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Il Presidente: Discorsi

Incontro all'Istituto internazionale Don Bosco

Discorso pronunciato a Torino

Autorità, cari professori, cari studenti,
è per me un vero piacere, nell'ambito di questa visita istituzionale in Piemonte, poter avere questo momento di incontro e di confronto con voi e con questa storica realtà formativa salesiana. Traendo origine dal lontano 1904, in oltre un secolo di corsi, di lezioni e di attività, questo Istituto ha rappresentato e rappresenta un elemento di eccellenza assoluta nel panorama formativo teologico e non solo.

Vorrei quindi cogliere questa opportunità per una riflessione comune sull'architettura sociale e spirituale della nostra società, anche alla luce delle trasformazioni e delle innovazioni in atto.
Don Bosco nel 1877 si interrogava sui modelli educativi, realizzando quelle linee guida sul "Sistema Preventivo nella educazione della gioventù" che posero fine al precedente approccio prettamente repressivo che aveva caratterizzato secoli di insegnamento. Allo stesso modo, vale la pena a mio avviso interrogarci oggi su quali saranno i compiti di coloro che nell'ambito della vita comunitaria si candidano a ruoli di guida spirituale, di ascolto, di assistenza, di solidarietà, di sostegno.

L'evoluzione delle dinamiche sociali ha negli ultimi anni raggiunto elementi di trasformazione sempre più rapidi, mettendo non di rado a dura prova quei contesti che potremmo definire tradizionali e nell'ambito dei quali i ruoli sociali potevano essere di immediata comprensione.
La società digitale, interconnessa e globalizzata, offre a ogni cittadino possibilità ed opportunità fino ad ora sconosciute - tanto nell'ambito economico-lavorativo quanto in quello degli affetti e delle relazioni -, aprendo però nuovi spazi di solitudine.
Una solitudine che potremmo definire di nuovo conio.
Mentre possiamo dialogare con migliaia di utenti in tutto il mondo, in qualsiasi momento e con immediatezza e facilità, rischiamo di perdere di vista ciò che ci accade tutt'intorno. Fuori dal computer, in una sorta di smaterializzazione dei rapporti, l'individuo si trova di fronte a nuovi scenari e a nuove problematiche.
Mi chiedo: un giovane che passa le sue giornata sui social è più solo o no rispetto a quei ragazzi delle generazioni precedenti che affollavano i cortili, gli oratori, i luoghi classici di aggregazione?
Sono aspetti che non possono essere sottovalutati, né ricondotti a considerazioni tese a ricondurre tali scenari a semplici e naturali contingenze.

Solo attraverso una nuova centralità dell'individuo sarà possibile accompagnarne il percorso, sostenerne le difficoltà.
Così come c'è bisogno di riconoscere e valorizzare il ruolo dei corpi sociali, a partire proprio dalla famiglia, senza dimenticare la fondamentale presenza delle associazioni, del volontariato, delle parrocchie, degli oratori, delle scuole.
"Desidererei ricordare a tutti - ci spiegava Papa Benedetto XVI nell'enciclica Caritas in Veritate - soprattutto ai governanti impegnati a dare un profilo rinnovato agli assetti economici e sociali del mondo, che il primo capitale da salvaguardare e valorizzare è l'uomo, la persona, nella sua integrità: "L'uomo infatti è l'autore, il centro e il fine di tutta la vita economico-sociale".

Tra le principali sfide del futuro avremo quindi la necessità di preservare, curare e arricchire gli spazi in cui la personalità e la creatività del singolo possa confrontarsi con quella degli altri, uscendo da una dimensione esclusivamente privatistica per calarsi con convinzione ed entusiasmo nei contesti pubblici.
È all'interno delle nostre tradizionali strutture sociali che ci sarà l'opportunità di contrapporre ai preoccupanti segnali di un'emergenza educativa sempre più diffusa, esempi e modelli virtuosi, efficaci e sostenibili.

L'educazione potrà e dovrà essere ancor più attenta allo sviluppo dell'individuo, ed è anche per questo che appare sempre più fondamentale che le scuole e le università possano qualificarsi sempre più come luoghi di libero sapere, di libero insegnamento e di libero apprendimento.
C'è bisogno, per dirla con le parole di Don Bosco nel proemio a "Il Giovane Provveduto": "di un metodo di vita cristiano [...] sufficiente perché i giovani possano diventare la consolazione dei parenti, l'onore della patria, buoni cittadini in terra per essere poi un giorno fortunati abitatori del cielo".

La vostra storia, la storia di questo Istituto e le attuali molteplici attività svolte all'interno dell'Opera Salesiana della Crocetta sono esattamente la dimostrazione di quanto sia importante una formazione di eccellenza unita alla capacità e alla disponibilità per realizzare un'aggregazione sociale quotidiana.
È grazie a questi presupposti che qui hanno perfezionato gli studi figure di altissimo livello umano e religioso: penso ai tanti Cardinali, tra i quali il Cardinale Zen, il Cardinale Farina, il Cardinale Tarcisio Bertone e tanti altri; al fu Rettore Maggiore dei Salesiani Juan Edmundo Vecchi e al venerabile don Giuseppe Quadrio (1921-1963), di cui è in corso il processo di canonizzazione.

Così come la presenza dei confratelli che oggi stanno ultimando la formazione per il Sacerdozio rappresenta, anche geograficamente, uno sguardo d'insieme al mondo della cristianità. Oltre agli studenti di nazionalità italiana qui trovano ospitalità e possibilità di perfezionamento giovani provenienti da Bielorussa, Congo, Croazia, Francia, India, Libano, Nigeria, Repubblica Ceca, San Marino, Slovacchia, Stati Uniti.
Giovani provenienti quindi da tutto il mondo, uniti in questo Istituto dalla fede, dall'insegnamento, dai valori che qui si perseguono e si propagano.

Vorrei inoltre sottolineare l'importanza dell'Oratorio salesiano e delle lodevoli attività che quotidianamente vengono messe in campo a favore dei tanti ragazzi coinvolti.
Il Centro Giovanile offre infatti a centinaia di loro l'opportunità di fruire di un prezioso servizio d'integrazione sociale, accompagnamento scolastico, pratica sportiva e formazione cristiana.
Attività rivolte anche ai ragazzi e alle ragazze con difficoltà educative, che qui trovano disponibilità, supporto, ascolto.
Iniziative alle quali si aggiungono il gruppo Scout e le squadre sportive del Don Bosco Crocetta, due realtà di grande successo e aggregazione.

E allora, con l'augurio che il vostro percorso di studi si possa completare nel migliore dei modi, consentitemi, in conclusione, di ringraziarvi ed auspicare per voi il massimo bene possibile, per mezzo delle parole che Papa Francesco ha usato nella lettera inviata ai Sacerdoti in occasione del 160esimo anniversario della morte del Santo Curato D'Ars:
"Grazie per la gioia con cui avete saputo donare la vostra vita, mostrando un cuore che nel corso degli anni ha combattuto e lottato per non diventare angusto ed amaro ed essere, al contrario, quotidianamente allargato dall'amore di Dio e del suo popolo; un cuore che, come il buon vino, il tempo non ha inacidito, ma gli ha dato una qualità sempre più squisita; perché «eterna è la sua misericordia».



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