Inaugurazione dell'800° Anno Accademico dell'Università di Padova
Buongiorno a tutti.
Oggi celebriamo gli 800 anni dell'Università di Padova. 800 anni di una Università italiana di frontiera che è stata la palestra intellettuale di una Europa curiosa, enciclopedica nel rapporto con il sapere, aperta alle scoperte, sensibile alle contaminazioni di idee.
A questa Università mi lega una lunga appartenenza.
Con grande emozione rivolgo pertanto il mio più sincero ringraziamento al Magnifico Rettore, al corpo docente, a tutto il personale tecnico e amministrativo e agli studenti per l'impegno e la passione con cui hanno promosso le celebrazioni di questo 800° anniversario.
Saluto il Presidente della Repubblica.
Saluto il Presidente del Parlamento europeo, il Ministro dell'Università e della Ricerca, il Ministro per le disabilità, il Presidente della Regione, i colleghi parlamentari, il Sindaco di Padova, i Rettori italiani e stranieri e tutte le Autorità civili, religiose e militari presenti.
800 anni fa un gruppo di professori e studenti ha costituito a Padova un nuovo polo di sapere e conoscenza per una precisa scelta valoriale e metodologica riassunta nel motto: "Universa Universis Patavina Libertas", "Tutta intera, per tutti, la libertà nell'Università di Padova".
"Libertà" è la parola chiave che ha segnato il lungo e straordinario percorso di civiltà di questo Ateneo, grande incubatore di idee da cui è nata l'Europa moderna.
Penso al ruolo dell'insegnamento accademico e a quella tradizione giuridica che ha consentito all'Europa di affermarsi progressivamente come terra del diritto e dei diritti.
Penso alla libertà della scienza moderna, fondata sull'approccio empirico-sperimentale elaborato da Galileo Galilei e sviluppato in ambito medico da Andrea Vesalio, fondatore dell'anatomia moderna.
Penso alla libertà umana come tema portante degli studia humanitatis e del classicismo che questa Università ha saputo interpretare in una costante osmosi con la Città, e che ha rappresentato un modello di riferimento per l'Europa.
Penso infine alla libertà nell'accesso alla formazione accademica dove l'università patavina, con la prima donna laureata al mondo, si fa avanguardia nell'emancipazione femminile.
Questi sono i germi nati nel grande generatore della libertas patavina. Una eredità di conoscenze, valori e ideali fondata sul connubio tra una razionalità scevra da pregiudizi e la più alta idealità.
Una eredità che ha dato all'Università di Padova e a suoi studenti la forza morale per superare, insieme alla comunità cittadina, le prove più difficili della storia.
Come è avvenuto nella rivolta antiasburgica dell'8 febbraio 1948, considerata la prima insurrezione dove sono gli studenti a farsi interpreti del rinnovamento politico e sociale.
Come è avvenuto nella resistenza, lo ricorda la grande stele all'ingresso di questo Palazzo, quando 107 studenti sono morti nella lotta al nazifascismo. Per questo l'Ateneo è stato l'unico ad essere insignito della medaglia d'oro al valore militare.
La spinta morale alla libertà è il fil rouge di tutto il passato glorioso dell'Ateneo, ma non solo.
È la motivazione che muove docenti e studenti ad essere protagonisti di un presente e di un futuro glorioso, come recita lo slogan di questo anniversario, "Compio 800 anni e ancora imparo", che dà l'idea plastica dello stimolo continuo alla conoscenza e dei progressi del sapere.
È sempre la libertà al centro del fertile interscambio tra l'Università e il tessuto produttivo di un territorio dalle molteplici potenzialità economiche e sociali.
La solida rete di collaborazioni con le imprese ha consentito all'Ateneo di essere volano della libertà di impresa; un volano tanto più importante in un momento di emergenza economica come quello attuale, determinato dalla pandemia e dalla guerra tra Russia e Ucraina.
Penso ad esempio alla Fondazione Uni-Smart, nata per promuovere il trasferimento tecnologico tra mondo accademico e industriale o all'incubatore di progetti imprenditoriali innovativi Start Cube: fonti di opportunità lavorative e artefici di evoluzione scientifica.
Ma la libertà oggi si declina anche nei progetti di eccellenza rispetto alle nuove frontiere del sapere e della conoscenza.
Come la Scuola Galileiana di Studi superiori, dove si sperimentano percorsi innovativi di formazione e ricerca.
O il Giardino della biodiversità realizzato all'interno dell'Orto botanico, il primo orto universitario al mondo.
Come la ricerca aerospaziale di avanguardia, che vede il solido patrimonio di conoscenze astronomiche, ingegneristiche, fisiche, geologiche e tecnologiche farsi polo trainante della nuova "economia dello spazio".
O l'impegno per "una nuova visione di medicina", alimentato dai progressi nella ricerca biomedica e dal contributo strategico dell'Università al nuovo Polo per la salute.
Il motore che dà spinta a questo viaggio ottocentenario è oggi come ieri lo stesso: la libertà come fondamento della cultura e la cultura come linfa vitale di qualsiasi cammino di libertà.
Fuori dalla libertas non ci può essere progresso possibile nel diritto, nella scienza, nella medicina, negli studi umanistici, nell'arte, e quindi non ci può essere crescita sociale.
Solo rimanendo fedeli a questa vocazione potremo combattere le insidie contemporanee di una società della conoscenza che troppo spesso confonde la libertà con il relativismo. E insieme potremo continuare a disegnare l'Europa del progresso attraverso il sapere.
Grazie.