Assemblea nazionale del club "I borghi più belli d'Italia"
Autorità, Signore e Signori,
Ho accolto con piacere l'invito del Presidente del Club "I borghi più belli d'Italia" Fiorello Primi e del Sindaco di Buonconvento Marco Maniotti ad intervenire all'odierna manifestazione e inaugurare la Decima Assemblea Nazionale di questa Associazione.
Nato da un progetto dell'ANCI - l'Associazione Nazionale Comuni Italiani - il Club ha lo scopo di promuovere quelle piccole realtà territoriali di provincia, così diffuse in Italia, dotate di un considerevole patrimonio artistico, ambientale, culturale, ma che hanno la necessità di farsi conoscere maggiormente, e accrescere inoltre così il proprio flusso turistico.
Esso riunisce piccoli centri del nostro Paese con particolarità storiche e artistiche, che necessitano però sia di una salvaguardia che di una vera e propria attività di valorizzazione, per evitare che vengano dimenticati o lasciati fuori dai classici circuiti turistici.
Triste conseguenza di questi problemi è infatti lo spopolamento, il degrado, a volte l'abbandono di posti bellissimi.
E' giusto correre ai ripari per evitare che accada ciò in un Paese - non a caso definito "il Bel Paese"- che può vantarsi di un patrimonio artistico senza uguali ma che troppo spesso non è stato capace di valorizzarlo al meglio.
I Borghi rappresentano un nucleo di eccellenza, con il fine di esaltare la bellezza dei luoghi particolarmente ricchi di storia e tradizioni di cui il nostro Paese deve andare fiero e di renderli maggiormente fruibili. Il turismo è una risorsa dell'Italia, le ricchezze che questa terra racchiude, tante e inimmaginabili, possono certamente contribuire ad accrescere la nostra economia.
Associazioni come la vostra, costituiscono un vanto perchè dimostrano la forte volontà di continuare a fare vivere e fare conoscere luoghi a dimensione umana di grande civiltà espressa in Italia da secoli e secoli.
In una nazione come la nostra dove la tendenza è quella di emigrare verso i grandi agglomerati urbani, le caratteristiche dei borghi, conservate e custodite gelosamente anche per la capacità degli amministratori locali, costituiscono certamente una grande risorsa di civiltà.
Una nicchia di elite che per poterne farne parte richiede una accurata, rigorosa e doverosa selezione.
Ho appreso con interesse che il Club associa oggi 198 Comuni di tutte le Regioni italiane e che è ormai ritenuto uno dei più importanti vettori per diffondere e pubblicizzare la provincia italiana.
Lo splendido borgo toscano in cui ci troviamo, Buonconvento, sorto sulla via Franchigena è noto a molti per le vicende dell'Imperatore Arrigo VII di Lussemburgo.
Ma di ognuno dei borghi presenti in elenco si potrebbero citare aneddoti storici, ricordi letterari, splendidi monumenti.
Tanti piccoli centri completamente diversi fra loro, eppure parte di un unico Stato, l'Italia.
Nella diversità, che è la grande forza del nostro Paese, troviamo quella caratteristica che lo rende così interessante, così affascinante. Una poliedricità, una ampiezza di elementi di appartenenza che si riscontra in ogni cosa. Nell'arte, nell'urbanistica, nella cultura, nei panorami. Persino nella ricchezza di tradizioni, nell'offerta di prodotti del territorio.
Il patrimonio artistico, culturale e storico del Paese è una risorsa da riscoprire. Gli italiani non conoscono fino in fondo la ricchezza che la nostra terra racchiude; ed è, invece, proprio dai cittadini che deve venire, insieme alle istituzioni, una costante promozione dell'immagine dell'Italia.
Fra i Paesi dell'Unione Europea, non siamo tra i primi per capacità di attrazione dei flussi turistici.
Da tempo si invoca un rilancio del turismo, che implica fra l'altro un sistema infrastrutturale integrato efficiente e competitivo, e la promozione di politiche tese a valorizzare la capacità e una maggior autonomia finanziaria dei vari Comuni.
La crisi economica globale rende ancora più necessari interventi che incentivino il turismo e abbiano dal quale derivano lavoro e reddito.
La Commissione bicamerale ha dato il parere favorevole per il decreto legislativo sull'"Attribuzione a comuni, province, città metropolitane e regioni di un loro patrimonio" che è stato adottato dal Governo il 20 maggio scorso.
Il provvedimento che intende fornire un significativo impulso alla valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, in quanto la sua attribuzione agli enti territoriali costituisce un valido incentivo per una sua più efficiente gestione, in grado di produrre ricchezza e benefici per le collettività territoriali stesse, responsabilizzando inoltre gli amministratori locali.
Consegnare i beni ai cittadini, significa dare gli strumenti per migliorare il patrimonio immobiliare e averne un utile collettivo.
Significa affidare ai Comuni, alle Province, alle Regioni risorse dello Stato affinchè vengano adeguatamente valorizzate, evitando oneri impropri ed usi non produttivi dei beni medesimi.
Un'assunzione di responsabilità che bene racchiude il federalismo: consapevolezza e coinvolgimento della Repubblica in tutte le sue articolazioni, indicate nell'art. 114 comma 1 della Costituzione.
Il provvedimento tiene comunque conto dell'esigenza di tutelare il debito pubblico - di cui il patrimonio immobiliare rappresenta un essenziale strumento di garanzia - contribuendo a consolidare nell'ordinamento il principio secondo il quale il medesimo debito è questione che investe tutti gli enti che costituiscono la Repubblica.
I Comuni saranno e sono i protagonisti della nuova Italia.
E' certamente un primo passo importante nella direzione della definitiva attuazione del federalismo.
Con questa riforma si alleggerisce e snellisce il carico immobiliare di proprietà dello Stato, anche al fine di consentirne la vendita da parte degli enti assegnatari che divideranno con lo Stato, in misura prevista dalla legge, i relativi proventi.
Un segnale positivo riconosciuto da tutte le forze politiche che hanno discusso la riforma dando concreta dimostrazione di grande senso di responsabilità, anche nella diversità delle posizioni.
L'attuazione del federalismo fiscale è partita con il piede giusto, perchè l'ampia condivisione del provvedimento sul federalismo demaniale è garanzia di autorevolezza del testo.
Su questo tipo di riforma i partiti sono chiamati a dare il meglio di se stessi abbandonando steccati pregiudiziali e contribuendo a ridisegnare un modello di paese più efficiente e più funzionale alle esigenze dei cittadini.
Si tratta di una grande sfida che il Paese non può e non deve perdere. I primi segnali di questo percorso sono incoraggianti e spero che il clima di condivisione di questo primo testo possa ripetersi nei successivi passaggi dove occorrerà trovare un giusto equilibrio tra la ripartizione delle risorse tra territori più ricchi e meno ricchi sapendo coniugare il principio della responsabilità con quelli della solidarietà e coesione sociale.
Il federalismo deve unire e non dividere l'Italia. Questa è la scommessa che nessuno di noi può fallire.
Vi ringrazio.