Decima Giornata Europea dei Giusti: messaggio del Presidente del Senato
E' con sentimenti di forte partecipazione che invio il mio saluto in occasione delle celebrazioni per il decennale della "Giornata Europea dei Giusti".
Istituita dall'Unione Europea in seguito all'ampio consenso internazionale raccoltosi attorno a un'iniziativa promossa dalla Fondazione Gariwo, questa giornata, proclamata solennità civile dal Parlamento Italiano, rappresenta da sempre un prezioso momento di condivisione, dialogo e riflessione sui valori della responsabilità, della tolleranza e della solidarietà.
Anche quest'anno, le cerimonie, le commemorazioni e le numerose iniziative di confronto e approfondimento che coinvolgeranno scuole, istituzioni e cittadini in Italia, in Europa e nel mondo, saranno occasione per raccontare, spiegare e tramandare importanti storie di grande coraggio e generosità.
Storie di donne e di uomini che non hanno avuto paura di ribellarsi alle tirannie dei totalitarismi, di respingere leggi ingiuste e moralmente inaccettabili, di opporsi all'indifferenza della società o di affrontare grandi pericoli e sacrifici personali per aiutare, proteggere e salvare altri esseri umani, vittime di persecuzioni e terribili violenze.
Oggi più che mai, di fronte al precipitare degli eventi che hanno riportato alle porte dell'Europa una guerra che rischia di vanificare il faticoso processo di pace, ricordare l'esempio dei giusti ci esorta a riflettere sugli orrori e sulle atrocità di cui è stata capace l'umanità.
Pagine buie di dolore, sopraffazione, sofferenza e disperazione di fronte alle quali deve maturare in ciascuno di noi la consapevolezza che ribellarsi alle ingiustizie non dovrebbe mai essere un gesto di pochi, ma un dovere di tutti.
Il mio auspicio è che la forza evocativa della memoria possa anche in questa occasione rinnovare il valore storico di quel comandamento morale "non commettere più genocidi", approvato nel 1948 dalle Nazioni Unite e oggi riproposto in ogni "Giardino dei giusti" presente in Italia e nel mondo, e farne, ancora una volta, una voce più potente di ogni rancore, interesse o motivo di contrasto e divisione.
Una voce rivolta alle coscienze di tutti, così come a tutti si rivolge il messaggio di speranza che i giusti ci hanno lasciato, per guidare la storia dell'umanità nella direzione della libertà, della giustizia, della pace e dell'amicizia tra Popoli e Nazioni.