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Il Presidente: Discorsi

Incontro con i rappresentanti delle categorie produttive ed economiche delle Province di Trento e Bolzano

L'intervento del Presidente del Senato Elisabetta Casellati

Buon pomeriggio a tutti.
Ho fortemente voluto iniziare la mia visita nella vostra Regione con questo momento di reciproco confronto, perché è proprio dalle aziende, dagli artigiani, dai professionisti, dalle imprese e dalle industrie che a voi fanno riferimento, che possono arrivare le idee e le proposte più efficaci per una politica che possa dirsi veramente a favore dei cittadini.

La forza di uno Stato moderno si misura infatti anche nella capacità di ascolto della sua classe dirigente e sulla sua predisposizione a tenere vivo il dialogo con chi anima il territorio e meglio ne interpreta le sue peculiarità.
Solo in tal modo si possono costruire i presupposti per garantire che l'azione dei Governi e del Parlamento, pur nella sua dimensione nazionale, sia in grado di fornire risposte differenziate a istanze che sono, per loro natura, fortemente eterogenee tra loro.
Istanze che acquistano una dimensione più complessa qui in Trentino-Alto Adige, dove ragioni storiche, culturali, sociali e linguistiche hanno giustificato il riconoscimento costituzionale di ampie forme di autonomia speciale a livello provinciale.

Prerogative che lo Stato ha il dovere di rispettare sempre, pur senza rinunciare alle proprie responsabilità e che richiedono, allo stesso tempo, che tutti i soggetti coinvolti siano consapevoli della necessità di porsi in una prospettiva di reciproco sostegno e di leale collaborazione.

Peraltro, proprio le vostre Province hanno ampiamente dato prova di come sia possibile raccordare al meglio autonomia, integrazione delle risorse e sviluppo a trecentosessanta gradi con l'intero sistema Paese.
E a dircelo sono le rilevazioni statistiche più recenti che fanno di Bolzano e di Trento le migliori città italiane in termini di qualità della vita e che collocano entrambe le Province, pur con le loro differenze, tra le più operose e produttive del Paese e di tutto il panorama europeo.
Pensiamo ad esempio al tasso di occupazione, che qui ha raggiunto valori superiori non solo alle medie nazionali e comunitarie ma, in alcuni casi, anche agli stessi obiettivi fissati dall'agenda "Europa 2020".

Ed è proprio il dato sull'occupazione che, più di ogni altro, dimostra come maggiori spazi di libertà e forme equilibrate di autonomia possano favorire quella flessibilità necessaria per adeguarsi rapidamente ai sempre più complessi mutamenti dello scenario globale.
Pensiamo a come si è evoluto in questi ultimi anni il quadro delle esportazioni dei prodotti delle vostre aziende di fronte agli effetti della crisi finanziaria che ha colpito tutti i Paesi dell'Eurozona.
Un contesto difficile in cui la Provincia di Trento è tuttavia riuscita a registrare nel 2018 un incremento delle esportazioni del 6,4 per cento rispetto all'anno precedente: più del doppio della media nazionale e, in assoluto, la percentuale più alta di tutto il Nord-Est.

Il medesimo contesto in cui la flessione dei tradizionali rapporti commerciali della Provincia di Bolzano con nazioni come la Germania, l'Austria o la Francia - e persino con la vicina Svizzera - è stata ampiamente compensata dalla capacità di trovare nuovi mercati a cui guardare, come quello asiatico o americano.
In entrambi i casi, per mantenere questi livelli di eccellenza è stato necessario rivoluzionare settori fortemente legati alle vostre tradizioni culturali, quali l'agricoltura o l'artigianato, ma anche sostenere economie più giovani, come quelle legate alla produzione di apparecchi elettrici ed elettronici, alle energie rinnovabili, alle tecnologie per le attività di risanamento, ai prodotti farmaceutici o alla lavorazione dei metalli.

Tutto questo ha ovviamente aperto nuovi scenari sicuramente non privi di difficoltà ma, allo stesso tempo, di nuove opportunità.
Occorre quindi chiedersi su quali strategie investire per continuare ad essere competitivi di fronte a queste nuove sfide, alle sempre più articolate richieste dei consumatori e alla continua evoluzione dei processi di produzione e di distribuzione commerciale.
Sicuramente nell'istruzione, nell'università e nella ricerca scientifica.
Rafforzate il rapporto con le scuole, gli atenei e i centri di ricerca presenti nella regione: alcuni dei quali sono dei poli di eccellenza riconosciuti e affermati a livello mondiale.

