Inaugurazione della sede distaccata della provincia di Chieti a Lanciano
Autorità,
signore e signori,
voglio, anzitutto, rivolgere un caloroso saluto e un ringraziamento ai rappresentanti della Provincia - al Presidente Tommaso Coletti - per l'invito a partecipare ad un momento tanto significativo della vita di questa istituzione e della comunità che essa rappresenta.
La Provincia è la prima forma di presenza dello Stato nel territorio dopo l'esperienza storica della civiltà dei Comuni. Ma, se l'istituzione comunale nasce per rispondere ad una istanza necessaria dell'organizzazione politica nella civiltà medioevale, la Provincia ha in sé un di più dal punto di vista della cittadinanza all'interno di una realtà statale unitaria.
E' con la Provincia che il cittadino "sente" di appartenere ad una comunità più ampia, di essere soggetto di diritti e doveri legati ad un riferimento comune più alto, di rispecchiarsi nell'identità di una nazione.
La Provincia è dunque l'ente locale intermedio tra il Comune e la Regione, chiamato ad esprimere la rappresentanza, gli interessi e a promuovere lo sviluppo della propria comunità. E', al pari dello Stato e insieme agli altri Enti Locali, costitutiva della Repubblica che riconosce la sua autonomia, espressa attraverso i propri statuti, secondo i principi fissati dalla Costituzione.
Nel nuovo titolo V, parte seconda, della Costituzione, infatti, si rintracciano i pilastri di riferimento del nuovo ruolo istituzionale della Provincia:
- equiordinazione sostanziale tra tutti i livelli di governo territoriale: Comuni, Province, città metropolitane, Regioni, Stato;
- autonomia in materia di organizzazione e di funzioni svolte, col rinvio agli statuti e ai regolamenti;
- riconoscimento costituzionale dell'autonomia finanziaria, impositiva e contabile, con la previsione di risorse autonome per l'esercizio di tutte le finalità istituzionali secondo un modello di federalismo fiscale. Un aspetto che vede impegnata in particolare l'azione del governo. Ribadito dal Presidente del Consiglio lo scorso martedì in uno dei passaggi del suo intervento alle Camere. «Abbiamo bisogno - ha detto Romano Prodi - di mettere finalmente a punto un sistema di federalismo fiscale che, in un quadro di equità e di coesione nazionale, assegni ai livelli regionali e locali la necessaria autonomia finanziaria e le conseguenti responsabilità nella gestione delle risorse». E', questa, una prospettiva assolutamente condivisa e che, da parte mia, auspico si realizzi al più presto perché anche da qui passa il disegno di uno Stato più moderno, efficace e "amico" dei cittadini: il federalismo fiscale è dunque un obiettivo per cui lavorare con convinzione e con il consenso più ampio.
- e, non ultimo, il principio di sussidiarietà.
Tra le novità introdotte dalla Costituzione è questa, probabilmente, la più pregnante e quella destinata ad incidere in modo più significativo.
Prima ancora che esprimere un modo di organizzazione del potere, il principio di sussidiarietà esprime una concezione globale dell'uomo e della società, che pone al centro dell'ordinamento giuridico la persona umana, con i suoi bisogni, le sue aspirazioni, i suoi slanci: la persona considerata nella sua dimensione individuale e nella sua dimensione relazionale, all'interno del gruppo sociale in cui si colloca, sia esso la famiglia o il corpo intermedio in cui sceglierà di essere.
Quel principio, nato, dunque, sul terreno della socialità, giunge sul terreno giuridico e amministrativo per affermare che l'intervento pubblico nei confronti dei cittadini deve essere affidato all'organo dello Stato capace di offrire il servizio in maniera più efficace.
Tale principio, affermato dall'art. 118 della Costituzione, significa che le istituzioni devono tendere a creare le condizioni che permettono alla persona e alle aggregazioni sociali come la famiglia, i partiti, le associazioni,i sindacati, il mondo del volontariato, di agire liberamente senza sostituirsi ad esse nello svolgimento delle loro attività.
Il principio di sussidiarietà, dunque, traccia una linea fondamentale per l'intervento pubblico: deve essere vicino al cittadino e non deve far registrare una distanza tra il momento decisionale e il momento dell'attuazione.
Anche per questa strada otterremo un nuovo rinascimento degli enti locali, che ponga al centro il compimento di un federalismo democratico in cui il principio orientatore sia la sussidiarietà e non la reciproca indifferenza.