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Comunicati stampa del Senato

Ue: Pera alla Faz . Ampio ritratto-intervista sul quotidiano di Francoforte alla vigilia della firma del Trattato europeo

Alla vigilia della firma del Trattato costituzionale europeo che avverra a Roma venerdi mattina la Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ) dedica al Presidente del Senato, Marcello Pera, un ampio ritratto-intervista, intitolato firmato dal caporedattore esteri Klaus-Dieter Frankenberger, - il testo e stato anticipato dalla Presidenza del Senato - a cui Pera affida i suoi timori sulla incapacita "identitaria" delle istituzioni e dei circoli europei. , scrive Frankenberger. "La nostra origine, la nostra eredita giudaico-cristiana l'abbiamo dimenticata; dice Pera, non abbiamo nemmeno avuto la forza di nominarla nella Costituzione europea". E la differenziazione nei confronti dell'America sarebbe comunque in negativo e non adatta a darci la sicurezza e la forza per difendere il nostro sistema di valori. Questa mancanza, rassegnata e rivelatrice di un'indifferenza morale, ad adoperarsi per le proprie cose, - prosegue la FAZ - secondo il Presidente del Senato - e profondamente deplorevole. Egli ritiene di intravedere questo atteggiamento nel rifiuto da parte di molti governi europei di partecipare alla stabilizzazione dell'Iraq. Quello che invece sta facendo l'Italia di Silvio Berlusconi. Gli Stati Uniti sarebbero stati messi ripetutamente alla gogna dell'unilateralismo; recentemente la Risoluzione ONU 1546 ha chiesto alla comunita internazionale di contribuire alla ricostruzione, alla preparazione delle elezioni e di garantire la sicurezza. E cos'e successo, chiede Pera? Nulla. I multilateralisti, autoproclamatasi tali, finora sarebbero rimasti in larga misura inattivi, anche se esiste il progetto di stabilizzazione dell'Iraq in un quadro multilaterale. Il Presidente si chiede quali sono le ragioni di questo atteggiamento. In occasione di un seminario tenuto dal partito nel mese di settembre Pera ha detto che l'Europa non ha capito nulla. "Dopo aver tanto invocato l'ONU, l'Europa non ha fatto un passo quando l'ONU si e finalmente mossa." Secondo il Presidente e chiaro cos'e la questione nell'Iraq: "Per i terroristi e il fronte della guerra santa. Per noi in occidente e il fronte della resistenza contro la guerra santa." Essere sconfitti su questo fronte secondo Pera significherebbe abbandonare un paese al fondamentalismo, esporre il popolo iracheno a una dittatura teocratica, destabilizzare un'intera regione e inasprire il conflitto israelo-palestinese>. Nel suo studio a Roma, Marcello Pera tenta di trovare una spiegazione, analizzando l'origine di questa reticenza politica. Secondo Pera - che come Presidente del Senato italiano e la seconda carica dello Stato e che dopo l' "11 settembre" afferma di aver percepito in Europa una "sindrome di Monaco", vale a dire l'effetto sedativo, in ambito politico, di una mentalita di appeasement - pare singolare evitare il termine guerra quando i terroristi e la propaganda promossa dagli ambienti islamisti non mancano un'occasione per parlare di "guerra santa". "Evidentemente una guerra c'e, dice Pera, che lo si voglia o meno, e a prescindere dalle definizioni">. L'articolo continua sul timore, individuato da Pera , di evitare il parlare di guerra: .



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