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Il Presidente: Discorsi

Cerimonia per il sessantesimo anniversario dell'ingresso dell'Italia nell'Organizzazione delle Nazioni Unite

Intervento del Presidente del Senato, Pietro Grasso, nell'Aula legislativa della Camera dei deputati

Signor Presidente della Repubblica,
Signor Segretario Generale delle Nazioni Unite,
Signora Presidente della Camera dei Deputati,
Signor Presidente del Consiglio dei Ministri,
Autorità, Cari colleghi, Signore e Signori,
La celebrazione, di fronte alle Camere riunite del Parlamento, del sessantesimo anniversario dell'ingresso dell'Italia alle Nazioni Unite assume un significato profondo e so di interpretare i sentimenti di tutti i Parlamentari affermando che viviamo questa giornata con emozione e con orgoglio. Questo è il luogo dove si esprime e vive il principio supremo della nostra democrazia: la sovranità popolare, il portato di un patto costituente che affida sempre al popolo la prima e l'ultima parola. Questo è il luogo della dignità umana, dei diritti, dei principi sui quali abbiamo edificato la nostra civiltà. Questo è il luogo nel quale si vigila sull'operato dei nostri governi nell'ambito della comunità internazionale, per l'attuazione delle agende comuni e la promozione dei valori fondanti delle Nazioni Unite.

Viviamo una realtà profondamente diversa da quella del 1955, un mondo in rapido movimento che rende il ruolo dell'Organizzazione sempre più difficile e sempre più vitale. Anche nei Paesi più ricchi crescono le diseguaglianze, che determinano esclusione ed emarginazioni, mettono in pericolo la coesione sociale e vulnerano la libertà e i diritti fondamentali dei cittadini. Le politiche dissennate di crescita economica hanno accentuato i cambiamenti climatici e prodotto gravissimi danni all'ambiente e alla salute pubblica. Gli equilibri geopolitici sono resi sempre più incerti e instabili dai conflitti in corso, soprattutto nel Mediterraneo e nel Medio Oriente, dal terrorismo, dalla criminalità transnazionale, dall'economia illegale e dalla pericolosa combinazione di crisi di sicurezza, finanziarie, politiche e sociali. Abbiamo quindi bisogno di guardare alle Nazioni Unite con rinnovata fiducia e con sincero impegno per promuovere un nuovo patto che affronti le sfide del nostro tempo con la mente rivolta alle generazioni future, con strumenti di sicurezza, ma soprattutto promuovendo istituzioni e luoghi della politica, sostenendo attivamente il progresso sociale, culturale ed economico dei territori, come premessa per la pace e per la stabilità. Come ha detto il Presidente Mattarella, il dialogo e la cooperazione possono battere il fanatismo e la sopraffazione.

L'Italia ha sempre considerato l'Organizzazione un punto di riferimento essenziale della propria politica estera e da sessanta anni, con le sue iniziative, contribuisce a rafforzare i tre pilastri fondanti delle Nazioni Unite: il mantenimento della pace e della sicurezza; lo sviluppo; e infine la promozione di diritti e libertà fondamentali.
Oggi ci presentiamo all'appuntamento elettorale del giugno 2016 con fiducia e con la sicura consapevolezza di essere un Paese cardine dell'Organizzazione: un Paese che crede profondamente nel multilateralismo, nel dialogo e nella solidarietà; forte di una società civile creativa, attenta e matura, di istituzioni democratiche capaci di rinnovarsi e rafforzarsi, di una diplomazia intelligente e stimata, di forze armate inclini all'ascolto, alla mediazione e alla comprensione degli scenari e dei popoli in difficoltà. L'Italia affronta il futuro con la coscienza della propria storia millenaria di crocevia di civiltà e di culla del diritto e dei diritti, e sente forte la responsabilità di essere ponte fra il Medio Oriente, l'Africa, l'Europa e l'Occidente e punto di sintesi insostituibile delle complessità del Mediterraneo nel quale è immersa, fisicamente, politicamente e culturalmente.
Con quest'animo l'Italia si prepara ad affrontare i suoi doveri in seno alle Nazioni Unite per i decenni a venire, e con sentimenti di sincera amicizia e di riconoscenza per quanto lei ha fatto per le nazioni e i popoli del mondo la accogliamo, Signor Segretario Generale, al Parlamento italiano. Grazie



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