Testamento biologico: le dichiarazioni anticipate di volontà sui trattamenti sanitari
Parteciperò nel pomeriggio, a Bologna, alle esequie di Beniamino Andreatta e non potrò pertanto intervenire all'apertura dei lavori del convegno, come pure avrei voluto.
Ho accolto con interesse la proposta della Commissione sanità e del suo Presidente Ignazio Marino di promuovere in Senato un convegno di approfondimento scientifico e culturale su di un tema tanto delicato quale quello delle dichiarazioni anticipate di volontà riguardo ai trattamenti sanitari. La sua stringente attualità e la sua complessità ci pongono di fronte alla necessità di acquisire quanti più elementi possibili in grado di fornirci un quadro completo dei tanti aspetti connessi alla questione: nasce da questa consapevolezza la volontà di creare uno spazio di discussione in questa sede istituzionale che tenga conto del punto di vista medico e scientifico, ma anche delle tante implicazioni etiche, culturali e spirituali.
Da un lato, infatti, la riflessione sul testamento biologico investe in prima persona ciascuno di noi, impegnandoci al confronto sulle modalità per aiutare nei momenti in cui un soggetto non è più in grado di esprimere la propria volontà. Dall'altro, l'urgenza della questione pone il legislatore di fronte all'esigenza di trovare in breve tempo delle soluzioni che siano incisive, che nascano da un ampio confronto tra tutte le forze politiche e che siano in grado di superare i conflitti ideologici esistenti: in questo senso va letto il lavoro che la Commissione igiene e sanità del Senato sta compiendo dal luglio scorso, attraverso un ciclo di audizioni che si svolgono in sede di Ufficio di Presidenza allargato e con la trattazione di numerosi disegni di legge in materia.
In questo difficile percorso ci guida ancora una volta la nostra Costituzione, che all'articolo 32 fissa due principi essenziali: il primo è che nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario, se non per disposizione di legge; il secondo è che la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona.
La riflessione dei Costituenti si muoveva dunque tra queste due grandi linee guida: da un lato il rispetto della volontà dell'individuo, dall'altro la tutela della dignità umana. Da qui oggi è necessario partire per trovare risposte quanto più giuste a quelle situazioni drammatiche in cui l'individuo è impossibilitato a esprimere la propria volontà.
Sono certo che il convegno di oggi e la tavola rotonda di domani forniranno spunti preziosi e a tutti voi rivolgo i miei migliori auguri di buon lavoro.