Missione umanitaria in Iraq
E' in linea sul sito, tra i documenti non legislativi, la relazione sulla situazione, i risultati e le prospettive della missione umanitaria di stabilizzazione e ricostruzione in Iraq, relativa all'anno 2007 (Doc. CCXXXVIII n. 1).
Commissioni d'inchiesta della XV Legislatura: Servizio sanitario nazionale
La Commissione parlamentare di inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio sanitario nazionale ha effettuato 17 sopralluoghi, si è riunita 71 volte in seduta plenaria e, tramite il proprio nucleo di agenti ed ufficiali delle forze dell'ordine, ha vagliato decine di segnalazioni ed esposti, anche prendendo spunto da fatti di cronaca. Il risultato di queste attività è dettagliatamente descritto nella relazione finale di 166 pagine, approvata nella seduta del 12 marzo 2008.
L'inchiesta parlamentare si è concentrata, in particolare, sull'attuazione del Piano nazionale della prevenzione e delle emergenze sanitarie; sul funzionamento del Sistema nazionale di verifica e controllo sull'assistenza sanitaria (SiVeAS); sugli aspetti strutturali, igienico-sanitari, tecnologici e organizzativi degli ospedali italiani, con particolare riguardo a quelli di insegnamento; sui coma neurovegetativi e l'assistenza domiciliare nelle diverse realtà regionali; sull'aggiornamento professionale in sanità; sull'organizzazione dei prelievi e dei trapianti di organi; sul ruolo dell'Agenzia italiana del farmaco (AIFA).
Di particolare interesse, anche per il rilievo registrato nei media nazionali, le risultanze dei sopralluoghi effettuati nelle strutture ospedaliere più importanti. Il complesso architettonico del Policlinico universitario Umberto I di Roma - si legge ad esempio nella relazione - «è caotico, disordinato e privo di ogni razionalità e funzionalità. Il traffico veicolare interno e gli spostamenti dei pazienti da un padiglione all'altro sono inaccettabili. Il degrado della struttura è elevato in molte aree». Alcune ristrutturazioni recenti «sono state fatte non nel senso della integrazione e razionalizzazione, ma piuttosto come celebrazione del potere del direttore di turno». All'Istituto nazionale dei tumori-Fondazione G. Pascale di Napoli «gli aspetti di manutenzione ordinaria appaiono carenti e tendono a conferire a tali strutture, anche se valide dal punto di vista scientifico e assistenziale, un aspetto decadente, di scarso decoro e in ultima analisi non rispettose sia dei degenti che degli operatori».
Indagini conoscitive della XV Legislatura: uso di biomasse per produrre energia
«La missione principale dell'agricoltura deve restare la produzione di cibo». «Le produzioni agroenergetiche vanno correttamente inquadrate nell'ambito delle opportunità offerte dalla multifunzionalità. Un indirizzo valido a maggior ragione per il nostro Paese che presenta produzioni tipiche e tradizionali di assoluto rilievo, apprezzate nel mondo, ed una struttura fondiaria, fortemente caratterizzata dalla piccola proprietà, certamente meno vocata alle monocolture dedicate». E' quanto si legge nel documento approvato dalla Commissione Agricoltura al termine dell'indagine conoscitiva «sulle prospettive di sviluppo dell'uso di biomasse e di biocarburanti di origine agricola e sulle implicazioni per il comparto primario». La Commissione sottolinea poi «le grandi potenzialità rappresentate dall'impiego dei sottoprodotti dell'agricoltura, della forestazione e della zootecnia, in impianti di piccole e medie dimensioni diffusi sul territorio».
«Opportunità di sviluppo di altrettanto rilievo - si legge ancora - sono offerte dal settore delle biomasse legnose. I dati dell'Inventario Forestale nazionale, recentemente diffusi, stimano la presenza sul nostro territorio di circa 12 miliardi di alberi, con aree forestali che potrebbero beneficiare di una più accorta gestione, mentre ITABIA ha valutato in circa 7 milioni di tonnellate annue le biomasse agroforestali recuperabili ad usi energetici, con un potenziale di produzione di acqua calda, con impianti di teleriscaldamento, pari a 4 milioni di abitazioni».
