Decreto liberalizzazioni: emendamento Ici su beni della Chiesa non contrasta con i criteri richiamati dal Capo dello Stato
In relazione all'emendamento sull'applicazione dell'ICI ai beni della Chiesa, presentato oggi dal Governo al decreto-legge sulle liberalizzazioni, si apprende da ambienti vicini alla Presidenza del Senato che l'ammissibilità della proposta emendativa non contrasta affatto con i criteri richiamati dal Presidente della Repubblica alla luce della recente sentenza della Corte costituzionale, cui il Presidente Schifani ha espresso la propria convinta adesione.
L'emendamento è infatti omogeneo al contenuto del provvedimento sia riguardo il pacchetto di norme di armonizzazione con la normativa europea, all'interno delle quali si inserisce, sia con riferimento al tema della concorrenza.
Quanto al primo profilo, la norma risponde ad una procedura di infrazione aperta contro l'Italia, rispetto alla quale l'ordinamento fiscale italiano si presta a difficoltà interpretative e di accertamento.
Quanto al secondo profilo, la netta distinzione tra attività commerciali e attività non commerciali va vista come strettamente connessa alle questioni della libera concorrenza e del mercato.
Inoltre il testo, che ha natura di chiarificazione della questione sollevata in sede europea, è la risposta definitiva alle critiche riguardanti gli aiuti di Stato cosiddetti "esistenti".
Decreti-legge, il Presidente Schifani scrive al Capo dello Stato: convinta adesione a monito su limiti emendabilità
Il Presidente del Senato, Renato Schifani, ha scritto al Presidente della Repubblica per esprimergli la propria convinta adesione alla lettera inviata ieri ai Presidenti delle Camere e al Governo circa i limiti di emendabilità dei decreti-legge, alla luce della recente sentenza della Corte Costituzionale.Il Presidente Schifani, che ha provveduto a trasmettere la lettera ai Capigruppo e ai Presidenti di Commissione, già nei giorni scorsi aveva dichiarato improponibili per estraneità alla materia numerosi emendamenti presentati ai decreti-legge milleproroghe e in materia ambientale, anche se provenienti dai Relatori, dal Governo o se approvati a larga maggioranza dalle Commissioni competenti.Alla luce dell'altissimo monito del Capo dello Stato e della giurisprudenza della Corte Costituzionale, il Presidente del Senato intende proseguire con la stessa fermezza e lo stesso rigore in occasione di tutti i decreti-legge all'esame del Senato a cominciare dal provvedimento sulle liberalizzazioni in discussione in questi giorni a Palazzo Madama, sul quale aveva già richiamato l'attenzione del Presidente della Commissione ai fini di un severo vaglio di ammissibilità.