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Il Presidente: Discorsi

Commemorazione strage di Bologna

Intervento del Presidente Alberti Casellati nell'Aula del Senato

Signori senatori,

il 2 agosto del 1980 fu inferta al nostro Paese una ferita insanabile. Alle ore 10,25 di quel sabato, 85 innocenti persero la vita e oltre 200 tra uomini, donne e bambini rimasero feriti.

Se alla stazione di Bologna tuttora c'è l'orologio, fermo per sempre a quel drammatico momento, a ricordarci fin dove possono arrivare l'odio e l'orrore, le Istituzioni hanno il dovere di fare in modo che il tempo non sia passato invano.

E non solo per impedire il ripetersi di gesti così folli, ma anche per lenire il dolore con tutto ciò che si ha a disposizione. Non ci possono essere zone d'ombra, a partire dalla ricerca di tutti i colpevoli, di tutte le connivenze.

Questa non è, non può e non deve essere l'occasione per polemiche di alcun tipo; oggi è il giorno in cui dobbiamo onorare le vittime, le loro storie, le loro vite.

E ricordare a noi stessi come il Paese sia riuscito, anche dopo quell'infausto giorno, a rialzarsi e ricostruire le ragioni del nostro stare insieme, i valori della nostra comunità nazionale, i principi alla base del nostro Stato di diritto.

Abbiamo ogni giorno il dovere di coltivare e tramandare la memoria di quanto accaduto, di come il terrorismo abbia cambiato per sempre la storia italiana dello scorso secolo e di come sia stato sconfitto, a tutti i livelli.

L'Italia non si arrese e seppe trovare, in nome della libertà e della democrazia, la forza per costruire un Paese migliore, pacificato.

Alle famiglie delle vittime giunga il sentito cordoglio dell'Aula del Senato della Repubblica.

Invito tutti i colleghi ad un minuto di raccoglimento.



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