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Il Presidente: Discorsi

Giuseppe Zamberletti, padre della Protezione Civile

Il discorso del Presidente Casellati durante la presentazione del libro "La luna sulle ali"

Rivolgo il mio saluto al Senatore Alfieri, organizzatore di questo evento, al Ministro Giancarlo Giorgetti e agli autorevoli relatori.
"La luna sulle ali" è un bel libro.
La suggestione del titolo è un invito alla lettura.
Una lettura appassionante che mi ha colpito sin dalle prime pagine per l'originalità della tecnica espositiva: l'alternarsi continuo del racconto degli autori, alle parole del protagonista, Giuseppe Zamberletti, che diviene quasi la voce narrante e il filo conduttore che unisce e rende vivi episodi e personaggi.

Ne emerge anzitutto il suo straordinario tratto umano: un uomo di rara simpatia, dotato di una naturale capacità di comunicazione, di un entusiasmo contagioso e di una intraprendenza dinamica e multiforme.
E proprio questa capacità creativa di azione, unita alla profondità del pensiero, lo hanno reso protagonista della vita politica e istituzionale del Paese dagli anni '50 in poi.

Entrato giovanissimo nel Consiglio Comunale di Varese nel 1956, fonda l'Associazione italiana dei giovani amministratori.
Dal 1968 è eletto deputato per sei legislature e infine Senatore della Repubblica.
Si caratterizza e si distingue fin dall'inizio della sua esperienza politica, per le idee innovative di cui è convinto e convincente interprete.
Fonda infatti il Gruppo Europa Settanta che diventa il primo movimento presidenziale del mondo cattolico.
Senza timidezze, anzi al contrario, con un coraggio non comune, diviene protagonista del dibattito politico.
Individua, con lungimiranza le criticità del sistema istituzionale italiano e intuisce, con rara capacità di visione, possibilità concrete di riforma.

In questo risiede la preziosa originalità del contributo di Giuseppe Zamberletti alla storia di questo Paese: nella capacità, tutta sua, di unire visione e concretezza, ideali e responsabilità delle decisioni.
E l'ambito dove queste caratteristiche della sua ricca personalità si sono manifestate con maggiore evidenza, è stato proprio quello della Protezione Civile, la sua "Creatura", l'oggetto del suo interesse, del suo impegno, della sua dedizione, della sua generosità creativa.

Alla Protezione Civile arriva grazie ad alcune decisive e brillanti intuizioni che vorrei riassumere in queste tre parole chiave:
prevenzione,
conoscenza,
e organizzazione.

Zamberletti era infatti convinto che, in un territorio fragile e geologicamente inquieto come quello italiano, occorresse lavorare e concentrare le proprie energie anzitutto sulla prevenzione dei fenomeni naturali e delle calamità.
Ma era altresì convinto che una prevenzione efficace dovesse procedere dalla conoscenza approfondita del territorio e soprattutto delle dinamiche dei fenomeni naturali.
Per questo egli aveva compreso che una Protezione Civile veramente efficace dovesse operare in stretto e sistematico collegamento con la scienza e la ricerca.

Una visione questa, moderna e di portata rivoluzionaria, che anticipava moduli operativi, cui si sarebbero poi conformate altre realtà a livello internazionale.

Il suo pragmatismo lo portava però a ritenere imprescindibile l'attenzione costante per l'organizzazione del servizio di Protezione Civile.
Un'organizzazione anche questa, modernamente fondata sulla responsabilizzazione delle autonomie locali e sulla valorizzazione del volontariato.
Insomma un sistema complesso e articolato, la cui elaborazione risale addirittura alla fine degli anni '70 e che verrà realizzato e regolamentato negli anni a venire, sino a diventare un modello invidiato e imitato.
Un indispensabile, essenziale e prezioso riferimento per tutti gli italiani, come abbiamo potuto apprezzare e sperimentare nei faticosi mesi della pandemia.

Per questo il debito di riconoscenza dell'intero Paese nei confronti di Giuseppe Zamberletti è pari solo alla sua grandezza, alla grandezza di un uomo che ha espresso, al massimo livello, competenza, professionalità e capacità di lavoro.
Un uomo che è stato ed è un esempio di passione civile, di affezione non al potere ma al bene comune, all'interesse generale delle Istituzioni e dei cittadini.

Per questo vorrei ringraziare gli autori di quest'opera così importante, Gianni Spartà e Lorenzo Alessandrini che, senza alcuna retorica ma con una scrittura lieve e significativa al contempo, ci hanno restituito la figura di un personaggio che è e rimarrà per tutti noi un modello di pensiero e di azione, la cui presenza quotidiana apprezziamo e percepiamo proprio attraverso la sua "Creatura".



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