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Il Presidente: Discorsi

Anniversario della Fondazione della Polizia di Stato

Autorità, Signore e Signori

Due anni fa, appena insediatomi, sono venuto a celebrare a Palermo la festa della Polizia. Sono veramente lieto di essere di nuovo con voi, nella mia città, tra gli uomini e le donne che operano ogni giorno, in silenzio, con grande senso dello Stato, che assicurano la loro costante presenza in questo territorio e contribuiscono a dare sicurezza, tranquillità e fiducia ai nostri cittadini. Per questo voglio ringraziarvi, la Polizia rappresenta un punto di riferimento, sicuro rifugio per tutti noi, come lo sono le altre forze dell'ordine e questa consapevolezza ci aiuta a vivere allontanando paure e preoccupazioni.

Oggi è tempo di bilanci: ho ascoltato ieri in occasione della festa nazionale, quelli riguardanti l'intero territorio nazionale. Successi e operazioni nell'arco di dodici mesi che fanno onore. Anche quelli della provincia di Palermo sono altamente positivi e non soltanto sul fronte della criminalità organizzata. Sono risultati ancora più apprezzabili, tenuto conto del particolare tessuto sociale all'interno del quale sono stati conseguiti.

Un anno di operazioni, di investigazioni, di traguardi rilevanti; non c'è un ordine di priorità nel farne cenno perché sono tutti egualmente importanti, perché dalla loro somma che possiamo con orgoglio affermare di avere vissuto in una città che comincia a infondere sicurezza. La cattura di esponenti di spicco della criminalità organizzata e le numerose operazioni antimafia seguite dall'arresto anche di nuovi emergenti, alcuni insospettabili e addirittura di soggetti che tentavano di inquinare la borghesia sana della città, svolte in piena sinergia e sintonia con la magistratura, hanno contribuito ad indebolire ulteriormente l'organizzazione cosa nostra, a incrinarne il potere, a fare sentire "il fiato sul collo" a questi individui, a rendere più difficili le nomine ai vertici, sempre più spesso ricoperti da uomini non strutturati e non particolarmente idonei. E' questo un vero successo: sfiancare Cosa Nostra porterà nel tempo al suo definitivo annientamento.

Ancora l'aggressione dei beni, con la più severa normativa sulle misure di prevenzione introdotta nell'attuale legislatura, è il metodo vincente per sottrarre capacità economica illegale. La mafia si nutre di questo potere e, se viene meno, si elide quella forza di acquisto che si diffonde e tende a permeare settori particolarmente vitali e produttivi del nostro sistema economico.

Le donne e gli uomini della Polizia testimoniano un'etica pratica. L'etica del dovere quotidiano vissuto con sobrietà, con attenzione al cittadino, nell'assolvimento di compiti complessi, delicati, di alta responsabilità.

Le operazioni antidroga, che pure sono state numerose, hanno reso quantomeno più difficile l'approvvigionamento di sostanze stupefacenti che presentano purtroppo un bacino di utenza prevalentemente formato da giovani. L'attenzione a questo delicato settore deve essere sempre massima; una nazione che tutela i giovani, che li segue nel difficile percorso della crescita, tesaurizza un bene prezioso e costruisce fondamenta solide per il futuro del Paese.

Ho preso visione dei dati sull'attività generale della Questura di Palermo. Ho ascoltato con attenzione la relazione del Questore e, senza volere ripetere quanto abbiamo già sentito dalla sua autorevole voce, voglio soffermarmi su due risultati di grande impatto sociale. Nel corso dello scorso anno sono diminuiti in misura rilevante rapine e scippi, - 28,29% le prime, - 39,56% i secondi: sono fatti che ci rassicurano e che danno concreta dimostrazione di quanto sia essenziale l'opera di prevenzione su ogni territorio.

Ho scelto questi due tipi di reato perché sono particolarmente odiosi, perché contribuiscono a ingenerare sentimenti di insicurezza. Mi piace, in proposito, ricordare che la nostra città vive fino a tarda notte; non era così alcuni anni fa. Questo è certamente un segnale positivo, vuole dire che nei cittadini, soprattutto nei genitori, comincia a diffondersi un sentimento di fiducia. Compito dello Stato è rimuovere ogni ostacolo e diffondere tranquillità e sicurezza, contribuire ad allontanare percezioni di solitudine nei momenti di difficoltà. Con questo spirito opera la nostra Polizia e in questo contesto, l'azione di prevenzione assume un valore indispensabile.

Nel corso dell'attuale legislatura sono state introdotte numerose norme - cito fra tutte il cd pacchetto sicurezza - che hanno consegnato uno strumento ancora più efficace nelle mani delle forze dell'ordine e della magistratura ma che al contempo hanno previsto la possibilità di partecipazione attiva dei cittadini. Si è voluta creare una sinergia, nel fermo convincimento che uno Stato non può migliorare senza il contributo e l'iniziativa di quanti ne fanno parte. Sono ormai lontani i tempi in cui sembrava esserci uno sbarramento tra chi opera per la sicurezza e chi ne diviene beneficiario, in cui si riteneva che la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica costituissero questioni da delegare a chi istituzionalmente è preposto a risolverli.

