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Il Presidente: Discorsi

56° Anniversario disastro del Vajont

Messaggio del Presidente del Senato Elisabetta Casellati in occasione della commemorazione delle vittime

"E' con sentimenti di forte partecipazione che invio il mio saluto in occasione delle commemorazioni dedicate alle vittime del disastro del Vajont.

Donne, uomini e bambini travolti - anche nel sonno - dall'incontenibile forza di decine di migliaia di metri cubi d'acqua che, con un'onda alta più di duecento metri, hanno scavalcato la diga ultimata solo pochi anni prima, per abbattersi sulle sottostanti abitazioni di Longarone e dei comuni limitrofi.

Indelebile è il ricordo di tutto quel dolore; dello smarrimento e della disperazione dei sopravvissuti; dell'orrore dei corpi straziati recuperati dal fango e dalle macerie degli edifici; di quel senso di fragilità, di precarietà e di impotenza che nella notte ha lacerato e sconvolto le coscienze di tutto il Paese.

La storia ha ampiamente dimostrato come la frana del Monte Toc e le sue tragiche conseguenze siano state un disastro ambientale annunciato, provocato e favorito dall'incompetenza e dall'incoscienza del fattore umano.

Responsabilità che devono essere motivo di profonda riflessione - soprattutto oggi - sull'urgenza di non sottovalutare i segnali di allarme provenienti dai cambiamenti climatici in atto, dai sempre più frequenti casi di rischio idrogeologico e dai tanti altri pericoli innescati da uno sfruttamento irresponsabile dell'ambiente e delle sue risorse.

Celebrare questo anniversario significa, quindi, stringersi in un momento di solenne raccoglimento con gli orfani e i familiari delle vittime, perchè sentano forte la vicinanza delle istituzioni, della cittadinanza e di tutta la Nazione.

Significa rappresentare un attestato di gratitudine verso l'instancabile impegno delle forze dell'ordine, dei vigili del fuoco, dei militari, degli operatori sanitari e di tutti i volontari che si adoperarono con ogni mezzo per prestare i primi soccorsi e per mettere in sicurezza i luoghi.

Ma significa anche rendere merito all'incredibile capacità dimostrata da questa terra di sapersi risollevare e di trovare nei suoi abitanti la forza per ricostruire e guardare avanti con nuove speranze.

Speranze che, come Istituzioni, abbiamo il dovere di non tradire e di non deludere. Perchè sulla memoria del disastro del Vajont, così come di tante altre tragedie ambientali che hanno colpito il nostro Paese, devono essere poste le basi per una nuova etica della sostenibilità.

Una morale che metta al centro della progettazione, della realizzazione e della conservazione di ogni infrastruttura pubblica o privata il valore e la dignità della persona umana, così come il rispetto per le peculiarità dei territori e la piena integrazione con essi.

Una prospettiva a cui anche il Parlamento deve aderire con convinzione, attraverso norme sempre più stringenti ed efficaci per assicurare la sicurezza delle abitazioni, degli uffici, delle scuole e di ogni edificio pubblico o privato.

Lo dobbiamo alla memoria delle 1917 vittime del Vajont e lo dobbiamo alle nuove generazioni e al loro diritto di guardare con fiducia al futuro.



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