Seminario dello scienziato J. Craig Venter sul tema "Un nuovo futuro per l'uomo grazie alla Biologia Sintetica"
Autorità, Signore e Signori.
Sono lieto di presenziare a questo incontro organizzato dal Centro studi per la sicurezza, presieduto dal Senatore Esposito che saluto.
La ricerca e il suo sviluppo per noi italiani sono e dovranno essere la frontiera dell'impegno sia parlamentare che governativo.
Gli sforzi che dovremmo fare in questi mesi e anni saranno da una parte tagliare le spese inutili e ripetitive, dall'altra aumentare gli investimenti nella ricerca e nell'università.
Già un primo sforzo con 7 miliardi di euro in 10 anni al programma spaziale di questi giorni è un primo passo. Il disegno di legge sull'università, con miglioramenti parlamentari, sarà un secondo passo di attenzione alla ricerca.
Allo stesso modo dobbiamo attirare la ricerca dei privati sul nostro territorio per non perdere le sfide mondiali a cui saremo chiamati nel 21° secolo.
Quello che ascolterete oggi risponde ad una domanda che spesso ci poniamo: come sarà il futuro.
In Italia i ricercatori sono pochi, ma non meno bravi di quelli degli altri paesi ove si investe molto di più.
E' questa la fotografia dei nostri ricercatori e della nostra ricerca scientifica.
Nella nostra società la ricerca scientifica non occupa ancora un posto importante e di questo tutti noi dobbiamo essere consapevoli per riuscire a farla considerare come una delle priorità del Paese.
Se lo Stato spende ancora una cifra ridotta, anche le imprese private investono in maniera insufficiente per ricerca e sviluppo.
Siamo l'unica nazione, tra quelle industrializzate, ove l'industria privata investe meno dello Stato, con limitata propensione per l'attività di investimento istituzionale in capitale di rischio, per trasformare le idee degli scienziati in successi di mercato.
Anche al Sud si spende troppo poco in ricerca e in innovazione.
La vera secessione tra Nord e Sud diviene anche quella tecnologica.
Il vero punto debole italiano è il grave squilibrio tra il numero dei nostri ricercatori operanti all'estero e quello degli studiosi stranieri che vengono in Italia.
Bisogna aprire le porte a chi vuol tornare, ma nel quadro più generale di creare condizioni attrattive per i migliori talenti internazionali.
Il tema nodale è la realizzazione di un fiorente "mercato dei cervelli", in modo che i migliori giovani sperimentatori, animati da spirito di competizione e provenienti da ogni area geografica vengano a lavorare nel nostro Paese, producendo innovazione e quindi ricchezza.
Ricerca, innovazione e formazione sono i granai di una nazione.
E' necessario in campo biomedico anche un indissolubile supporto dell'alta formazione perchè i medici del prossimo decennio, oltre che validi professionisti, devono essere scienziati capaci di padroneggiare il futuro che ci attende, sempre più pieno di grandi e imprevisti innovazioni.
Il fulcro del lavoro del Prof. Venter è, ed è stato, la ricerca sul genoma umano elemento costitutivo degli esseri viventi.
Il mondo ha sempre avuto dei pionieri, persone cioè che determinano progressi scientifici e tecnologici e che indicano nuove terre e nuovi orizzonti.
Nel ventunesimo secolo, molti ritengono che lo studio delle informazioni genetiche costituiranno un progresso tecnologico fondamentale.
Dodici anni fa Venter ha lanciato una sfida al programma sul genoma umano finanziato dal settore pubblico proponendo una gara, ed ha promesso di decifrare il codice genetico umano ad un decimo del costo, in una frazione del tempo stimato ed utilizzando le proprie tecniche.
La ricerca scientifica è certamente la strada per individuare i potenziali benefici per la salute, la sicurezza, il benessere degli individui, ma allo stesso tempo è indispensabile fissare gli appropriati confini etici a garanzia delle singole persone e dell'intera umanità.
I risultati interessanti ottenuti dalle ricerche del Prof. Venter meritano una giusta attenzione, perchè l'ingegneria genetica può aiutare alla cura di malattie anche gravi.
Tuttavia, se il progresso non è in sè negativo, ma anzi può migliorare le condizioni di vita delle persone, non si può mai dimenticare come compito di tutti, compresi gli scienziati, sia quello di valutare attentamente le conseguenze di ogni ricerca.
Non si deve avere paura dell'innovazione, ma allo stesso tempo le ricerche sul genoma rappresentano una frontiera dove l'intelligenza non è mai distaccata dalla moralità che sorregge e garantisce l'intera umanità.
Come è stato efficacemente affermato, "non si è creata la vita, se ne è sostituito uno dei motori".
Nessuna intelligenza è senza responsabilità. La vera scienza si sviluppa sempre all'interno della dimensione etica dove la dignità della persona resta la prospettiva da preservare.