Visita istituzionale alla Provincia di Lecco
Autorità,
Signore e Signori,
grazie per questo invito che ho voluto fortemente onorare nonostante gli impegni che mi vincolano come Presidente del Senato.
Un invito che il Presidente Brivio mi ha fatto pervenire, insieme al Presidente della Provincia di Como, per una visita ad entrambe le Province.
Oggi sono qui con voi e spero di poter andare anche a Como.
E' sotto gli occhi di tutti il particolare momento politico che l'Italia sta vivendo, ma che, nonostante la difficoltà di taluni passaggi, potrebbe aprire interessanti ed auspicabili prospettive di riforma e di modernizzazione.
Ma su questi aspetti tornerò, brevemente, alla fine del mio intervento.
Il primo impegno, questa mattina, è stata la visita al nuovo Polo della ricerca promosso a Lecco dal Politecnico di Milano.
Un esempio di Università di eccellenza.
Un esempio di fattiva e sana collaborazione fra le Istituzioni pubbliche e private - locali e regionali - e le Organizzazioni produttive.
Un qualificato contributo allo sviluppo culturale, economico e produttivo per l'intera provincia.
Non mi stanco mai di ripetere che le vere radici per uno sviluppo duraturo e per il raggiungimento di obiettivi di benessere collettivo sono quelle che fanno leva sui giovani, sulla loro formazione, sulla loro preparazione.
L'Università, la ricerca scientifica, l'impegno di studio che dobbiamo offrire ai nostri ragazzi sono altrettanti volani indispensabili per la crescita del sistema Paese, per porre le condizioni di un'economia produttiva tecnologicamente avanzata che sappia affrontare le difficili sfide del mercato globale.
La provincia di Lecco, ha molti punti di forza.
Talenti e risorse che sono alla base delle motivazioni che pochi anni or sono, nel 1992, condussero alla scelta di dar vita ad un nuovo Ente provinciale, costruendo un'identità politico-amministrativa nuova per un'area che ha connotazioni peculiari in termini sociali, culturali e produttivi.
Proprio nell'immediatezza della adozione dei provvedimenti di istituzione della provincia di Lecco, una ricerca del Censis ebbe a sottolineare le straordinarie potenzialità di crescita e le caratteristiche di assoluta competitività del bacino lecchese nel contesto lombardo e dell'intero Paese.
Quelle previsioni non sono state disattese.
I vostri territori sono ai primi posti nelle graduatorie italiane ed europee per il benessere e il progresso economico e civile.
L'impegno, l'operosità e la capacità di adattamento ai cambiamenti, di chi vive e lavora in queste zone sono stati, senza dubbio, un fattore importante di successo.
Così come le straordinarie capacità di chi vi ha preceduto e ha saputo capitalizzare, di generazione in generazione, esperienze produttive positive. Mi riferisco, in particolare, alle lavorazioni metalmeccaniche e tessili - che hanno origini lontane, che risalgono agli albori della prima industrializzazione.
Tutte queste cose sono un bene, non solamente per voi, ma per l'intera Italia e dobbiamo esserne orgogliosi.
Il nostro Paese è fatto di innumerevoli realtà fra loro estremamente diversificate, ognuna delle quali ha caratteristiche pregevoli per profili sociali, culturali, naturalistici, economici.
L'insieme, l'integrazione fra queste diverse realtà deve dare forza a un progetto di crescita comune, basato sulla competitività fra territori, ma anche sulla interdipendenza, sul riconoscimento e sulla valorizzazione reciproca.
Per queste ragioni i nostri Costituenti vollero attribuire autonomia e pari dignità agli Enti territoriali e a questi affidarono la responsabilità di promuovere il benessere delle collettività locali all'interno di una visione di unità del Paese.
Questo disegno della "diversità nell'unità" deve sempre guidare l'impegno per completare un originale federalismo.
E' stata positiva la nascita, in passato, di poche nuove Province con una dimensione storico-culturale ed economica, con una identità peculiare riconoscibile e da valorizzare.
Voglio però qui ribadire che, non si può legare la nascita di nuove province solamente ad interessi che definirei solo particolaristici.
Dobbiamo piuttosto completare il disegno costituzionale con un federalismo fiscale moderno che non mortifichi le capacità economiche dei diversi territori ma che, al contempo, sia capace di assicurare, attraverso appropriate misure di perequazione, interventi efficienti a favore delle aree meno avanzate.
Alcuni di voi hanno auspicato nuove misure ed iniziative per consolidare i processi di sviluppo di questa provincia, per la competitività della piccola e media impresa nei mercati globali.
Con l'ammodernamento e la realizzazione di nuove infrastrutture per la mobilità, per attenuare i disagi che derivano dalla conformazione territoriale di queste zone.
Con investimenti significativi nel fondamentale settore del turismo, che ha una straordinaria potenzialità in questa provincia con un prestigioso patrimonio naturalistico, storico e culturale.
Per il raggiungimento di questi obiettivi - che auspico realizzabili quanto prima - dovete continuare sulla strada già intrapresa lavorando insieme - autorità di governo locale e regionale, organizzazioni imprenditoriali, istituzioni private, cittadini - con pragmatismo e lungimiranza.
Fin da quando sono stato eletto Presidente del Senato ho dichiarato che era necessaria una fase nella quale - maggioranza e opposizione - assumessero l'impegno di collaborare per affrontare alcuni importanti nodi di riforma istituzionale del Paese.
Per dare ai cittadini un sistema pubblico più sobrio ed efficiente, che possa ridurre i costi e tagliare privilegi superati, e che possa assumere decisioni in tempi più rapidi.
Per modificare una legge elettorale che ha cancellato ogni spazio di scelta e di partecipazione del cittadino e ha contribuito a generare una frammentazione insopportabile delle forze politiche.
I tempi che abbiamo di fronte sono ancora molto intensi, ma credo che si debba guardare con attenzione ad un certo dialogo che è cominciato.
Al Senato ho preso l'impegno di portare in Aula, nel prossimo mese di gennaio, la proposta di una nuova legge elettorale predisposta dalla Commissione Affari Costituzionali.
Alla Camera dei Deputati è già in Aula l'esame delle proposte per superare il Bicameralismo perfetto, per ridurre il numero dei Parlamentari e per dare maggiori poteri al Presidente del Consiglio per la revoca dei Ministri.
Se il senso di responsabilità di tutti riuscirà a prevalere, potremo forse dare al nostro Paese un contributo davvero essenziale per la sua crescita economica e sociale, per i nostri giovani che devono potersi inserire con più certezze nel mondo del lavoro, per tutte le nostre comunità locali.