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Il Presidente: Discorsi

Sul tragico incidente avvenuto nell'acciaieria ThyssenKrupp di Torino

Discorso pronunciato in Aula in apertura della seduta di martedì 11 dicembre 2007

(dal Resoconto stenografico)

PRESIDENTE. (Il Presidente si leva in piedi e con lui tutta l'Assemblea). Onorevoli colleghi, sono certo di interpretare il sentimento di tutta l'Assemblea dedicando all'inizio dei nostri lavori un momento di riflessione e di raccoglimento per ricordare i quattro operai periti nello stabilimento ThyssenKrupp di Torino la scorsa settimana e con essi le centinaia e centinaia di donne e uomini che anche quest'anno hanno perso la vita sui luoghi di lavoro.

Giovedì verranno celebrati i funerali ed il Senato sarà presente con una sua delegazione, come l'Aula ha chiesto. Ieri, giornata di lutto cittadino a Torino, ho inviato al sindaco Chiamparino un telegramma per manifestare l'autentica vicinanza del Senato al dolore della città e, in particolare, dei familiari delle vittime.

Dinanzi al rinnovarsi quotidiano di queste tragedie tutto il Paese si sente sprofondato in un sentimento di dolore, di angoscia e di rabbia. Altre volte, purtroppo, nei mesi recenti ho dovuto pronunciare in quest'Aula parole in ricordo delle vittime del lavoro e di vicinanza ai loro familiari. Strage, piaga sociale, emergenza, queste sono le parole che usiamo per indicare lo stillicidio quotidiano di vittime.

Credo però che un incidente così grave in una realtà sociale come Torino, dove l'industria ha una sua radice culturale antica e dove tutto il contesto non può dirsi proprio impreparato, è una cosa ancora più seria ed inquietante.

Il prossimo 1° gennaio celebreremo i primi 60 anni di vita della Costituzione, una Costituzione che ha sancito che la nostra Repubblica democratica è fondata sul lavoro. Ecco, credo sia giunto il momento di compiere uno sforzo in più, se dopo tanti anni di impegno dello Stato la piaga dei morti sul lavoro è ancora così grave dobbiamo assumere decisioni più incisive e profonde. E' un dovere. La insufficiente sicurezza del lavoro si accompagna infatti ad una condizione di insufficiente qualità del lavoro, di non adeguata stabilità, di vera e propria precarietà, di formazione ancora troppo debole, e di una cultura positiva del lavoro che deve riproporsi ed interpretare quei valori di responsabilità e di inclusione sociale che il lavoro storicamente contiene.

Tutto il Paese occorre che reagisca, ognuno deve fare la sua parte. Il Parlamento nei mesi scorsi ha approvato il testo unico sulla sicurezza, abbiamo istituito una speciale Commissione d'inchiesta sugli infortuni sul lavoro, il Senato si è impegnato con largo consenso nel fare la sua parte. Servono altre leggi? Le Camere non si tireranno indietro, ne sono certo; è stato detto, però, che occorre applicare innanzitutto quelle che già esistono, e allora facciamo con fermezza, senza sottovalutare, controlli e procedure essenziali per garantire le soglie di sicurezza.

Credo che sia necessaria una forte cooperazione tra tutti i soggetti coinvolti, un'azione energica affinché nei luoghi di lavoro siano non solo salvaguardati, ma modernamente promossi i diritti dei lavoratori. La sicurezza è prevista nelle leggi e dobbiamo forse meglio sapere individuare le responsabilità di chi concretamente non le applica. Ma la sicurezza è anche il risultato di una cultura complessiva, in una società che deve essere competitiva - le leggi di mercato ce lo impongono - ma non deve divenire violenta nei fatti.

Una grande opera di sensibilizzazione, di informazione e di formazione dei lavoratori, dei datori di lavoro e dell'opinione pubblica del Paese possono, tutte assieme, fornire una risposta concreta per sconfiggere questo flagello. Noi oggi ricordiamo i morti sul lavoro, ma non dobbiamo e non vogliamo dimenticarli domani, questo è il problema, per rispetto ad essi ed ai loro famigliari e perché sappiamo che un'attenzione non episodica e frammentata potrà contrastare irregolarità, negligenze, illegalità.

Penso anche che sarebbe necessario porre attenzione alle famiglie delle vittime, che non possono essere lasciate sole dallo Stato e dalla società.

Ha facoltà di parlare il ministro del lavoro e della previdenza sociale, onorevole Damiano, che voglio ringraziare per avere accolto con prontezza la richiesta di riferire in Aula su questi gravissimi fatti. Prima di dare la parola al Ministro, però, vi invito ad un momento di raccoglimento. (L'Assemblea osserva un momento di raccoglimento).

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