Cerimonia di apertura delle celebrazioni per il sessantesimo Anniversario della Costituzione della Repubblica Italiana
Signor Presidente della Repubblica,
Autorità,
ritengo questa nostra celebrazione uno dei momenti più alti della nostra vita istituzionale.
Nelle aule di questo Palazzo, il lavoro appassionato e lungimirante dei Padri costituenti ha dato vita al testo della Costituzione che fu poi promulgata dal Capo dello Stato in Senato, a Palazzo Giustiniani.
La grave situazione sociale dell'Italia dopo la guerra, e le differenze ideali fra le forze politiche, non impedirono il coagularsi e l'affermarsi di quella cultura costituzionale, maturata nel clima della Resistenza, grazie alla quale prese corpo la Costituzione italiana come patrimonio di tutti, frutto di quella che Moro definì "una felice convergenza di posizioni".
In questa Costituzione c'è "tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre speranze, le nostre gioie", ma anche il nostro futuro. In essa sono contenuti i principi e i valori che costituiscono le condizioni indispensabili di un'Italia democratica, moderna ed evoluta.
La Costituzione è, infatti, "uno degli elementi propulsivi dello sviluppo democratico del nostro Paese", che ha mantenuto attualità e capacità persuasiva, attraverso i radicali cambiamenti degli ultimi decenni, e nel confronto - anche acceso - fra le Forze politiche, sociali ed economiche.
Da lungo tempo è aperto un dibattito riformatore.
Come ho sottolineato più volte, ritengo che l'Italia necessiti di alcuni mirati adeguamenti istituzionali perché la nostra democrazia possa incidere più efficacemente di fronte ai tanti problemi che incalzano.
E questi cambiamenti sono urgenti.
Il principio democratico è il cardine del nostro ordinamento costituzionale.
Quando ci si interroga sul significato profondo di questo principio sono convinto che debba esserne sottolineato il fondamento relazionale e pragmatico, in virtù del quale le scelte e le decisioni per la comunità vanno ricercate nel confronto costante all'interno di una robusta - e anche aspra quando occorre - competizione dialettica fra le diverse forze politiche, senza
imposizioni di verità ritenute assolute.
Attraverso un percorso continuo di crescita, e con il contributo democratico di tutti, ritengo sia possibile dare attuazione più forte e incisiva a molti dei potenziali contenuti dei principi costituzionali.
Nel nostro Paese molti principi e valori costituzionali si sono, senza dubbio, radicati e innervati nei comportamenti e nel comune sentire, nella consapevolezza di vivere in un ordinamento pluralista e democratico, e con un vivo senso del rispetto dei diritti individuali e collettivi.
Principi costituzionali che pongono sullo stesso piano i diritti politici e i diritti sociali, per consentire ad ogni cittadino l'uguale partecipazione alla vita politica, indipendentemente dalla propria condizione economica.
Certamente molto va ancora fatto - specie in relazione ad una più diffusa coscienza dell'equilibrio fra diritti e doveri di ogni cittadino - avendo più chiare le sfide straordinarie che vive la società italiana verso l'integrazione europea e la globalizzazione.
Tra i campi di impegno costituzionale da sviluppare, non posso non sottolineare quello del lavoro, che è fondamento della nostra Repubblica, da intendersi come mezzo di libertà, di identità, di crescita personale e comunitaria, di inclusione e di coesione sociale, di responsabilità individuale verso la società.
Auguro che questa seduta solenne, e l'anno di celebrazioni che si apre, possano costituire un'altra stagione importante della nostra crescita civile e democratica, per valorizzare ancora tutte le risorse e le capacità del nostro straordinario Paese.