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Il Presidente: Discorsi

Inaugurazione della mostra "Women to Watch"

Visita ufficiale negli Stati Uniti. Discorso pronunciato in occasione dell'incontro organizzato a Villa Firenze dall'Ambasciatore Varricchio per l'apertura della mostra presso il National Museum of Women in the Arts

Caro Ambasciatore, Signore e Signori,
sono particolarmente grata all'Ambasciatore Varricchio per averci oggi riuniti nella splendida Villa Firenze in occasione dell'inaugurazione della mostra "Donne da osservare" presso il "Museo Nazionale sulle Donne nelle Arti".
È per me motivo di grande gioia potere incontrare oggi le artiste, le curatrici e le donne che, con la loro passione e la loro arte, hanno reso possibile la realizzazione di questo evento.
Il Museo è un'istituzione davvero straordinaria, non solo per la qualità delle opere che vi sono custodite, ma anche per lo spirito pionieristico con cui fu immaginato e creato.
Tutto cominciò negli anni '60. L'affermazione della parità effettiva dei diritti e dei doveri tra donne e uomini muoveva, allora, i primi passi di un cammino ancora oggi da compiere fino in fondo. E la sostanzialità del contributo femminile al progresso del genere umano, e della vita in ogni sua manifestazione, era ancora troppo misconosciuto.

Wilhelmina Cole Holladay volle contribuire a scardinare questa concezione utilizzando il più universale dei linguaggi, quello dell'arte e della cultura.
Mi colpisce e mi emoziona immaginare la determinazione con cui per oltre due decenni lei ha pazientemente raccolto, insieme al marito, centinaia di opere di donne, artiste allora sconosciute, emancipandosi dal decalogo ufficiale della critica e del mercato d'arte del tempo.
Ammiro l'energia e il coraggio con cui questa passione si è trasformata, oltre trent'anni fa, in un'azione concreta: la fondazione di un Museo, che da allora raccoglie e valorizza le testimonianze della creatività femminile attraverso i secoli e le culture, investendo in iniziative di studio, ricerca e promozione di respiro internazionale.

Mi fa molto piacere poter dire che anche l'Italia, storicamente culla delle arti e della cultura, è attivamente partecipe di questo laboratorio permanente. Ringrazio per questo l'Associazione italiana Amici del Museo Nazionale, che ne segue le iniziative con grande vitalità.
E mi inorgoglisce naturalmente sapere che, così come artiste italiane dei secoli passati sono esposte nelle collezioni storiche del Museo, artiste italiane più giovani sono presenti nelle attività più recenti, come la mostra "Donne da osservare", che si inaugura dopodomani.
Questa iniziativa celebra l'intuito, l'ingegno e la capacità innovativa delle donne, attraversando senza timori i confini degli stili, delle tecniche, delle tendenze e delle forme espressive.
Saluto affettuosamente la nostra Serena Porrati, che rappresenta l'Italia nell'edizione di quest'anno. La "osserveremo", e la "terremo d'occhio", per seguirne il talento, la crescita professionale e il cammino che la aspetta.

Il mondo dell'arte e della cultura ha diramazioni e articolazioni nelle quali le donne hanno fatto fatica a veder riconosciute le proprie capacità e competenze, in Italia come altrove.
Non penso solo alle artiste, ma anche a tutte coloro che sono attive in istituzioni, imprese e professioni che ai beni artistici e culturali sono strettamente connesse.
Oggi, finalmente, non fa più notizia sapere che una donna, con pieno merito, dirige un grande museo o una prestigiosa istituzione culturale, ma è un risultato raggiunto solo di recente.
Esistono nel passato alcuni illustri esempi, che hanno però rappresentato conquiste eccezionali. Voglio ricordare Palma Bucarelli, sovrintendente alla Galleria nazionale di arte moderna di Roma dal 1941 al 1975. È stata protagonista di una rivoluzione culturale che ha saputo innovare profondamente la gestione della Galleria e soprattutto avvicinare l'Italia alla produzione artistica internazionale contemporanea.
Questo processo deve ancora compiere alcune tappe importanti, nell'arte e in altri campi dell'attività umana, così come nella consapevolezza degli individui e delle società cui appartengono.

Saluterò con entusiasmo il giorno in cui non sarà più considerato un fatto straordinario che le donne siedano ai vertici delle più grandi istituzioni o alla guida di un Paese.
Mi onora essere la prima donna a ricoprire, in Italia, la seconda carica dello Stato. Ma la mia soddisfazione sarà piena solo se questo percorso contribuirà ad aprire nuove strade alle generazioni future.
Grazie a tutti, viva l'arte, viva la cultura...viva le donne!



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