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Il Presidente: Discorsi

Sessione conclusiva del Terzo Forum sullo Sviluppo economico locale

Intervento del Presidente del Senato, Pietro Grasso, al Polo Reale di Torino

Autorità, Signori e Signore,

Per prima cosa voglio ringraziare il Sindaco Fassino per l'invito, davvero gradito, alla cerimonia conclusiva di questo evento che sotto diversi profili segna una tappa importante nella riflessione sulle prospettive e sulle sfide dello sviluppo economico globale. Ho avuto modo di essere informato sui lavori dai protagonisti di queste giornate, e di leggere il documento conclusivo dell'evento. Ebbene, a me sembra che l'impostazione che ha orientato questa edizione torinese abbia rafforzato significativamente il senso originario del Forum, testimoniando la praticabilità di nuovi metodi di confronto politico, e programmazione delle politiche. La specificità di questi approcci è nella ricerca di fertili interazioni fra le dimensioni locali, statuali e internazionali; e nella realizzazione di solide alleanze fra le istituzioni territoriali locali e centrali, concepite come entità che alimentano il sistema di cooperazione internazionale.

Lo conferma la composizione di questo panel conclusivo che abbraccia tutte e tre le dimensioni rispondendo a criteri non meramente rituali o protocollari. E mi sembra sia non casuale la stessa scelta di ospitare questa Conferenza nella città di Torino, un tempo capitale del Regno d'Italia e oggi capoluogo di un'area associata tradizionalmente nell'immaginario collettivo allo sviluppo industriale e adesso anche impegnata con successo nella riscoperta delle identità, dei valori, dei sapori dei territori locali.

La presenza oggi del Segretario Generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, per noi è motivo di soddisfazione e contribuisce a dare rilevanza a questa visione di insieme. Ieri mattina al Parlamento riunito in seduta comune abbiamo celebrato insieme il sessantesimo anniversario dell'adesione dell'Italia alle Nazioni Unite. Il nostro Paese considera l'Organizzazione un punto di riferimento essenziale della propria politica estera e in questi decenni ha sempre contribuito a rafforzare i tre pilastri fondanti delle Nazioni Unite: pace e sicurezza, sviluppo, diritti e libertà. Si tratta di temi certamente non nuovi, ma gli attuali squilibri globali richiedono una gestione collettiva diversa, basata su una visione "modulare" delle priorità, su un metodo di lavoro flessibile e adattabile nello spazio e nel tempo. Il nuovo "patto" auspicato dal Segretario Generale Ban-ki-moon in occasione del lancio dell'Agenda per lo sviluppo ONU 2015-2030 sottintende l'esigenza di una crescita fondata sulla complementarietà e sull'integrazione delle dimensioni economica, sociale, culturale e ambientale dello sviluppo.

In questo percorso, la sfida più profonda che abbiamo davanti è stabilire obiettivi e priorità concreti e realizzabili, partendo dalla definizione di strumenti effettivi per la loro attuazione. Questo è un punto considerato, molto opportunamente, anche nella dichiarazione finale del Forum, nella quale si auspica una rinnovata partnership globale tra le organizzazioni internazionali, i governi, il settore privato, la società civile. L'anello di congiunzione di questa nuova virtuosa alleanza risiede proprio nei territori, nelle comunità, negli enti di governo locali.

I territori saranno il contesto reale delle trasformazioni economiche, produttive, ambientali, sociali e umane postulate dalla nuova Agenda. Saranno il laboratorio di progetti di innovazione inclusiva, di partenariati nel mondo della produzione e del lavoro, di nuovi modelli economici, di forme innovative di contaminazione fra università, impresa e municipalità, di un rinnovato protagonismo femminile nello sviluppo. Le decisioni fondamentali continueranno ad essere prese al "centro", ma nella consapevolezza che è a livello locale che i progetti devono trovare "gambe" sulle quali camminare. Io sono convinto che proprio dalla capacità di integrare il "dato locale" già nella fase di programmazione delle azioni di governo dipenderà il successo delle nostre strategie future.

L'Italia, per la sua millenaria, solidissima e affascinante tradizione di municipalità orgogliose della proprie identità e tradizioni, comprende molto bene quale possa essere il valore aggiunto dei territori allo sviluppo economico, sociale e umano di un paese. Dai dibattiti del Forum mi sembrano essere emersi due ordini di stimoli: il primo per uno sviluppo globalmente più equo, solidale e omogeno; e il secondo per un sistema di governo dei territori e dei fenomeni più democratico e più partecipativo. La chiave di ogni democrazia, io credo, è nel governo locale, perché è con il volto degli amministratori sul territorio che lo Stato si presenta ai cittadini per curarne ogni giorno i diritti, le esigenze e le aspirazioni. E da questa precisa consapevolezza noi dobbiamo ripartire, insieme, anche per affrontare i grandi nodi dello sviluppo economico, locale e globale.

Concludo congratulandomi con Piero Fassino per l'entusiasmo e l'intelligenza con cui ha saputo affrontare questo appuntamento e ringrazio le tante delegazioni che hanno arricchito il Forum. Ciascuno di voi qui ci ha lasciato un frammento di sé, della propria vita e del proprio territorio, e riporterà a casa frammenti di umanità che ha trovato a Torino. E questa, cari amici, è la vera ricchezza di ritrovarsi a condividere il nostro lavoro, il nostro impegno e le nostre speranze per le generazioni che verranno.

Grazie



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