Cerimonia di consegna del Premio dei premi 2019
Autorità, Signore e Signori
ho accolto con grande piacere l'invito della Fondazione nazionale per l'innovazione tecnologica COTEC ad ospitare qui in Senato la cerimonia di assegnazione del "Premio dei premi", di cui quest'anno ricorre la decima edizione.
Il "Premio dei premi" è un prestigioso riconoscimento concesso dal Presidente della Repubblica, che certifica il significativo valore strategico della capacità realizzativa nel campo dell'innovazione.
Una iniziativa che ha dato prova di essere un prezioso "elemento di continuità nelle politiche pubbliche del Paese al di là dell'alternarsi e del succedersi delle maggioranze e dei governi", come aveva auspicato l'allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione della sua prima edizione nel 2009.
Un auspicio che condivido e che mi auguro trovi ulteriore conferma in futuro, per il benessere di tutti e soprattutto per costruire insieme un Paese sempre più ricco di opportunità.
I progetti e le realtà che oggi ho l'onore di premiare hanno già vinto nel corso dell'anno le rispettive competizioni nazionali organizzate nei campi dell'industria, dei servizi, dell'università, della pubblica amministrazione e del terziario.
Vi sono gruppi consolidati, tantissime giovani startup, piccole e medie imprese, enti locali e amministrazioni centrali.
Diversi sono i settori nei quali la loro progettualità innovatrice si è contraddistinta:
- dalla riorganizzazione aziendale, alla modernizzazione dei processi per la produzione e la fornitura di beni e servizi;
- dalla realizzazione di applicazioni informatiche all'avanguardia, allo sviluppo di tecnologie di risparmio energetico;
- da una migliore attenzione all'ambiente, all'implementazione di strumenti che assicurino una maggiore trasparenza avvicinando i cittadini alle amministrazioni;
- dall'automazione dei servizi, alla valorizzazione delle fonti rinnovabili, solo per citarne alcuni.
Sono stati tutti selezionati attraverso una procedura severa e rigorosa, che ha coinvolto, oltre alla Fondazione COTEC, il Dipartimento della funzione pubblica, l'Associazione italiana degli incubatori universitari, Confindustria, Confcommercio, l'Associazione bancaria italiana e l'Associazione disegno industriale.
Le targhe che stiamo per consegnare riconoscono queste realtà come esempio di orgoglio nazionale.
Rendono merito alla passione, all'impegno instancabile, al lavoro e ai tanti sacrifici che sono stati necessari per raggiungere traguardi alti e ambiziosi.
Certificano la capacità di interpretare con lungimiranza le complesse e articolate esigenze di una società che sta cambiando sempre più velocemente.
Un cambiamento che trova nell'evoluzione delle tecnologie e dei processi di integrazione e di interconnessione globale una forza propulsiva di fronte alla quale il nostro Paese deve assumere un ruolo da protagonista, come le nostre tante imprese hanno già dimostrato in Italia e nel mondo.
Una spinta che è espressione di una visione coraggiosa, capace di superare standard qualitativi finora raggiunti - per quanto di eccellenza in molti casi - e migliorarsi continuamente.
Una capacità di visione che assume valore particolarmente meritorio quando ad esprimerla è la pubblica amministrazione, a partire proprio dai Comuni, che sono i primi diretti interlocutori dei cittadini e le entità che meglio conoscono le peculiarità dei territori e le loro potenzialità.
A tale riguardo, consentitemi di rivolgere un saluto al Sindaco Brugnaro e a tutti gli amministratori presenti in Sala. Un saluto che desidero estendere - insieme al mio sincero apprezzamento - a tutte le amministrazioni impegnate a rinnovarsi ed a valorizzarsi continuamente.
Perseguire strategie di innovazione e sviluppo negli enti locali significa investire sulla qualità della vita e sul benessere dei cittadini;
significa avere a cuore il territorio e le sue risorse;
significa guardare al futuro con grande senso di responsabilità.
Vi è poi un altro settore altamente strategico sul tema dell'innovazione: quello delle Università.
Se le nostre industrie, le piccole e medie imprese e gli enti pubblici possono essere gli attori protagonisti del cambiamento, alle Università deve essere affidato il compito di esserne gli sceneggiatori e i registi: di scriverne e dirigerne le pagine più importanti.
A loro spetta l'onere di elaborare le basi teoriche e scientifiche dei processi di sviluppo; di promuovere una ricerca libera, ma allo stesso tempo consapevole del suo ruolo centrale per dare impulso alla crescita della società.
Essere insigniti del "Premio dei premi" significa quindi diventare ambasciatori di una cultura dell'innovazione.
Una cultura che si esplica proprio attraverso la realizzazione di progettualità come quelle odierne e che ci apre ad un nuovo moderno rinascimento, che ciascuno di noi ha il dovere di promuovere e diffondere.
Perchè innovare è difficile e il coraggio da solo a volte non è sufficiente a superare le opposizioni, le diffidenze, i costi e le tante difficoltà che spesso si incontrano quando si propone qualcosa di nuovo e di rivoluzionario.
Il coraggio va sostenuto, va protetto e soprattutto deve essere premiato, perchè - come diceva un grande innovatore quale fu Adriano Olivetti - "un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia a lavorarci. E allora può diventare qualcosa di infinitamente più grande".
Grazie a tutti.