Lavorare insieme, portare all'attenzione problematiche che, se risolte, contribuiscono a fare vivere meglio, a ridare trasparenza e legalità, è certo un percorso difficile in terre come la nostra dove ancora l'omertà e il "girare lo sguardo dall'altra parte" sono comportamenti diffusi, ma è proprio attraverso il superamento di questo genere di resistenze, che si rende un servizio all'intera collettività.

Denunciare le estorsioni, sta divenendo una realtà, inimmaginabile fino ad appena pochi anni addietro. A realizzare questo risultato ha certamente contribuito la normativa a sostegno anche economico in favore dell'estorto. Mi ha colpito in proposito una notizia pubblicata recentemente sulle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che ha rivelato la nuova strategia dell'organizzazione criminale di non richiedere il pizzo a quanti sono iscritti ad associazioni antiracket. E' un segnale altamente positivo, è un successo delle stesse associazioni e di quanti le hanno fortemente volute; finalmente stare con lo Stato e contro la mafia è una politica non soltanto vincente, ma soprattutto riconosciuta come forte deterrente dalla stessa organizzazione mafiosa.

Un tema molto sensibile in tema di sicurezza è quello dell'immigrazione. Anche su questo versante, in conseguenza della recente normativa introdotta, sono stati realizzati importanti risultati. L'immigrazione legale è una grande risorsa per il nostro Paese, credo che ci sia unanimità di consensi su questa mia affermazione, nessuno può disconoscere l'apporto costruttivo delle migliaia di immigrati che giornalmente svolgono con serietà, puntualità e onestà lavori e collaborazioni specialmente in settori nei quali è carente l'offerta di nostri connazionali.

Alla permanenza nel nostro Paese per ragioni di lavoro, è strettamente connessa la problematica più volte emersa in questi ultimi mesi del conferimento della cittadinanza. Vorrei ribadire che qualunque legge è perfettibile e lo è di certo anche quella attualmente in vigore. Non credo che la questione possa essere ridotta solo ad una disputa sul numero di anni di permanenza nel nostro territorio; sono altri i parametri sui quali occorre incentrare l'attenzione. Ciò che occorre è misurare il raggiungimento del vero obiettivo che è quello della completa integrazione, espressione questa che riveste un forte significato sociale.

Integrazione vuole dire conoscenza del nostro diritto, delle nostre tradizioni, della nostra storia, della nostra lingua, della nostra cultura; vuole dire accoglienza e quindi riconoscimento dei diritti che spettano a tutti i cittadini: diritto al lavoro, all'istruzione dei figli, all'assistenza sanitaria solo per elencarne alcuni. Dall'altra parte, integrazione deve essere rispetto delle leggi e delle regole che governano il Paese ospitante, vuole dire sapersi fare apprezzare dalla gente che vive nello stesso territorio ed è obiettivo raggiungibile solo percorrendo la via della legalità. Perché tutto ciò si realizzi, occorre da parte di chi viene nel nostro Paese, ferma volontà di non creare tensioni, paure e preoccupazioni: in sintesi volontà di non delinquere. Certamente non bisogna avere fretta, e non bisogna fare della durata minima di permanenza nel territorio una questione di principio.

Una corretta e condivisa soluzione può raggiungersi calibrando con scrupolo ed attenzione massima le esigenze dei nostri connazionali con quelle altrettanto legittime dei nostri immigrati. L'integrazione è possibile se ricondotta dentro il doppio binario del rispetto e della reciprocità. Questo significa riconoscimento del valore dell'integrazione non come ideologia, ma come pratica per una civile e pacifica convivenza. A questo processo formativo deve corrispondere una rivoluzione culturale alla quale la Polizia di Stato, così come le altre Forze dell'ordine, dovrà concorrere ponendo in essere ogni necessaria iniziativa e mettendo a frutto esperienze e capacità a presidio dei principi di legalità e di democrazia. Una politica questa già avviata positivamente.

Nel manifestare ancora una volta la mia riconoscenza e quella di tutti gli italiani a tutti voi donne e uomini che oggi celebrate il 158° anniversario, il ricordo commosso e grato va a coloro che non sono più tra noi, caduti nell'adempimento generoso e coraggioso del proprio servizio. Sacrificare la propria vita per gli altri, per una causa nobile e giusta è il contributo più alto e nobile per affermare i principi della libertà, per il progresso e la sicurezza della nostra terra. A questi eroi, ai loro cari, molti dei quali sono oggi qui con noi, rivolgo il mio sentito omaggio e la mia gratitudine e riconoscenza.

L'esempio dei caduti deve spronarci ad andare avanti a testa alta, senza compromessi, senza anteporre al bene comune interessi personali, facendo della trasparenza, della correttezza e dell'onestà, la nostra bandiera. Questo deve essere per tutti e, con maggiore vigore e senso di responsabilità, per coloro che rivestono ruoli istituzionali, ai quali i cittadini devono guardare come esempio da imitare e seguire.

Per tale motivo ho ritenuto di accelerare i tempi di approvazione del Ddl anticorruzione che spero possa essere approvato con grande speditezza per conseguire un ulteriore incentivo di dissuasione rafforzando e consegnando un più incisivo uno strumento legislativo nelle mani degli investigatori e della magistratura. Abbiamo il dovere morale di fare crescere il nostro Paese, di assicurare serenità alle nostre famiglie, rafforzare e tracciare un futuro sicuro e altamente positivo sotto il profilo sociale, economico, culturale, politico. E' un preciso e inderogabile obiettivo.

A tutti voi Buona festa della Polizia.



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