Cerimonia di premiazione del concorso “Vorrei una legge che...” a.s. 2018-2019
Care ragazze, cari ragazzi,
a voi tutti, ai vostri docenti e dirigenti scolastici, ai tanti genitori che seguiranno i nostri lavori dalle tribune, rivolgo un saluto e un sincero benvenuto nell'Aula di Palazzo Madama.
Mi commuove vedere questi banchi gremiti di bambini e colorati dalle bandiere della nostra Repubblica, di cui ieri, 2 giugno, abbiamo tutti celebrato la Festa.
Ed è davvero con grande gioia che dichiaro aperta la cerimonia di premiazione del concorso "Vorrei una Legge che", per l'anno scolastico 2018-2019.
Da oltre dieci anni il progetto "Vorrei una Legge che", promosso dal Senato della Repubblica in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, accompagna studenti giovanissimi, quali siete voi, alla scoperta di uno dei cardini su cui poggia ogni ordinamento democratico, ovvero il processo che conduce alla genesi, alla discussione, all'approvazione delle leggi che regolano la vita di ogni cittadino.
Si tratta, per il Senato della Repubblica, di una tappa essenziale nella costruzione di un dialogo aperto con le generazioni più giovani. Un dialogo che deve essere avviato fin dai primi livelli di istruzione scolastica, con l'obiettivo di avvicinare anche i più piccoli alle Istituzioni e di offrire loro gli strumenti necessari per comprendere i princìpi e i valori sui cui si fonda la nostra convivenza civile.
Mi entusiasma sapere che, anche quest'anno, al nostro "appello di partecipazione" hanno risposto scuole da ogni parte d'Italia. E mi emoziona immaginare la determinazione e l'impegno con cui, nel corso di questi mesi, voi ragazzi avete condotto a termine il vostro compito di piccoli legislatori.
Lo avete fatto nel pieno rispetto del meccanismo democratico di approvazione delle leggi, fondato sul confronto di idee, opinioni e obiettivi; sull'approfondimento e sulla conoscenza dei temi affrontati; sul dibattito aperto e trasparente finalizzato a costruire il miglior testo di legge possibile, per il bene di ciascun individuo e della collettività.
Dai vostri diari dei lavori emerge l'accuratezza del lavoro fatto in classe, sotto la paziente e attenta guida dei vostri insegnanti, che per questo ringrazio.
Vi siete confrontati per individuare insieme i temi cui dare priorità, votando, se necessario, per giungere a una decisione; vi siete informati attraverso lo studio ma anche coinvolgendo le vostre famiglie, persone esperte a voi vicine o istituzioni e associazioni attive sul vostro territorio; avete ragionato e discusso su quali fossero le norme da inserire nella legge, e su quali fossero le parole migliori e più chiare per esprimerle.
Infine, forti di quanto avete imparato, siete giunti ad approvare una legge destinata, nelle vostre intenzioni, a migliorare la qualità della vostra vita, di quella dei vostri compagni, e di quella di ognuno di noi.
Nel farlo, vi siete misurati con argomenti diversi, non facili, mai banali.
Ci avete parlato di ambiente e tutela del pianeta; di attenzione alle strade e agli spazi comuni; di diritto a una corretta informazione anche per i più piccoli; di arricchimento dei programmi didattici e delle strutture scolastiche; dell'importanza del gioco, dello sport o del viaggio come parte del bagaglio educativo di ogni studente; di cura per gli anziani e di rapporti tra le generazioni; delle responsabilità di adulti e genitori nel porre regole ai bambini, anche in merito all'uso eccessivo delle nuove tecnologie; di cittadinanza, partecipazione, coscienza civica, condivisione; e, infine, della prima e fondamentale tra le leggi del nostro Paese, ovvero la nostra Costituzione.
Sono temi rilevanti e complessi, che avete saputo trattare con grande serietà e attenzione. Ma voglio qui ricordare anche l'originalità, l'inventiva e la fantasia con cui avete trasformato le vostre riflessioni in disegni, fotografie, canzoni, video, collàge.
Ho avuto modo di ammirarli poco fa nella mostra in cui sono esposti, proprio accanto a quest'Aula, e a ciascuno di voi rivolgo i miei più sinceri complimenti per la ricchezza del lavoro che avete compiuto.
Con grande immediatezza ed efficacia, le vostre creazioni ci aiutano a comprendere concretamente quali sono i temi e i problemi che sentite più vicini, che più vi stanno a cuore.
Sono idee di cui faremo tesoro come adulti e, come legislatori, nello svolgere la nostra funzione istituzionale.
Care ragazze, cari ragazzi, nel concludere il mio saluto voglio condividere con voi la speranza che questo primo incontro con il mondo delle Istituzioni vi spinga a proseguire con convinzione in questo cammino, e vi incoraggi a coltivare sempre le vostre idee, con passione e serietà, senza mai prescindere dal rispetto di quelle di chi vi sta accanto.