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Il Presidente: Discorsi

Cerimonia di assegnazione del Premio De Sanctis

Villa Doria Pamphilj (Roma)

Autorità tutte, cari premiati, Signore e Signori,
è con grande piacere che partecipo alla cerimonia di assegnazione del Premio De Sanctis per la saggistica, preziosa occasione di scambio e di confronto, divenuta negli anni autorevole voce del panorama culturale e letterario, anche al di fuori dei confini nazionali.

Rinnovo il mio apprezzamento al Presidente De Sanctis per la lungimiranza nell'averlo ideato, facendone un cardine delle numerose iniziative di impegno culturale e civile su cui la Fondazione De Sanctis ha costruito negli anni la propria missione e la propria identità.
La capacità innovativa, la qualità dei rapporti di collaborazione, la vitalità dei progetti hanno consentito alla Fondazione di ampliare nel tempo il suo orizzonte d'azione. L'impegno nel valorizzare la complessa eredità intellettuale, ideale e politica di Francesco De Sanctis ne ha alimentato la motivazione e consolidato il prestigio.

Della visione, degli obiettivi della Fondazione, il Premio sa essere una valida sintesi, cogliendo l'importanza di promuovere l'interesse verso una scrittura - quella della saggistica - fatta di riflessione e di approfondimento, di analisi e di osservazione, ma non per questo priva di coinvolgimento e di partecipazione.
Rivolgo un saluto alle prestigiose giurie delle varie edizioni del Premio, che hanno saputo proporre alla nostra attenzione testi capaci di appassionare per la qualità della prosa e l'intensità del vissuto narrato, come di suscitare interrogativi, alimentare valori, accendere curiosità.

Diverse per forma e contenuto, per la pluralità dei punti di vista che esprimono e dei contesti in cui sono maturate, le opere premiate convergono per l'intelligenza e la sensibilità culturale con cui rileggono il passato o raccontano il presente, attraverso un approccio laico e indipendente alla cultura e alla conoscenza nelle sue molteplici espressioni.
Ne sono testimonianza i riconoscimenti attribuiti a Liliana Segre, a Riccardo Muti, a Claudio Magris, a René De Ceccatty e a Tomaso Montanari.

Nel rivolgere a tutti i vincitori le mie più sincere congratulazioni, voglio cogliere quest'occasione per rinnovare la mia stima e riconoscenza a Liliana Segre per il coraggio e la franchezza con cui ha raccontato ai giovani un tragico passato, offrendo loro quegli strumenti di comprensione e presa di coscienza che soli possono arginare il suo ripetersi futuro.

Di questa lezione, della necessità di investire energie e risorse nella maturazione civile dei giovani, dobbiamo tutti sentirci investiti, farne un impegno condiviso del quale il mondo della cultura e della scienza, di concerto con le Istituzioni, deve necessariamente costituire forza trainante e ispiratrice.
Proprio la devozione alle giovani generazioni è uno dei tratti più spesso ricordati dell'insegnamento di Francesco De Sanctis, un lascito morale che non può essere disatteso. Sono certa che la Fondazione De Sanctis, che ha assunto su di sé la responsabilità di tenerne vive le idee e di tramandarne il pensiero, saprà fare la propria parte per esserne fedele interprete.



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