continuano a combattere in trincea al nostro fianco.
Evidentemente, ancora non possiamo abbassare la guardia. Abbiamo vinto molte battaglie, ma la guerra non è ancora finita.
E per vincerla bisogna guardare anche oltre i confini nazionali.
La diffusione mondiale delle varianti dimostra che la campagna vaccinale deve essere perseguita su scala globale. Se, infatti, meno del 10 per cento degli africani sono vaccinati, non è unicamente l'Africa a essere condannata, ma tutti noi. Perché dalla pandemia o si esce tutti insieme, o non se ne esce.
La seconda risposta alle domande dei cittadini viene dalla strategia per la ripresa economica.
Le notizie delle ultime settimane ci incoraggiano ad un cauto ottimismo.
I dati dell'OCSE hanno fotografato un'Italia che riparte più velocemente di altri grandi Paesi europei. Le stime di crescita per quest'anno sono state corrette al rialzo, dal 5.9 al 6.3 per cento, per il 2022 dal 4.1 al 4.6 per cento, meglio degli altri Paesi dell'Eurozona.
E il dato confortante è che la ripresa sembra essere strutturale, non solo frutto di un "rimbalzo".
Non a caso una nota agenzia di rating internazionale ha promosso l'Italia all'esito di una serie di valutazioni positive rilasciate da altre cinque agenzie sulla solidità dei nostri trend economici e sugli effetti benefici su deficit e debito pubblico.
Certo, il Sistema Italia sta fronteggiando molti problemi comuni alle altre economie europee, dal rincaro delle materie prime e dell'energia alle difficoltà nelle forniture dall'estero, che stanno determinando un aumento dei costi dei beni primari, a danno dei più deboli.
Ma abbiamo una straordinaria opportunità, da prendere ora o mai più, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Perché l'Europa mette sul piatto risorse da spendere in infrastrutture, transizione digitale ed ecologica, rilancio delle imprese, della ricerca e delle Università.
Riforme e investimenti sono il cuore del PNNR.
Da un lato, bisogna proseguire in maniera strutturale e a ritmi serrati quella operazione di semplificazione che è essenziale per ridare impulso alla nostra economia. Spesso il principale limite agli investimenti e all'innovazione risiede nella complessità delle procedure burocratiche e nella vischiosità del sistema fiscale.
Dall'altro lato, ci sono gli investimenti, che devono essere affrontati in maniera sinergica tra lo Stato, le Regioni e gli Enti locali. Le autonomie territoriali, che hanno svolto un ruolo determinante nel contenimento della pandemia e che sono legate da un rapporto di vera prossimità con i cittadini, devono essere i veri alleati dello Stato nell'attuazione dei vari interventi strategici sul territorio.
A partire dalle opere pubbliche, che devono seguire quel "modello Genova" che, senza carte e senza vincoli, ha consentito di realizzare un progetto titanico in tempi record.
Perché la questione tempo è determinante. Nessuno può permettersi ritardi o rallentamenti rispetto alla tabella di marcia. E il Parlamento dovrà essere il principale garante di questi impegni.
Ne ho parlato nella mia visita a Bruxelles con il Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen.
Il Parlamento ha un ruolo essenziale in un processo che nei prossimi due anni lo vedrà impegnato nell'approvazione di circa l'80 per cento dei provvedimenti previsti dal PNRR. E che lo coinvolgerà anche nel monitoraggio di eventuali criticità nell'attuazione.
Lo ribadisco. La centralità del Parlamento non è un ostacolo alla rapidità e all'efficienza delle decisioni. Al contrario, penso che abbiamo dimostrato in più di un'occasione di saper gestire decisioni complesse, provvedimenti con migliaia di emendamenti, in tempi certi, cercando sempre di rispettare quel motto 'e pluribus unum' che è la matrice della democrazia rappresentativa.
E anche sul fronte internazionale, nei due appuntamenti che ci hanno visti di recente protagonisti - il P20 e la pre-COP 26 - abbiamo confermato l'importanza del dialogo parlamentare per sostenere e accompagnare le decisioni degli esecutivi su temi di interesse comune, come la protezione dell'ambiente e il contrasto ai cambiamenti climatici.