Il documento finale dell'indagine conoscitiva fornisce anche un ampio panorama delle principali tecnologie esaminate. «I principali biocarburanti - si legge - sono l'etanolo ed il biodiesel. La tecnologia di produzione dell'etanolo implica la fermentazione dello zucchero ottenuto direttamente dalla canna da zucchero o dalla barbabietola o indirettamente tramite la conversione dell'amido contenuto nei cereali. L'etanolo prodotto è quindi distillato per produrre un liquido usato come carburante. Tale carburante può essere usato in miscela con la benzina oppure in modo puro; in tal caso sono necessarie modifiche al motore delle automobili convenzionali. Il biodiesel è un combustibile biodegradabile derivato da fonti rinnovabili che si può ottenere attraverso diversi procedimenti, come l'esterificazione e la trans-esterificazione. Può essere prodotto a partire da grassi animali o da oli vegetali. Il biodiesel sostituisce totalmente o parzialmente l'olio diesel derivato da petrolio in motori ciclodiesel da trazione (camion, trattori, automobili) o fissi (generatori di elettricità, calore, etc)».
Nel corso dell'indagine conoscitiva sono stati ascoltati, tra gli altri, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, il Ministro dell'ambiente, i rappresentanti della Coldiretti, della Confagricoltura, della Confederazione italiana agricoltori (CIA), dell'Associazione italiana coltivatori (AIC), dell'Istituto Nazionale di Economia Agraria, di Legambiente, di WWF Italia, del Consiglio dell'Ordine nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali.
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Il 29 aprile la prima seduta della XVI Legislatura
La prima riunione delle nuove Camere è fissata per il giorno martedì 29 aprile 2008.
Lo scioglimento delle Camere era stato annunciato il 6 febbraio, con un comunicato del Quirinale nel quale si legge: «Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dopo aver sentito i Presidenti dei due rami del Parlamento, ai sensi dell'articolo 88 della Costituzione, ha firmato il decreto di scioglimento del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, che è stato controfirmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri».
Indagini conoscitive della XV Legislatura: alta velocità ferroviaria
Quanto costa l'alta velocità ferroviaria? «Si va dai 19 milioni di euro per chilometro di linea per la Padova-Mestre (dove non si è fatto ricorso al general contractor), ai 24 milioni di euro per chilometro per la tratta Roma-Napoli e per quella Milano-Pioltello-Treviglio. Vi sono poi i 68 milioni di euro per chilometro della Firenze-Bologna, tratta comprendente sostanzialmente tutte gallerie e viadotti, i 31 milioni di euro della Milano-Bologna e i 54 della Torino- Milano». E' quanto si legge nel resoconto stenografico (formato pdf) della seduta del 21 marzo 2007, quando la Commissione Lavori Pubblici ascoltò il Presidente e l'Amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato S.p.A. - professor Innocenzo Cipoletta e ingegner Mauro Moretti - nell'ambito dell'indagine conoscitiva "sulla situazione economica e finanziaria delle Ferrovie dello Stato e sullo stato dei cantieri e dei costi dell'alta velocità ferroviaria".
Il costo negli altri Paesi appare molto più basso: «In Francia - afferma l'amministratore delegato delle Ferrovie - si parla di 10 milioni di euro per chilometro, in Spagna di 9 milioni di euro, in Italia, ad oggi, di 32 milioni di euro per chilometro che tuttavia, con le altre opere che si stanno portando a termine (pensiamo, ad esempio, alla Milano-Venezia), ammesso che si resti entro i dati che abbiamo indicato, diventerebbero 45». Tra le cause di questa macroscopica differenza vengono indicate «in primo luogo, la modalità di affidamento, quindi il ricorso o meno al general contractor»; «va poi considerato che lo stesso territorio, laddove passa l'alta velocità, ha un valore di mercato ben più alto rispetto a quello di altri Paesi (come Francia e Germania), dove il valore dei terreni, in quelle zone, è molto basso. Infine, va tenuto conto dell'operazione di adeguazione tecnologica e, soprattutto, dell'adeguamento alle nuove norme di sicurezza e ambientali».
C'è poi il problema delle interconnessioni tra alta velocità e rete tradizionale. Ad esempio, tra Torino e Napoli sono previste 24 interconnessioni, oltre che numerose fermate e stazioni. Ma «ogni giorno cresce la domanda di realizzare fermate, stazioni ed interconnessioni; ogni paese tra Roma e Napoli vuole la sua nuova interconnessione e la sua fermata». Ma in questo modo, ricorda Moretti, «verrebbe snaturata la logica dell'alta velocità».
