DEF: sì dell'Aula alla risoluzione di maggioranza
Con 170 voti favorevoli, 24 contrari e 4 astenuti, il Senato il 26 aprile ha approvato una risoluzione di maggioranza sul Documento di economia e finanza 2012 (doc. LVII n. 5), sul quale hanno riferito i sen. Tancredi e Pegorer. Nella seduta del 24 aprile la Commissione Bilancio aveva concluso l'esame del provvedimento, dopo il parere espresso dalle altre Commissioni.
Per il relatore, sen. Tancredi, lo spirito del Documento coglie sempre di più il senso della programmazione del DEF voluta in sede Ue. Tra l'altro, novità assoluta di questa edizione del Documento, è la quantificazione dell'impatto recessivo delle manovre varate prima dal Governo Berlusconi e poi dal Governo Monti nel corso del 2011. Il Governo, con il DEF, intende dimostrare come, nonostante il quadro di degrado dell'economia mondiale ed italiana, l'andamento dei conti pubblici rimarrà nel prossimo triennio all'interno delle prescrizioni previste in sede UE dai recenti Trattati. Secondo il DEF, in sostanza, i conti pubblici nei prossimi anni soddisferanno senza ulteriori interventi correttivi le regole di bilancio concordate a livello europeo.
Per il relatore, sen. Pegorer, senza il percorso intrapreso a partire dalla manovra correttiva del dicembre 2011 (per poi proseguire con la riforma previdenziale, la semplificazione e il ddl costituzionale sull'equilibrio di bilancio), "le prospettive del nostro Paese sarebbero state del tutto simili a quelle che stanno interessando la Grecia, con ricadute pesanti non soltanto per l'area euro, ma per l'intero contesto internazionale". Lo stesso DEF ha riconosciuto infatti che l'iter intrapreso è stato "uno sprint realizzato con lo sforzo collettivo del Parlamento, delle parti sociali e di tutta la parte produttiva del Paese, oltre che del Governo".