Dobbiamo correre ai ripari rispetto alla fragilità strutturale del nostro territorio che determina un pericolo costante per i cittadini. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è l'occasione per completare quegli interventi di messa in sicurezza che sono essenziali per le aree più a rischio.
Prima di concludere vorrei soffermarmi su un dato per me sconvolgente.
Anche il 2021 è stato un anno di incessanti violenze contro le donne. Un femminicidio ogni tre giorni è aberrante e inaccettabile, tanto più che le donne subiscono violenza specialmente tra le mura di casa, là dove dovrebbero sentirsi più sicure.
Certamente è un problema da affrontare sul piano economico, e su questo terreno l'entrata in vigore della legge per la parità di salario uomo-donna (a parità di titoli e mansioni) può aiutare a ribaltare una condizione di diseguaglianza non più sostenibile.
Ma c'è soprattutto un tema culturale che non può essere sottovalutato. Lo dimostra in maniera plastica l'incresciosa molestia subita proprio da una vostra collega durante una diretta allo stadio lo scorso 27 novembre. Un gesto tanto più grave perché passato nell'indifferenza collettiva dei presenti che testimonia quanto ancora radicata sia la concezione della "donna oggetto". E che ci offende doppiamente, come professioniste e come donne.
E adesso parliamo di voi.
Cari amici,
media e Istituzioni sono dalla stessa parte, una stessa squadra che gioca per il Paese. Questo perché di fronte a un'emergenza nazionale e internazionale come la pandemia è giusto che tutti si assumano una forte responsabilità, e anche voi lo state facendo.
Mi riferisco alla necessità di una corretta informazione, che è davvero una risorsa della democrazia. Mi riferisco allo smascheramento delle fake news, all'imprescindibile lavoro di verifica che è il cuore stesso dell'attività giornalistica.
Voglio dirvi grazie. Grazie ai giornalisti e operatori dell'informazione che anche quest'anno hanno svolto un servizio essenziale, prezioso, durante la pandemia.
E' un servizio che spesso vi espone in prima persona.
Lo testimonia plasticamente l'incredibile vicenda accaduta due giorni fa a Lucia Goracci e alla sua troupe in Romania mentre registravano un servizio sulla situazione del Covid nel Paese e sulla diffusione di posizioni negazioniste.
Un fatto gravissimo, che nessuno avrebbe mai pensato potesse accadere in una realtà come l'Unione europea che fa della libertà di stampa uno dei fondamenti del proprio ordinamento democratico.
A Lucia Goracci ho già avuto modo di esprimere personalmente la mia solidarietà, ma vorrei che questo momento fosse anche l'occasione per rinnovare una ferma condanna collettiva nei confronti di questi episodi.
Vi aspetta ora, come giornalisti parlamentari, un lavoro impegnativo in vista degli appuntamenti politici e dei delicati passaggi istituzionali che ci attendono.
E voglio dire grazie anche a tutti coloro che nel Senato operano ogni giorno con competenza, dedizione e costanza. Dai Capigruppo al Consiglio di Presidenza ai Presidenti di Commissione che sono il cuore pulsante del lavoro di questa Istituzione.
Ci sarà nelle prossime settimane un lavoro importante, non solo nell'esame dei provvedimenti da approvare entro la fine dell'anno, ma anche nel completamento della riforma dei regolamenti, prevista entro gennaio del prossimo anno.
Grazie al nostro Questore anziano, Antonio De Poli, che insieme al Collegio dei Questori e al Dott. Marini hanno garantito la continuità di tutte le importanti funzioni svolte dai Senatori, sempre in presenza, nonostante la pandemia, sempre in condizioni di sicurezza.
Grazie all'Amministrazione qui rappresentata dal Segretario Generale, Elisabetta Serafin, e dai Vice Segretari Generali, Alfonso Sandomenico e Federico Toniato.
A tutti voi e alle vostre famiglie rivolgo il mio sincero augurio di un Santo Natale e di serene festività.
Grazie.