«Capite, quindi, - si legge ancora nel resoconto stenografico - che è ben difficile realizzare infrastrutture quando ogni istituzione riesce ad imporre vincoli all'autorizzazione. Molto spesso si attribuiscono responsabilità al più ristretto livello degli enti locali, i Comuni; quanto ho riferito dimostra che non è sempre così. Ci sono ben altre autorità che, ad esempio, impongono anche di garantire la permeabilità delle strutture all'acqua per le risaie, che noi abbiamo dovuto consentire, aprendo finestre ogni 50 metri. Si tratta di finestre importanti; peccato che non ve ne siano di corrispondenti per l'autostrada, che quindi rappresenta una diga. Non si riesce, quindi, a capire perché a noi siano state imposte e all'autostrada no, impedendo un'omogeneità nel deflusso delle acque».
Nella seduta successiva, di martedì 15 maggio 2007 (resoconto stenografico in formato pdf), la Commissione ha ascoltato il Ministro delle infrastrutture Antonio Di Pietro il quale affermò che «agli atti dell'ufficio del Ministero risulta che le previsioni originali per questa opera - il più importante investimento pubblico avviato in Italia dal dopoguerra e il più importante d'Europa - sono state rimesse ampiamente in discussione perché, a valori costanti nel 2006, sono stati spesi o si stima di spendere, 32 miliardi in investimenti in luogo dei 15,5 miliardi previsti: si tratta del doppio».
Indagini conoscitive della XV Legislatura: lo stato della scuola italiana
Ha destato un certo scalpore alla fine del 2007 la pubblicazione del rapporto OCSE-PISA a proposito del quale alcuni giornali parlarono di scuola italiana "bocciata" dall'OCSE. PISA - acronimo di Programme for International Student Assessment - è un'indagine internazionale promossa dall'OCSE che mira ad accertare con periodicità triennale conoscenze e capacità dei quindicenni scolarizzati dei principali Paesi industrializzati. L'indagine 2006 ha coinvolto 400 mila studenti in 57 Paesi.
Nella seduta del 10 ottobre 2006 la Commissione Istruzione ha approvato la proposta della Presidente Vittoria Franco di una indagine conoscitiva sullo stato della scuola italiana, in rapporto ai sistemi di istruzione e formazione degli altri Paesi europei, con particolare riferimento alla valutazione dei risultati, al processo autonomistico e al contrasto della dispersione scolastica. Nel corso dell'indagine sono stati ascoltati, tra gli altri, il Ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni, rappresentanti dell'Istat, rappresentanti del Gruppo di lavoro per lo sviluppo della cultura scientifica e tecnologica, il Capo dipartimento per l'istruzione del Ministero della pubblica istruzione.
- Il sito della Commissione Istruzione pubblica e beni culturali »
- L'indagine conoscitiva: scheda di procedura (con link ai resoconti) »
- Il sito del Ministero della Pubblica Istruzione »
- Il sito dell'Invalsi (Istituto Nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione) »
- Il sito dell'Ocse »
- Home page del Progetto PISA nel sito dell'Ocse »
- I risultati di PISA 2006 nel sito dell'Ocse »
XVI Legislatura: i Senatori eletti
Sono in linea i risultati delle elezioni per il rinnovo del Senato della Repubblica (fonte Ministero dell'Interno).
Gli elenchi dei Senatori sono da considerare parziali in attesa dei dati sulla Circoscrizione Estero e sulle opzioni dei Senatori eletti in più regioni, che lasceranno il posto ai primi non eletti delle rispettive liste.
I lavori del Senato dopo lo scioglimento delle Camere
Per effetto dello scioglimento delle Camere, l'attività legislativa dell'Assemblea e delle Commissioni, secondo la prassi parlamentare, sarà limitata all'esame di atti dovuti, quali i disegni di legge di conversione di decreti-legge e gli atti urgenti connessi ad adempimenti internazionali e comunitari. Lo ha ricordato in Aula, in apertura della seduta di martedì 26 febbraio, il Presidente Marini. Potranno inoltre svolgersi, in sede di Commissione, le procedure per i pareri parlamentari sugli atti del Governo. Il sindacato ispettivo si eserciterà attraverso interrogazioni a risposta scritta.
Per quanto riguarda le indagini conoscitive e le inchieste parlamentari, le Commissioni - ha aggiunto il Presidente del Senato - potranno riunirsi al solo fine di rendere esplicite le conclusioni dell'attività svolta prima dello scioglimento. Rimane esclusa qualunque ulteriore attività di rilievo esterno, anche se prevista nei programmi già approvati. Infine, il regime di prorogatio del Senato consente nelle varie sedi l'adempimento di atti relativi agli interna corporis dell'Assemblea.
