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Il Presidente: Discorsi

Cerimonia per il XX anniversario istitutivo delle Sezioni Giurisdizionali della Corte dei Conti per il Trentino-Alto Adige

L'intervento del Presidente del Senato, Elisabetta Casellati

Autorità, Signore e Signori,
ho accolto con sincero piacere l'invito a portare il mio saluto in apertura di questo importante seminario per celebrare il ventesimo anniversario del decreto legislativo che ha istituito le Sezioni giurisdizionali della Corte dei conti per il Trentino Alto Adige.
Desidero rivolgere un saluto al Presidente Angelo Buscema e al Vice Procuratore Generale Paolo Luigi Rebecchi. La vostra presenza quest'oggi è testimonianza di come forte deve sempre essere il rapporto tra gli organi centrali della Corte e le sue sedi dislocate sul territorio.
Un saluto che desidero estendere al Presidente della Sezione giurisdizionale di Trento, Pino Zingale, al Procuratore Marcovalerio Pozzato ai magistrati e a tutto il personale amministrativo, fondamentale per il pieno funzionamento degli uffici.
Saluto inoltre i Presidenti delle Province autonome di Trento e di Bolzano, Maurizio Fugatti e Arno Kompatscher, il Sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, i Parlamentari e le Autorità presenti.

In questi giorni ho avuto modo di visitare entrambe le Province e di confrontarmi con i rappresentanti delle principali realtà produttive, commerciali e cooperative.
Sono state giornate intense, in cui ho visto la storia e la tradizione di questi luoghi intrecciarsi con prospettive future virtuose, lungimiranti e coraggiose.
Tutto questo mi ha confermato quanto possa essere emozionante declinare al meglio spirito intraprendente, capacita realizzativa e produttiva, attenzione alla qualità della vita e rispetto per l'ambiente e le sue risorse.

Ma ho altresì percepito come sia sempre più diffusa tra i cittadini, in Trentino-Alto Adige come in tutto il Paese, l'esigenza di un nuovo patto tra privato e pubblico basato su una rinnovata fiducia verso le istituzioni e nel loro operato.
Un patto che metta al centro di ogni azione di governo una nuova etica della condivisione delle responsabilità tesa al bene comune.
Quella stessa morale che è alla base del contratto sociale su cui è stato edificato il nostro ordinamento democratico e sanciti i principi e i valori a cui deve attenersi l'agire dei pubblici amministratori.

Legalità, imparzialità, correttezza - e ancora - buon andamento, efficienza, semplificazione, trasparenza, gestione virtuosa delle risorse: sono queste alcune delle principali aspettative che gli italiani rivolgono nei nostri confronti.
Aspettative che devono senz'altro ispirare l'attività di un Legislatore che ambisca a dare solidità e struttura agli apparati dello Stato, ma di cui si devono fare principali interpreti coloro che sono chiamati in prima persona ad amministrare gli interessi e le risorse della collettività.
Occorre tuttavia prendere contezza di come la corruzione nella pubblica amministrazione continui a rappresentare una ferita profonda e lacerante in tutto il Paese.

Una piaga che, al di là delle non secondarie implicazioni in termini di danni erariali, si traduce soprattutto in una pericolosa perdita di credibilità delle Istituzioni che mette in pericolo la tenuta stessa dell'ordinamento.
Un equilibrio peraltro reso ancora più fragile dai sempre più frequenti casi di cattiva amministrazione e dagli inaccettabili costi che ne derivano a carico dei contribuenti.
Episodi che, anche quando non configurano specifiche ipotesi di reato, sono comunque il frutto di una gestione delle pubbliche risorse superficiale, incompetente o, peggio ancora, negligente.

Ed è proprio di fronte a questi dati che si impone l'urgenza di una riflessione sulla necessità di dare ascolto a quelle istanze che provengono dai cittadini, che sono i veri, autentici, detentori della sovranità.
Ce lo impone il nostro ruolo costituzionale.
Ce lo impone il nostro essere custodi del diritto degli italiani ad esigere uno Stato a cui poter dare fiducia.
Un diritto che si deve tutelare attraverso interventi legislativi volti a semplificare ed a rendere accessibili i meccanismi dei processi decisionali; promuovendo iniziative tese a facilitare il rapporto tra privati e pubblica amministrazione o sostenendo, con misure adeguate, il costante aggiornamento professionale dei pubblici dipendenti.

Ma un diritto che si tutela anche combattendo con severità ed efficacia la corruzione nella pubblica amministrazione; monitorando con rigore l'attività degli enti, degli amministratori e dei pubblici funzionari e, ovviamente, garantendo una giustizia efficace ed efficiente anche a livello di conti pubblici.
Ecco quindi che la Corte dei conti, nell'ambito delle sue prerogative, acquista un ruolo imprescindibile a presidio degli equilibri istituzionali e a tutela delle legalità.
Un ruolo da svolgere tanto attraverso l'esercizio delle funzioni giurisdizionali quanto nello svolgimento dei suoi compiti di controllo e di garanzia.

Anche questa importante celebrazione - (che si svolge peraltro sotto lo sguardo leggero degli splendidi Putti giocosi dei fratelli Dotti che impreziosiscono le pareti di questa Sala) - deve essere occasione per trarre dei bilanci su quanto si è fatto e su cosa si può fare in questa direzione.
Certamente, occorre proseguire nell'azione di riordino e di razionalizzazione della legislazione in materia di giurisdizione, avviata dal decreto legislativo 26 agosto 2016, n. 174, istitutivo del Codice della giustizia contabile.

Parimenti è necessario prendere atto dell'urgenza di misure per potenziare le dotazioni e gli organici della Corte, anche a livello amministrativo, specie nelle sedi più in difficoltà.
Ma occorre anche promuovere con convinzione nuove forme di sinergia capaci di superare la tradizionale funzione di controllo preventivo della legittimità degli atti, per collocarsi in un più ampio contesto di virtuosa collaborazione tra organi costituzionali e tra enti ed istituzioni.

Collaborazioni peraltro già sperimentate anche all'interno degli organismi parlamentari, come testimoniato, ad esempio, dal sempre più frequente ricorso alla consultazione della Corte da parte delle Commissioni permanenti nell'ambito della discussione di proposte di legge che possono interessare gli ambiti di sua competenza.
Perchè solo attraverso una sincera e leale condivisione delle responsabilità pubbliche tra tutti i soggetti coinvolti vi può essere piena condivisione degli obiettivi
E solo attraverso la piena condivisione degli obiettivi si può affermare all'interno delle Istituzioni quel nuovo orizzonte culturale necessario per dare autorevolezza alle Istituzioni stesse e nuova fiducia agli italiani.



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