Promuovete iniziative e collaborazioni che possano consentire di arricchire ulteriormente la formazione professionale delle giovani generazioni, oltre a fornire alle vostre aziende tecnologie sempre più all'avanguardia.
Soprattutto, tenete a mente che le università costituiscono un incredibile incubatore di idee per la valorizzazione di tutto il territorio e di ogni sua risorsa naturale, storica e artistica.
Sostenete le giovani imprese e il coraggio di chi si vuole mettere in gioco per portare qualcosa di nuovo e di originale sui mercati, alimentando in tal modo la diffusione di un virtuoso clima di fiducia sulle potenzialità di tutte le vostre realtà produttive.

Nel settore delle libere professioni, che rappresenta un supporto irrinunciabile per l'attività di impresa, promuovete con convinzione l'importanza dell'aggiornamento continuo e della specializzazione.
Particolarmente strategico può essere investire sui punti di forza che entrambe le Province hanno in comune, come ad esempio il turismo, il plurilinguismo, la posizione geografica e la rete delle infrastrutture.
Il turismo, costituisce da sempre un settore trainante della vostra economia e il principale sponsor del vostro patrimonio ambientale e paesaggistico.

Un indotto forte, solido e radicato che può essere ulteriormente valorizzato anche attraverso iniziative e progetti rivolti alle olimpiadi invernali del 2026 che vedranno le vostre Province ospitare 45 gare sulle 109 in programma.
Un'opportunità che avete il dovere di cogliere mettendo in campo le forze migliori e quello spirito del sapere fare che vi contraddistingue.
Perché il 2026 sarà un'occasione imperdibile per mettere in mostra su scala planetaria l'eccellenza della vostra cultura dell'accoglienza.
Un'eccellenza che spazia dall'ospitalità alberghiera agli impianti per il turismo sportivo estivo e invernale, dalla ristorazione all'enogastronomia.

Settori che grazie alla risonanza della vetrina internazionale offerta dalle olimpiadi e all'attenzione dei media di tutto il mondo hanno l'opportunità di vivere sin da oggi una nuova primavera.
Quanto al plurilinguismo: lo considero una grande ricchezza culturale, un valore aggiunto e una risorsa preziosa di questa Regione sia sul piano occupazionale che nelle relazioni internazionali.
Sul piano delle infrastrutture entrambe le vostre Province sono già un punto di riferimento e un esempio in termini di modernità e di qualità dei servizi.

Occorre comunque mantenere sempre alta l'attenzione sulla necessità di preservare e potenziare, dove possibile, le principali vie di comunicazione esistenti, a cominciare dall'Autostrada del Brennero di cui quest'anno ricorre il sessantesimo anniversario.
Peraltro, i recenti drammatici eventi ambientali che hanno colpito il trentino nell'ottobre dell'anno scorso, devono essere occasione per pensare, progettare e realizzare nuove infrastrutture che possano contenere i rischi derivanti dal dissesto idrogeologico e, nel contempo, consolidare il vostro ruolo come crocevia strategico per i rapporti con il Centro Europa.

Soprattutto, premiate e valorizzate ogni capacità progettuale e realizzativa che si muova nella prospettiva della sostenibilità economica, ambientale e sociale.
E qui mi rivolgo anche ai rappresentanti delle Istituzioni.
Perchè l'obiettivo di uno sviluppo sostenibile deve essere comune a ogni settore delle vostre economie ma deve anche contraddistinguere l'agire di una pubblica amministrazione che abbia veramente a cuore l'interesse primario dei cittadini.
Solo attuando un percorso condiviso di responsabilità e di reciproco affidamento tra pubblico e privato si possono, infatti, porre le basi per una crescita solida di tutta la comunità.

Occorre quindi mettere al centro di tutto una nuova cultura dell'innovazione sostenibile che sappia essere sintesi tra antiche maestrie e future prospettive.
Una cultura che riporti il valore del capitale umano al centro delle dinamiche produttive, sia come riconoscimento del merito, sia in termini di crescita personale, professionale e di bilanciamento tra vita privata e lavorativa.
Una cultura che integri lo sviluppo delle tecniche di produzione e di sfruttamento del suolo e delle altre risorse naturali con il massimo rispetto per l'ambiente e per chi verrà dopo di noi.

Una cultura in cui il piano di investimenti sia sviluppato, tanto a livello pubblico quanto privato, in modo virtuoso e con obiettivi strutturali di medio e lungo periodo.
Questo deve essere l'orizzonte comune per ambire ad essere protagonisti del futuro che ci attende; per governarlo con responsabilità e consapevolezza e per continuare a fare la differenza.



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