Toscanini e la storia d'Italia
Signore e Signori,
il seminario storico e la Mostra dedicati ad Arturo Toscanini, che oggi si svolgono, sono solo alcune della manifestazioni che il Comitato nazionale "Viva Toscanini", presieduto dalla nipote donna Emanuela di Castelbarco, ha organizzato per ricordare a tutti gli italiani la figura dello straordinario direttore d'orchestra.
Nel rivolgere il mio saluto a tutti i membri del Comitato e a tutti i presenti voglio sottolineare che il Senato della Repubblica ha concesso il Patrocinio a tutte la Manifestazioni dell'Anno Toscaniniano e ha voluto ospitare e partecipare all'organizzazione delle iniziative odierne.
Voglio ringraziare tutti coloro che si sono adoperati per ripensare e riproporre la personalità e l'opera di questo grande italiano, perché il loro lavoro storico e documentario ci offre elementi di analisi e di conoscenza fondamentali per capire meglio Toscanini e la nostra storia comune.
Il mio è solo un breve intervento di saluto, ma voglio subito dire che Toscanini è stato uno dei tanti artefici della nostra unificazione culturale e morale.
Due considerazioni sulla sua vita per spiegare questa mia riflessione.
Arturo Toscanini visse novant'anni, dal 1867 al 1957.
Si può ben dire che tutta la sua vita ha accompagnato l'unificazione e la crescita del nostro Paese.
Due aspetti mi sembrano particolarmente rilevanti nella sua vita.
Toscanini fu un uomo di grande movimento.
In un'epoca nella quale i trasporti moderni consentivano di potersi muovere con maggiore frequenza e velocità Toscanini interpretò a fondo questa nuova possibilità.
La sua vita fu una continua, instancabile, tournée: in Europa, in Sud America, in Nord America, in altri paesi lontani.
Prima con le grandi navi oceaniche, poi con gli aerei e con ogni altro moderno mezzo di trasporto, Toscanini si spostava continuamente, cercando di non dire mai di no a nessuna delle tantissime proposte che riceveva.
In questo suo continuo movimento, specie con le Americhe, Toscanini accompagnò generazioni di emigrati italiani che andavano a cercare lavoro.
Li accompagnò nel senso che il suo successo, la sua immagine riempivano di orgoglio i nostri connazionali più poveri e in cerca di fortuna.
Il suo eccezionale buon nome dava lustro alle nostre comunità all'estero e dava di noi un immagine più grande e forte di quella che i nostri lavoratori, almeno all'inizio dell'avventura nei nuovi mondi, erano in grado di dare.
La sua musica, il suo sentimento e la sua passione sono stati un importante fattore di coesione della nostra presenza fuori dall'Italia in anni nei quali il nostro Paese contava poco e cercava di costruire una sua dimensione e una sua impronta nazionale.
Toscanini fu certamente un uomo della globalizzazione, prima che questo fenomeno assumesse i caratteri contemporanei.
Era un italiano in tutto il suo spessore, ma certamente amava e sapeva essere parte attiva di un mondo più grande, senza confini e barriere.
Di Toscanini poi vorrei ricordare l'instancabile capacità di lavoro.
La sua vita era lavoro, lavoro, lavoro.
Come tantissimi italiani di ieri e di oggi.
Lavoro continuo, preciso, sempre alla ricerca del miglioramento.
La ricerca costante della perfezione nel lavoro, come un suo contributo personale, come una sua capacità di esprimere un tratto importante del nostro carattere nazionale.
Penso a tanti nostri lavoratori semplici, artigiani, professionisti, imprenditori: Toscanini è certamente una bandiera della qualità del nostro lavoro, in un Paese che sulla qualità del lavoro dei suoi cittadini ha fondato tutta la sua crescita.
Nel Seminario storico che si svolgerà tra breve si parlerà di Toscanini tra le due guerre.
Toscanini non fu in alcun modo vicino al regime fascista che aveva imposto la dittatura nel Paese.
Certamente non fu neanche un militante politico antifascista come lo furono altri intellettuali e uomini di cultura.
Forse qualcuno dei presenti ricorderà che, nei mesi scorsi, quando vi fu la presentazione del bel libro che Piero Melograni ha dedicato alla vita del Maestro, nel mio intervento mi fermai a mettere in luce la figura del padre di Toscanini, semplice artigiano, patriota, garibaldino.
Per sottolineare come certamente la figura del padre fu importante per la formazione ideale e morale del giovane musicista.
Ma Toscanini nel suo continuo viaggiare in Europa e in America, anche durante il ventennio, si impegnò a portare fuori dai nostri confini una immagine meno chiusa e ristretta, meno autarchica e nazionalista.
Il suo viaggiare e lavorare instancabilmente per generazioni di uomini e donne di tanti Paesi del mondo fu il suo modo originale di opporsi ad ogni ideologia totalitaria che voleva opprimere e condizionare la libertà di milioni di uomini.
Con il linguaggio universale della musica, che ha padroneggiato come pochi, impose nel mondo una comunicazione aperta e intensa, una comunicazione di cultura e di civiltà capace di contrastare nel profondo le ideologie totalitarie di quel tempo.
Ringrazio ancora tutti gli organizzatori e auspico che da queste occasioni vengano altre idee e contributi per la nostra storia comune, fuori da schemi semplificati, ma con la capacità di comprendere meglio tante straordinarie personalità che hanno unificato davvero il nostro Paese.