"In occasione del trentesimo anniversario della scomparsa di Vittorio Bachelet desidero esprimere la mia partecipazione, in questo giorno di memoria silenziosa e commossa". E' quanto afferma il Presidente del Senato, Renato Schifani, ricordando Vittorio Bachelet."A distanza di tanti anni - prosegue il Presidente Schifani - non possiamo dimenticare lo sgomento che l'uccisione per mano delle Brigate Rosse del grande giurista e politico, allora Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, ha prodotto nelle nostre coscienze. La violenza di quel gesto, ancora più odiosa in quanto compiuta in un luogo, l'università, in cui i giovani sono aiutati a maturare gli strumenti della loro consapevole appartenenza alla comunità, resti per tutti gli italiani un monito forte di riconoscimento nei comuni valori democratici della nostra carta costituzionale e di assoluta condanna di ogni forma di terrorismo"."Mi unisco idealmente - conclude il Presidente del Senato - a quanti ricordano oggi la testimonianza di questo straordinario martire civile, certo che la forza del suo messaggio umano e culturale permanga intatta per tutti noi. L'Italia sarà sempre grata a Vittorio Bachelet".

"Con animo ancora commosso desidero rinnovare la memoria e il sacrificio di un uomo giusto e coraggioso, che servì la sua terra e morì per la sua terra". Inizia con queste parole il messaggio che il Presidente del Senato, Renato Schifani, ha inviato al Presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana, Francesco Cascio, in occasione della cerimonia che si svolge oggi a Palazzo dei Normanni per la commemorazione di Piersanti Mattarella a trent'anni dall'omicidio."Motivi familiari - scrive il Presidente Schifani - mi impediscono di essere tra voi, come avrei veramente voluto e avevo programmato. Oggi ricordiamo l'uomo, il politico, il Presidente della Regione che amava la trasparenza, che aveva ben compreso i gravi e antichi problemi che assillavano la Sicilia ed era altrettanto determinato a risolverli. Il suo obiettivo, più volte ribadito nei venti mesi della sua presidenza, era una Regione con le 'carte in regola', perché la Sicilia potesse finalmente affrontare in condizioni di pari dignità i confronti con l'Europa comunitaria, con il governo centrale e con le altre regioni italiane. L'unica via, questa, nella percezione di Mattarella per recuperare un rapporto non clientare, ma di autentica partecipazione democratica tra cittadini e istituzioni regionali, attraverso una modernizzazione dell'azione amministrativa. Il motore della sua azione tenace, paziente, costante contro la mafia e in favore della legalità, era quella sete di trasparenza che lo ha accompagnato durante tutta la sua breve ma intensa esistenza"."La voglia di trasparenza in Sicilia - conclude il Presidente del Senato - significa necessità di guardare, di capire, di agire per sradicare connivenze di tipo mafioso; una trasparenza piena, coraggiosa e credibile. Questo, dunque il messaggio di Piersanti Mattarella: la Sicilia può e deve essere 'nostra', donne e uomini liberi dal giogo del ricatto. Prendiamo dunque esempio da Mattarella affinché il suo sacrificio non sia stato inutile, affinché la sua storia sia la nostra forza, il nostro futuro, il futuro dei nostri figli".