Caso Eluana Englaro: approvata la relazione della Commissione Affari Costituzionali
L'Assemblea ha approvato nella seduta pomeridiana di venerdì 1° agosto, la relazione della 1a Commissione che dà mandato alla Presidenza del Senato di promuovere conflitto di attribuzione tra i poteri dello Stato innanzi alla Corte Costituzionale con riguardo alla sentenza della Corte di Cassazione n. 21748 del 16 ottobre 2007 e alle decisioni successive di altri organi di giurisdizione sull'autorizzazione all'interruzione dei trattamenti che tengono in vita Eluana Englaro, che da oltre 15 anni è in stato vegetativo permanente.
E' stato anche approvato un ordine del giorno illustrato dal sen. Zanda (PD) che impegna il Parlamento ad esaminare ed approvare entro il 2008 una legge sul consenso informato e le dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari.
La sentenza della Corte di Cassazione, si legge nella proposta approvata, sembra configurarsi «come atto sostanzialmente legislativo, innovativo dell'ordinamento normativo vigente, adottato per via giudiziaria dal giudice di legittimità al quale compete, invece, la verifica della corretta applicazione del diritto vigente da parte dei giudici di merito». «Si propone di sottoporre, dunque, alla Corte Costituzionale - nell'ambito del giudizio per conflitto di attribuzioni fra poteri dello Stato - una definizione dei confini della discrezionalità ermeneutica del giudice, identificando - con particolare riferimento alla materia in esame - il limite oltre il quale tale potere, comunque costituzionalmente garantito, finisca per ledere l'esercizio della funzione legislativa, invece conferito al Parlamento. Così distinguendo - in termini sistematico-funzionali - il potere (esclusivamente parlamentare) di creazione delle leges da quello (esclusivamente giudiziario) di enucleazione degli iura».
L'ipotesi di delineare un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, conclude la proposta approvata dalla 1a Commissione, «risulta fondata su ragioni solide: in tal modo la Corte Costituzionale potrà stabilire se spetti o meno alla giurisdizione di risolvere casi non regolati dalla legge, in particolare quando una specifica norma di legge sia costituzionalmente necessaria quale presupposto indefettibile per sentenze o altre pronunce del giudice come quelle in questione».
Cerimonia del Ventaglio a Palazzo Giustiniani
Il Presidente del Senato Renato Schifani, giovedì 31 luglio, ha incontrato i giornalisti parlamentari per la tradizionale cerimonia del "Ventaglio". L'opera di quest'anno (nella foto) è stata realizzata da Claudia Sanfilippo, studentessa dell'Accademia di Belle Arti di Roma, e riproduce una chiocciola interpretata in stile cubista, approfondendo l'aspetto del contrasto dei colori complementari. Durante la cerimonia è stato anche assegnato il premio "Ettore Tito", in memoria del capo ufficio stampa di Palazzo Madama, andato al professor Mario Forno per uno studio sulle origini della stampa parlamentare, dal Parlamento subalpino fino alla consegna del primo Ventaglio nel 1893.
In occasione della cerimonia, che si è svolta a Palazzo Giustiniani, è stato distribuito un documento riepilogativo sull'attività svolta dal Senato da aprile a luglio 2008.
Commissione antimafia: via libera a sua istituzione
La Commissione Affari costituzionali il 30 luglio ha approvato in via definitiva, in sede deliberante, il ddl 265-693-730-734-B di "Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere". Si legge all'articolo 1 del testo approvato: «E' istituita, per la durata della XVI legislatura, ai sensi dell'articolo 82 della Costituzione, una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere in quanto operanti nel territorio nazionale». La Commissione sarà composta, come si legge all'articolo 2, «da venticinque senatori e venticinque deputati, scelti rispettivamente dal Presidente del Senato della Repubblica e dal Presidente della Camera dei deputati, in proporzione al numero dei componenti i gruppi parlamentari, comunque assicurando la presenza di un rappresentante per ciascun gruppo esistente in almeno un ramo del Parlamento».