Il Presidente Schifani ricorda i magistrati Saetta e Terranova e il maresciallo Lenin Mancuso
Ricorrono oggi il 23mo anniversario della morte del giudice Antonino Saetta, barbaramente ucciso insieme al figlio Stefano il 25 settembre del 1988, e il 32mo anniversario dell'assassinio del magistrato Cesare Terranova e del maresciallo Lenin Mancuso. Li ricorda il Presidente del Senato, Renato Schifani. "Antonino Saetta era un grande magistrato che ha pagato con la vita l'amore per la verità, il rispetto per l'etica professionale, il rifiuto della corruzione e delle forti pressioni mafiose. La sua vita - afferma il Presidente del Senato - è stata, per chiunque l'abbia conosciuto, esempio di rettitudine e integrità morale. Il suo assassinio voleva essere un avvertimento per quei magistrati che, come Saetta, non si sarebbero tuttavia lasciati intimidire dalla prepotenza e dalla sopraffazione di una minoranza. Al contrario il suo esempio e quello di tante altre vittime della violenza mafiosa ci sprona ad andare avanti per affermare la forza del diritto alla libertà e alla serenità delle coscienze contro ogni prevaricazione". Di Cesare Terranova il Presidente Schifani ricorda il "ruolo fondamentale nella storia della magistratura impegnata sul fronte del contrasto alla criminalità mafiosa" e la tenacia con cui operò "in un'epoca in cui non esistevano ancora adeguati strumenti legislativi per svolgere una simile, aspra lotta". "Era un giudice inflessibile e mite, coraggioso ma non temerario, capace di portare anche in Parlamento, come deputato eletto nel 1972, il contributo profondo delle sue esperienze professionali di giudice istruttore e di magistrato inquirente con entusiasmo, con grande onestà intellettuale, con impegno e scrupolo". "Con gratitudine e ostinata convinzione - conclude il Presidente del Senato - teniamo vivo il ricordo di questi servitori dello Stato, affinché non venga meno l'impegno nella lotta contro la criminalità organizzata e per la difesa dei valori della democrazia e della libertà, ideali per cui hanno sacrificato la propria vita".