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Il Presidente: Discorsi

Concorso internazionale “Prix Italia"

Discorso pronunciato a Roma presso il Foro di Augusto

Autorità,
signore e signori,
sono particolarmente lieta di portare il mio saluto personale e quello del Senato della Repubblica in occasione della 71esima edizione del Prix Italia.

L'importanza che questa manifestazione ha saputo conquistare negli anni è ben rappresentata dai numeri di questa edizione: 37 Paesi coinvolti, 65 Broadcaster presenti, 273 prodotti editoriali in competizione.
Un concorso internazionale che ha quindi i tratti dell'unicità e che, anche attraverso la propria particolare organizzazione - basata sul coinvolgimento di tutti i membri nell'ambito dell'Assemblea Generale -, ha saputo porsi come uno dei principali eventi legati alla programmazione e alla progettualità di qualità.
Il tema scelto quest'anno, "la valorizzazione delle identità culturali", si intreccia a mio avviso direttamente con ciò che il Prix Italia ha rappresentato in questi oltre 70 anni di vita.

La storia di questa iniziativa ci racconta infatti una straordinaria capacità di raccontare i territori - a partire dalle meravigliose città d'arte italiane che ogni anno ospitano i lavori -, insieme alla indiscussa vocazione ad anticipare e accompagnare le tendenze, ponendo sempre e comunque il cittadino al centro di una strategia che di anno in anno si è costantemente arricchita di nuove e prestigiose sessioni e progetti speciali.
Non è quindi un caso se un premio nato in un'epoca in cui la radio rappresentava il principale strumento di comunicazione, abbia negli anni saputo estendere con naturalezza il proprio raggio d'azione prima alla televisione e negli ultimi anni anche al web, il luogo che per i nativi digitali rappresenta la naturale piattaforma di scambi e di interazioni.

Ripercorrendo idealmente il percorso che il Prix ha fatto dalla prima edizione tenutasi a Capri nel 1948, la radio era indiscutibilmente il principale strumento per seguire in diretta gli eventi più rilevanti e per avere la possibilità di fruire di notizie in tempo reale. Proprio il 48 fu l'anno del trionfo di Gino Bartali al Tour de France. E fu grazie alla radio che la notizia di quella vittoria, che cambiò anche il corso della vita politica italiana, giunse nelle piazze esultanti per una impresa capace di mettere in secondo piano le differenze ideologiche e le relative rivendicazioni.
E sempre grazie alla radio, l'anno successivo, una storica voce della Rai, quella di Mario Ferretti, entrò nelle case di tutti gli italiani per raccontare le gesta di "quell'uomo solo al comando", Fausto Coppi, che stupì il mondo in una tappa del Giro d'Italia compiendo una delle più epiche imprese sportive di tutti i tempi.

Qualche anno dopo, a partire dal 1960, un Paese in pieno boom economico conobbe invece la forza irrefrenabile dello strumento televisivo, capace di "insegnare" la lingua italiana alle masse agricole e industriali che segnavano ancora numeri elevatissimi di analfabetismo.
"Non è mai troppo tardi", indimenticabile trasmissione del prof. Manzi, consentì a milioni di italiani di conseguire la licenza elementare, rappresentò un forte collante culturale per una Nazione ancora ferita dalla guerra e introdusse alcuni elementi di straordinaria modernità: dalla cross-medialità - si utilizzavano tutti gli strumenti a disposizione (dagli audio ai filmati), alla internazionalizzazione del prodotto televisivo (il format della trasmissione fu esportato in oltre 70 Paesi di tutto il mondo).

Nella società attuale, sempre più digitale e interconnessa, il web rappresenta una occasione unica per consentire a tutti di esprimersi. Una palestra per il pensiero e per la libertà. Penso al ruolo dei social network nel dare l'allarme e nel guidare i soccorsi durante emergenze e calamità o ai video girati dai manifestanti in alcune aree del mondo in cui la libertà d'espressione non è ancora garantita.
Penso anche ai tanti artisti e alle numerose serie web che tramite la rete sono riusciti ad emergere con proposte originali, spesso dissacranti e innovative.
Per dirla con le parole di uno storico protagonista di questa manifestazione, Federico Fellini: "Un linguaggio diverso è una diversa visione della vita".

Ma al di là delle opportunità che i vari strumenti di comunicazione hanno avuto nel tempo, oggi, nell'epoca delle grandi piattaforme trans-nazionali, il rischio è di non poter più concepire un'attività editoriale che riguardi la vita sociale delle comunità, ne anticipi e agevoli lo sviluppo, ne rimarchi le criticità e le mancanze.
Si tratta di una sfida globale, da sostenere però con le armi uniche dei territori, delle specificità, delle unicità.
Una sfida che sono certa la Rai affronterà potendo contare sull'esperienza e sui risultati di questa manifestazione. Grazie infatti ad una naturale vocazione all'innovazione il Prix ha saputo raccogliere e mettere a sistema il meglio dell'offerta internazionale - come dimostrano le ultime rilevanti adesioni delle associazioni di Broadcaster asiatici e latino-americani -, ponendosi nel panorama globale come un'opportunità per dare voce a tutte le voci.

È per questo che mi piace usare il termine "sostenibilità culturale", un concetto che lega la qualità dei singoli prodotti di comunicazione con la capacità di costruire percorsi che possano essere messi a disposizione delle future generazioni.
Ed è per questo che il confronto, ad un così alto e qualificato livello, può rappresentare, anche per le istituzioni, un utile momento di riflessione e di analisi, specie con riferimento a quelli che potrebbero essere spunti per nuovi provvedimenti legislativi.

Personalmente sono molto legata a questi temi, tanto da aver avviato da qualche mese un progetto, Senato&Cultura, con l'obiettivo di offrire ai giovani talenti un'occasione per mostrare le proprie qualità e per dare ai cittadini la possibilità di conoscere le eccellenze artistiche e culturali.
Una sfida alla quale tengo molto e per la quale vorrei cogliere l'occasione per ringraziare il Presidente Foa e tutta la Rai che è partner di Senato & Cultura e che sin dal primo momento ha creduto fortemente in questa idea.

Nel fare i migliori auguri a tutti i finalisti e nel ringraziare i tanti e qualificati componenti di tutte le giurie, vorrei in conclusione fare i complimenti all'organizzazione del Prix Italia per le numerose e interessanti sessioni dedicate ai giovani e al mondo dell'università, e per aver voluto quest'anno dedicare una esposizione temporanea allo storico centro di produzione Rai di via Teulada.

Avendo avuto il privilegio di ricordare in Senato i 50 anni dell'allunaggio, un evento unico che dagli studi di via Teulada tenne idealmente per giorni gli italiani in contatto con la Luna, credo che celebrare con una mostra lo storico centro di produzione Rai sia il miglior auspicio per proiettarsi verso i nuovi traguardi che la televisione potrà e saprà conseguire.



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