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Il Presidente: Discorsi

L'8 marzo momento di riflessione e di verifica

Onorevoli Colleghi, (o forse, meglio "Onorevoli colleghe"),
ricorre domenica prossima 8 marzo, come certamente tutti sapete, la Festa della Donna.Non è, questa ricorrenza, solo un momento di rituale ricordo della rilevanza e della centralità della questione femminile nel nostro e negli altri Paesi.Certamente, c'è il ricordo e c'è la vicinanza affettuosa verso tutte le donne, quelle a noi più vicine negli affetti familiari, quelle che incontriamo negli ambienti di lavoro e nella vita sociale, quelle che nel nostro Paese e in tutto il mondo sono parte essenziale della società contemporanea.

Oltre a questo ricordo, l'8 marzo deve però costituire per tutti, uomini e donne, un momento di riflessione e di verifica su quanto è stato fatto e su quanto resta da fare per assicurare una uguaglianza non solo formale (questa è già stata riconosciuta con lungimiranza dall'articolo 3 della nostra Carta costituzionale che, ed è significativo, sancisce l'uguaglianza "di sesso" come prima fra tutte le altre pur fondamentali uguaglianze) ma concreta ed effettiva. Ciò vale nel campo dell'istruzione, del lavoro, dei diritti familiari e in tutti gli altri campi che devono assicurare la tutela della dignità, della libertà e dell'eguaglianza femminile, a qualsiasi livello questa si manifesti.

Episodi recenti di cronaca hanno portato nei mesi scorsi alla nostra attenzione il tema, purtroppo sempre attuale, della violenza contro le donne. Su questo, forze politiche, Parlamento e Governo, hanno già adottato misure significative e altre sono in corso di adozione con un consenso, spero, che possa essere il più ampio possibile. Ma, questa, è cosa che ci vedrà impegnati tutti i giorni. Oggi voglio solo ricordare e ringraziare, insieme a tutte le donne del nostro Paese, in particolare quelle che svolgono la loro preziosa attività nelle Istituzioni, a cominciare dalla nostra. A loro va il mio ringraziamento e il mio saluto affettuoso e, consentitemi di anticiparlo, una sorpresa che, mi auguro, permetterà loro domenica prossima di poter meglio riconoscere l'affetto che il Senato, e la sua Presidenza, portano nei loro riguardi.



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