L'elezione del Presidente del Senato e gli altri adempimenti parlamentari di inizio legislatura
L'Assemblea si è riunita per la prima seduta della XVI legislatura il il 29 aprile 2008, alle ore 10,30
Primo adempimento: costituzione dell'Ufficio di Presidenza provvisorio
«Nella prima seduta dopo le elezioni il Senato è presieduto provvisoriamente dal più anziano di età. I sei senatori più giovani presenti alla seduta sono chiamati ad esercitare le funzioni di Segretari» (art. 2 del Regolamento del Senato).
Ci limitiamo ad elencare qui i tre senatori più anziani: Rita Levi-Montalcini, Oscar Luigi Scalfaro, Giulio Andreotti
Invece i 6 senatori più giovani - in base agli elenchi provvisori (che non tengono conto delle opzioni degli eletti in più regioni) - sono:
- Massimo Garavaglia (08/04/1968 - Lega Nord - eletto in Lombardia)
- Anna Rita Fioroni (18/03/1968 - Partito Democratico eletto in Umbria)
- Donatella Poretti (14/02/1968 - Partito Democratico eletto in Puglia)
- Enrico Montani (27/09/1967 - Lega Nord - eletto in Piemonte)
- Marco Perduca (28/04/1967 - Partito Democratico - eletto in Toscana)
- Simona Vicari (17/03/1967 - Popolo della libertà - eletto in Sicilia)
Secondo adempimento: convocazione della Giunta provvisoria per la verifica dei poteri
«1. Costituito il seggio provvisorio, il Presidente, ove occorra, proclama eletti senatori i candidati che subentrano agli optanti per la Camera dei deputati. 2. Per i relativi accertamenti, il Presidente convoca immediatamente una Giunta provvisoria per la verifica dei poteri. 3. La Giunta provvisoria è costituita dai senatori membri della Giunta delle elezioni del Senato della precedente legislatura che siano presenti alla prima seduta» (art. 3 del Regolamento).
Sono 13 i senatori membri della Giunta delle elezioni della XV Legislatura rieletti nella XVI (8 della Pdl e 5 del PD) e faranno tutti parte, ovviamente, della Giunta provvisoria per la verifica dei poteri. Nel caso fossero stati meno di 7, ecco cosa sarebbe successo:
«Qualora il loro numero sia inferiore a sette, il Presidente procede, mediante sorteggio, all'integrazione del collegio sino a raggiungere il numero predetto» (art. 3 del Regolamento).
«La Giunta provvisoria è presieduta dal componente più anziano di età ed ha come segretario il più giovane». (art. 3 del Regolamento).
Ecco l'elenco dei senatori membri della Giunta delle elezioni della XV Legislatura rieletti nella XVI:
Domenico Nania, PDL
Andrea Pastore, PDL
Valerio Carrara, PDL
Luigi Lusi, PD
Maria Elisabetta Alberti Casellati, PDL
Andrea Augello, PDL
Filippo Berselli, PDL
Anna Maria Carloni, PD
Felice Casson, PD
Pasquale Giuliano, PDL
Giovanni Legnini, PD
Lucio Malan, PDL
Magda Negri, PD
La seduta viene sospesa per consentire alla Giunta provvisoria di riunirsi in una sala attigua all'Aula del Senato. La Giunta ha il compito di effettuare gli accertamenti relativi alla proclamazione a senatore dei candidati che subentrano agli optanti per altre circoscrizioni. Quando la Giunta conclude i propri lavori, la seduta riprende con la proclamazione, da parte del Presidente, dei senatori subentranti che quindi fanno il proprio ingresso in Aula.
Elezione del Presidente
Il Senato procede quindi alla elezione del Presidente con votazione a scrutinio segreto. Questa la procedura: i senatori passano davanti al banco della Presidenza dove viene approntata una cabina che garantisce la segretezza del voto. Prima di entrare nella cabina, i senatori ricevono dagli assistenti parlamentari una scheda. All'interno della cabina, il senatore scrive il nome del candidato alla Presidenza. All'uscita dalla cabina la scheda viene depositata nell'apposita urna. Nell'appello vengono chiamati per primi i senatori a vita per esprimere il proprio voto. La chiama prosegue quindi con gli altri senatori in ordine alfabetico.
