Fondazione per la ricerca biomedica avanzata - V.I.M.M.
"Buongiorno a tutti.
E' un vero piacere essere qui oggi e avere l'opportunità di visitare i laboratori della Fondazione per la ricerca biomedica e dell'Istituto di Medicina Molecolare.
Due centri di assoluto riferimento nel campo della biologia e delle biotecnologie applicate alla medicina.
Saluto le autorità presenti e ringrazio il Professor Stefano Pagano e il Professor Luca Scorrano per la calorosa accoglienza.
Vorrei inoltre ringraziare la Vice Presidente Giustina Destro, che questo appuntamento ha fortemente voluto e promosso.
Ritrovarci finalmente insieme, rappresentanti delle Istituzioni, dell'Università, della Sanità, della Ricerca, così come della finanza e delle principali realtà economiche e produttive cittadine è senz'altro un'importante testimonianza di attenzione verso questi meravigliosi poli scientifici.
L'esperienza della Fondazione e dell'Istituto costituisce infatti, un chiaro esempio di come sia possibile coniugare al meglio originalità creativa, rigore scientifico e capacità realizzativa nell'ambito di un progetto ambizioso lungimirante.
Un progetto di respiro internazionale, capace di attrarre eccellenze straniere così come di far tornare dall'estero tante intelligenze italiane che, in queste strutture, hanno deciso di proseguire il loro lavoro.
Qui biologi, medici, chirurghi, fisici e ingegneri possono lavorare insieme, condividendo laboratori e dotazioni, ma anche idee, talenti, competenze ed esperienze.
Qui l'implementazione delle più moderne tecnologie, al servizio tanto della ricerca di base quanto di quella clinica, consente di elaborare soluzioni all'avanguardia e di immediata applicazione per la cura di molte gravi patologie.
Ne abbiamo avuto una prova anche in questi drammatici mesi durante i quali la Fondazione e l'Istituto, insieme all'Università di Padova e alla Regione Veneto, hanno rapidamente sviluppato e sperimentato nuove e promettenti terapie farmacologiche contro il coronavirus.
E lo hanno fatto attraverso un approccio metodologico originale, ispirato dalla medicina di genere, sviluppato in chiave multidisciplinare e attuato per curare pazienti oncologici ammalati di Covid.
Questo significa davvero saper fare innovazione e saperla trasferire immediatamente in un contesto applicativo.
Questi sono i modelli di sviluppo che abbiamo il dovere di conoscere e di far conoscere, di promuovere e di sostenere sempre.
E dobbiamo farlo con atti concreti: non con un applauso o con attestati di merito, ma dando ai nostri scienziati e ai nostri ricercatori risorse, strumenti, prospettive di carriera, l'opportunità di esprimere il loro potenziale.
Investiamo nella ricerca, quindi, perchè è da qui che parte la rinascita economica e sociale di un Paese stremato dalla pandemia, con troppe aziende in ginocchio e milioni di famiglie sempre più vicine alla soglia di povertà.
Investiamo nella ricerca, perchè è stato grazie al monitoraggio, alla documentazione e allo studio di ogni aspetto del virus, fatto in laboratori come questi, che è stato possibile approntare i primi protocolli sanitari grazie ai quali oggi molte attività possono riaprire.
Investiamo nella ricerca, perchè saranno sempre laboratori come questi a sviluppare i vaccini e a sperimentare le cure per sconfiggere definitivamente il virus e per restituire ai cittadini quella sicurezza sanitaria che è la prima e fondamentale condizione per tornare alla normalità e uscire dalla morsa della recessione.
Perchè l'Italia non riparte veramente se i cittadini non si sentono al sicuro; le aziende non riaprono completamente se sui luoghi di lavoro prevale il rischio o la paura di ammalarsi.
Investiamo nella ricerca, perchè il futuro delle attività artigianali, sociali, culturali e di tutto l'indotto del turismo - che sono il cuore pulsante del nostro tessuto socio economico e che oggi faticano a rimettersi in moto - hanno un bisogno vitale dei risultati, delle garanzie e delle certezze, che solo la ricerca è in grado di offrire loro.
Investiamo nella ricerca, perchè - come diceva Marie Curie - "Niente nella vita va temuto, deve solo essere compreso. Ora è tempo di comprendere di più, così da temere di meno".
Ecco, la ricerca ha questo meraviglioso potere: quello di metterci in condizione di conoscere e di comprendere ciò che ancora non conosciamo; di rendere possibile ciò che sembra impossibile; di aiutarci a trovare le soluzioni anche ai problemi più difficili.
Il potere di liberarci dalle paure e di tornare a sperare in un futuro di benessere e di opportunità.
Un futuro possibile solo se saremo in grado di dimostrare concretamente di avere finalmente compreso che la ricerca non è un optional - un accessorio a cui guardare solo nei momenti di necessità o di bisogno - ma è strumento fondamentale di crescita, di competitività e di sviluppo tanto in ambito sanitario quanto sul piano sociale ed economico.
Se dalla pandemia avremo acquisito questa consapevolezza allora sì che potremo dare un senso a tanto dolore, a tanti sacrifici, a tanta sofferenza.
Grazie a tutti.