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Il Presidente: Discorsi

IN&AUT Festival – Inclusione&Autismo

Discorso pronunciato a Milano (Fabbrica del Vapore)

Buongiorno a tutti,
saluto le autorità presenti: il Sindaco di Milano Giuseppe Sala, il Vice-Presidente della Regione Lombardia Letizia Moratti, il Presidente del Consiglio Regionale Alessandro Fermi, i parlamentari, i relatori e tutti i partecipanti a questa cerimonia.

Sono particolarmente felice di presenziare all'apertura di "IN & AUT Festival".
Il mio sentito ringraziamento va al senatore Eugenio Comincini e agli altri promotori, per avermi invitato a "tenere a battesimo" e condividere l'emozione di questa bellissima iniziativa che non ha precedenti nel nostro Paese.
Consentitemi di ringraziare di cuore anche i rappresentanti di tutte le associazioni, le strutture medico-sanitarie, le realtà produttive, gli artisti che con la loro presenza qui a IN & AUT Festival, testimoniano lo straordinario e tangibile impegno che la nostra Italia profonde nei confronti delle persone con autismo.

La mia presenza oggi non vuole marcare soltanto la vicinanza delle istituzioni e la responsabilità dello Stato nei confronti di tutte le persone e le famiglie che ogni giorno devono affrontare l'autismo e tutte le sue problematiche.
Per me, essere qui all'inaugurazione di IN & AUT Festival, è la conferma di un'adesione ancora più profonda e sentita.
Vuol dire continuare quel percorso - fatto di partecipazione e supporto - iniziato più di tre anni fa, quando ho aperto le porte di Palazzo Madama ai ragazzi di "PizzAut" e del "Tortellante".
Quel giorno, per la prima volta nella storia delle istituzioni, l'autismo è entrato con le sue gambe nel Senato della Repubblica.
E i ragazzi ci hanno offerto una meravigliosa dimostrazione di come il lavoro possa essere la strada maestra per raggiungere la vera inclusione.
Il mezzo in grado di restituire speranza, prospettive, dignità e persino salute, laddove prima non ve n'era traccia.

Il cammino iniziato in quella bellissima serata in Senato è proseguito il 1° maggio dell'anno scorso, quando per la Festa del Lavoro ho scelto di venire a Cassina de' Pecchi per partecipare alla tanto attesa apertura di "PizzAut".
Quel giorno, dai tavoli di PizzAut si è alzato un messaggio nuovo di speranza per l'intero Paese e ha preso forma un esempio da seguire per tutti: con il lavoro, anche i più fragili possono raggiungere la realizzazione personale.

Il Festival che si apre oggi - dunque - è un'altra tappa importante del lungo e faticoso viaggio dell'autismo verso l'inclusione sociale e il lavoro.
Un viaggio che, per giungere a destinazione, ha bisogno però del sostegno fattivo e dell'attenzione di tutti: Istituzioni, classe politica, comunità scientifica, mondo della cultura, società civile.
Attenzione: è questa la parola-chiave.
Il termine che, più di altri, ci indica la rotta da seguire per andare incontro ai bisogni delle persone che soffrono di disturbi dello spettro autistico.
Di tutte quelle donne, quegli uomini, ragazzi e bambini costretti a fare i conti con disfunzioni difficili da diagnosticare, pesanti da gestire, non di rado impossibili da curare.

In Italia - val la pena ricordarlo ancora una volta - i casi di autismo sono oltre 600 mila e purtroppo aumentano ogni anno di più.
Un bambino su 77 oggi presenta un disturbo dello spettro autistico: numeri che si fanno ancora più terribili e angosciosi se si pensa che le disabilità intellettive non sono patologie omogenee.
Ogni forma è diversa dall'altra.
Ogni caso richiede strumenti diagnostici specifici, percorsi riabilitativi particolari, aiuti e sostegni personalizzati.
E tutto questo, per le famiglie, si traduce in un calvario di visite e consulti non sempre lineari, di terapie e prescrizioni non sempre adeguate.
Tanto che "fragili", a volte, finiscono per diventare anche i genitori, lasciati soli e impotenti a far fronte alle esigenze di questi figli "speciali".
Bambini, ragazzi e giovani adulti che hanno bisogno di un'attenzione particolare, di un "tempo di relazione" che, mai come nel loro caso, può diventare anche "tempo di cura".

Ed è con la stessa "attenzione" tipica delle madri e dei padri, dei medici e degli educatori, che lo Stato e le sue istituzioni hanno il dovere di occuparsi del mondo dell'autismo.
Illuminare ogni anno di blu le facciate dei Palazzi per il 2 aprile è un segnale importante ma non basta.
Perché le persone autistiche e le loro famiglie devono convivere 365 giorni all'anno con queste "fragilità" e con i disagi che ne conseguono.
Penso alle terapie che nei centri specializzati spesso sono a carico di genitori non sempre in grado, sul piano economico, di farvi fronte.
Penso all'assistenza che manca per i casi gravi e privi di sostegno familiare e ai quali purtroppo la Legge 112/2006 sul "Dopo di noi" non riesce a provvedere, per l'insufficienza della dotazione finanziaria.
Penso alle strutture ospedaliere dove spesso, in situazioni di urgenza, è difficile anche riuscire a trovare una collocazione per i pazienti autistici.
Penso alla scuola, alle lacune che purtroppo la pandemia ha ulteriormente aggravato. E ai troppi insegnanti di sostegno che ancora mancano per gli alunni con disabilità psichiche.
Penso alle tante discriminazioni che a tutt'oggi le persone con disturbi dello spettro autistico sono costrette a subire nella nostra società.

Mi auguro che IN & AUT Festival, in questo senso, rappresenti una chiamata a raccolta per tutti: amministratori, politici, aziende, cittadini.
Per ricordare al Paese quanto è importante investire nelle strutture e nei servizi per le famiglie che convivono con l'autismo.
Quanto è importante aiutare le scuole, mettendo a disposizione più insegnanti e valorizzando quei docenti che del sostegno hanno fatto una vocazione.
Quanto è importante - infine - garantire agli adulti con autismo percorsi di formazione-lavoro e di inclusione concreta, in grado di migliorare la qualità della vita, costruire un futuro diverso da quello di assistiti perenni e non abbandonarli al proprio destino.

Sono particolarmente orgogliosa che sotto questo profilo, un input importante sia partito proprio dal Senato della Repubblica con la norma, voluta fortemente dal senatore Comincini, che prevede sgravi fiscali e contributivi per le startup sociali che assumono lavoratori con autismo.
È un passaggio importante che tutela e valorizza le tante esperienze innovative di inclusione al lavoro già esistenti e che, ne sono certa, genererà altre opportunità e iniziative.

Solo quando lo Stato avrà potenziato il sistema di risposta pubblica alle esigenze educative, sanitarie e sociali dei "fragili", solo quando nessuna famiglia in difficoltà sarà stata lasciata indietro, soltanto allora potremo dire di aver compiuto fino in fondo il nostro dovere.
Ma se il livello di civiltà di un Paese si misura anche sulla sua capacità di cogliere il valore delle "diverse abilità" per farne uno strumento di forza, tutte le persone che questo Festival ha richiamato qui a Milano, tutti voi siete la testimonianza più vivida che siamo sulla strada giusta.
Grazie a tutti.



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