Per quanto riguarda il numero dei voti richiesto, ecco cosa prescrive il Regolamento: «E' eletto chi raggiunge la maggioranza assoluta dei voti dei componenti del Senato. Qualora non si raggiunga questa maggioranza neanche con un secondo scrutinio, si procede, nel giorno successivo, ad una terza votazione nella quale è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, computando tra i voti anche le schede bianche. Qualora nella terza votazione nessuno abbia riportato detta maggioranza, il Senato procede nello stesso giorno al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che consegue la maggioranza, anche se relativa. A parità di voti è eletto o entra in ballottaggio il più anziano di età» (art. 4).
Dunque, come si può capire, il Regolamento è concepito in maniera tale da assicurare l'elezione al massimo in due giorni.
Dopo la sua elezione, il Presidente del Senato sale sul banco della Presidenza e pronuncia un discorso di insediamento. Si conclude così la prima seduta.
Costituzione dei Gruppi Parlamentari
L'adempimento successivo riguarda la costituzione dei Gruppi parlamentari.
Infatti «entro tre giorni dalla prima seduta, ogni senatore è tenuto ad indicare alla Presidenza del Senato il Gruppo del quale intende far parte» (art. 14, comma 2, Regolamento).
«Ciascun Gruppo dev'essere composto da almeno dieci senatori. I senatori che non abbiano dichiarato di voler appartenere ad un Gruppo formano il Gruppo misto. Il Consiglio di Presidenza può autorizzare la costituzione di Gruppi con meno di dieci iscritti, purché rappresentino un partito o un movimento organizzato nel Paese che abbia presentato, con il medesimo contrassegno, in almeno quindici regioni, proprie liste di candidati alle elezioni per il Senato ed abbia ottenuto eletti in almeno tre regioni, e purchè ai Gruppi stessi aderiscano almeno cinque senatori, anche se eletti con diversi contrassegni» (art. 14, commi 4-5).
«Entro sette giorni dalla prima seduta, il Presidente del Senato indìce, per ogni Gruppo da costituire, la convocazione dei senatori che hanno dichiarato di volerne far parte e la convocazione dei senatori da iscrivere nel Gruppo misto» (art. 15, comma 1).
Elezione del Consiglio di Presidenza
La costituzione dei gruppi parlamentari è necessaria ad un altro adempimento: «Eletto il Presidente, nella seduta successiva si procede alla elezione di quattro Vice Presidenti, di tre Questori e di otto Segretari» (art. 5, comma 1).
«Nel Consiglio di Presidenza sono rappresentati tutti i Gruppi parlamentari costituiti di diritto, a norma dell'articolo 14, comma 4, ivi compreso il Gruppo misto. Prima di procedere alle votazioni a norma del comma 2, il Presidente promuove le opportune intese tra i Gruppi» (art. 5, comma 3).
Formazione delle Commissioni
L'ultimo adempimento di inizio legislatura riguarda la formazione delle Commissioni permanenti.
«Ciascun Gruppo, entro cinque giorni dalla propria costituzione, procede, dandone comunicazione alla Presidenza del Senato, alla designazione dei propri rappresentanti nelle singole Commissioni permanenti di cui all'articolo 22, in ragione di uno ogni tredici iscritti, fatto salvo quanto previsto al comma 4-bis» (art. 21, comma 1).
Indagini conoscitive della XV Legislatura: terapie non convenzionali
L'obiettivo era quello di una indagine a tutto campo per poi arrivare alla discussione e all'adozione di una normativa a livello nazionale. Lo scioglimento anticipato della Legislatura ha però impedito che si avviasse la discussione di nuove norme legislative. Resta comunque un ampio materiale a disposizione di studiosi e appassionati della materia, oltreché, naturalmente, dei parlamentari della XVI Legislatura. Stiamo parlando dell'«indagine conoscitiva sulle terapie non convenzionali» avviata giovedì 2 agosto 2007 dalla Commissione Sanità del Senato.
Nel corso dell'indagine sono stati ascoltati, tra gli altri, i rappresentanti della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, dell'Istituto superiore di sanità, della Federazione Italiana Società di Agopuntura (FISA), dell'Istituto Paracelso, della Fondazione Matteo Ricci, della Federazione italiana delle associazioni e dei medici omeopati (FIAMO), della Società italiana di medicina omeopatica (SIMO), dell'Agenzia italiana per il farmaco, del Comitato Nazionale per la Bioetica, dell'Agenzia europea per i medicinali (EMEA), della Regione Emilia Romagna, della Regione Toscana, dell'Associazione Legambiente, della Società italiana di omeopatia e medicina integrata (SIOMI) e dell'Associazione per le medicine non convenzionali in odontoiatria (AMNCO).