Conferenza del Presidente della Repubblica di Tunisia Beji Caid Essebsi
Signor Presidente della Repubblica Tunisina, Autorità, cara Presidente Boldrini, cari colleghi, Signore e Signori,
desidero augurare il più cordiale benvenuto al Senato della Repubblica a lei, Presidente Essebsi, alla sua delegazione e tutti voi. Per me è un grande onore e un piacere potere ricevere nella storica Sala Koch, per oltre un secolo la sede centrale della Biblioteca del Senato, il Presidente di un Paese cui l'Italia e gli italiani sono legati da sincera amicizia e da profondo rispetto.
Io, Signor Presidente, sento un affetto molto particolare per il suo Paese e il suo popolo perché da bambino, dal balcone di casa nella mia Sicilia, vedevo la costa tunisina, potevo quasi toccarla con la mano, e sono cresciuto considerandola parte della mia stessa terra, della mia stessa vita. Anche per questa ragione tre anni fa (era esattamente il 7 febbraio del 2014) volli condividere con voi le celebrazioni in Parlamento della nuova Costituzione, la palingenesi della Tunisia. La nuova carta fondamentale simboleggiava la rinascita di un grande Paese, edificando le regole della convivenza collettiva sulla libertà, sui diritti, sul pluralismo e sulla giustizia. La Costituzione segna anche la maturità di un popolo che ha scelto il dialogo, lo Stato di diritto e la democrazia per comporre pacificamente le ideologie e le visioni diverse e per coniugare tradizione e futuro, memoria e modernità in un Paese che vanta un'ineguagliabile storia e procede avanti a testa alta. Una Costituzione lungimirante e coraggiosa che sta progressivamente trovando compimento, anche con il prossimo insediamento della Corte costituzionale e del Consiglio superiore della magistratura. Signor Presidente, noi ammiriamo la tenacia e la saggezza con cui in questi primi due anni del suo mandato, lei ha saputo unire il Paese in questa delicata fase di transizione politica e istituzionale caratterizzata da un quadro di sicurezza, economico e geopolitico complesso e impegnativo. La ringraziamo di cuore, Signor Presidente, per la considerazione e l'amicizia verso il nostro Paese, che dimostra oggi con la sua presenza al Parlamento italiano, la sede della nostra democrazia.
L'Italia è sempre stata al fianco delle istituzioni e del popolo tunisino. Ha pianto le vittime del Bardo e di Sousse; è il principale sostenitore della Tunisia in Unione europea e svolge un ruolo chiave nello sviluppo economico e sociale del Paese, tanto con gli aiuti, già in atto e offerti alla Conferenza Tunisia 2020, quanto con il lavoro delle sue aziende che operano con impegno in tutti i settori dell'economia tunisina. Il Parlamento italiano è fortemente impegnato a sostenere la democrazia tunisina e lavora al fianco del Parlamento tunisino, insieme ad altri paesi europei, nell'ambito del progetto di Gemellaggio per formare i funzionari parlamentari e per scambiare esperienze nei servizi legislativi, nella gestione amministrativa e delle risorse umane, nella comunicazione e nella diplomazia parlamentare. Il Senato coordina in particolare le attività relative al rafforzamento delle capacità e delle competenze dell'Assemblea tunisina in tema di iniziativa legislativa, emendamenti ai progetti di legge e controllo all'azione di governo e ha da pochi giorni presentato al Presidente dell'Assemblea un manuale di procedura dei servizi legislativi.
L'auspicio è che gli eccellenti rapporti bilaterali fra Tunisia e Italia possano essere il volano di un impegno comune nel Mediterraneo: il Mare che per tutti noi è padre e madre, il luogo della contaminazione di civiltà, lingue, religioni, culture, pensiero che ha segnato la storia dei nostri due Paesi. Il Mediterraneo oggi è preda di poteri criminali e terroristici; in molti Paesi si sgretolano le istituzioni mentre le alleanze politiche internazionali e sovranazionali perdono forza e legittimità lasciando così il campo all'unilateralismo e al nazionalismo. La crisi economica, i flussi di rifugiati e di migranti, il terrorismo, i fallimenti istituzionali chiamano Italia e Tunisia a gran voce a una responsabilità non più rinviabile. Noi, Signor Presidente, auspichiamo che prosegua l'eccellente e vitale cooperazione fra i rispettivi comparti di sicurezza contro il terrorismo internazionale, anche riguardo al fenomeno dei foreign fighters di ritorno. Speriamo che possa approfondirsi con determinazione il lavoro comune sul tema migratorio e la prevenzione del traffico di persone, secondo le linee che i Ministri degli Esteri Alfano e dell'Interno Minniti hanno proposto nelle loro recenti visite a Tunisi. Crediamo infine che debba mettersi in campo un'azione diplomatica comune per avviare una soluzione al comune problema della Libia.
Signor Presidente, nel ringraziarla ancora per la sua visita la prego, anche a nome della Presidente della Camera Boldrini e di tutti i parlamentari italiani, di rivolgere al popolo tunisino il nostro augurio affettuoso di pace, diritti e prosperità. Grazie.