Un Senato senza segreti. Meno politica, piu cultura
Comincia con una battuta:
«La prima questione che mi si pose dopo l'elezione fu "cosa fare" per il Senato a parte suonare il campanello e dirigere il traffico dei colleghi».
In realtà il progetto del presidente Marcello Pera è figlio del suo «vero» lavoro di studioso, di filosofo della scienza che ama il giornalismo:
«Fare di palazzo Madama un luogo di alta cultura, di elaborazione di idee e riflessioni dopo l'aula, oltre l'aula o addirittura prima dell'aula. Toglieremo le nostre carte dalla polvere degli scaffali e le metteremo a disposizione del pubblico: sono certo che si scoprirà tanto materiale di straordinario interesse politico e intellettuale».
Le iniziative avviate da Pera sono numerose. La più vicina è quella delle lectures, ovvero lezioni di alto profilo su temi di attualità che si terranno nella sala Zuccari di palazzo Giustiniani, sede della presidenza del Senato:
«Coi miei collaboratori cominciammo a parlarne ad aprile. Sarebbe bene, ci dicemmo, analizzare i temi che attraversano non solo l'Italia ma il mondo: globalizzazione, bioetica, futura Europa, scontro tra civiltà. Il primo ad accettare, con mio particolare e personale piacere, è stato Giovanni Agnelli: non è persona, si sa, che tenga facilmente conferenze in giro per il mondo».
Vi rivolgerete solo ai senatori?
«I testi verranno pubblicati e messi a disposizione del mondo della cultura. Ma i dibattiti serviranno indubbiamente ai politici: spesso certe questioni vengono trattate frettolosamente perché bisogna decidere rapidamente, magari ci si affida alle provocazioni che appaiono sui giornali. Meglio un'informazione giusta e soprattutto di prima mano».
Poi ci saranno i convegni, ancora nella sala Zuccari. Che genere di appuntamenti?
«A maggio celebreremo il centenario della nascita di Karl Popper analizzando il complesso rapporto che l'Italia ebbe col suo lavoro. Prima la tardiva scoperta, poi l'oblio... abbiamo invitato Dario Antiseri, Pier Luigi Barrotta, Raimondo Cubeddu, Silvano Tagliagambe. Ad ottobre ci occuperemo del cinquantenario della morte di Benedetto Croce. Ma non del Croce filosofo. Studieremo l'uomo attivo alla nascita della Repubblica, i suoi sforzi per rimettere in piedi una classe dirigente: se ne occuperanno Piero Craveri, Fulvio Tessitore, Girolamo Cotroneo, Gennaro Sasso».
La tradizionale collana dedicata ai discorsi parlamentari avrà una nuova appendice:
«Conserveremo quella tradizionale. Ma con la casa editrice Il Mulino affronteremo un nuovo lavoro. Ho pensato ad antologie di discorsi scelti tra i più significativi di un personaggio e commentati da uno specialista. Per esempio una su Amintore Fanfani e curata da Piero Craveri, una su Gaetano Mosca affidata ad Angelo Panebianco, un'altra su Salvatore Valitutti analizzata da Francesco Perfetti. Seguiranno Cesare Merzagora, Luciano Lama, Roberto Lucifero». Una seconda collana, destinata a una divulgazione ancora più ampia, riguarderà i grandi dibattiti parlamentari: «Saranno confronti in aula fondamentali per la nostra storia. Penso al dibattito sulla guerra del '15-'18, se ne occuperà Giovanni Sabbatucci. Ernesto Galli della Loggia affronterà il confronto sul delitto Matteotti, Francesco Mar-giotta Broglio studierà il Concordato, Augusto Barbera studierà la riforma elettorale nel periodo repubblicano».
L'ultima scommessa di Pera riguarda la biblioteca, l'archivio, i fondi, il rapporto con la «gente comune», cioè studenti ricercatori:
«L'ho già detto, mi piace l'idea di sottrarre alla polvere e al chiuso ciò che possediamo. Entro il 2003 apriremo al pubblico l'archivio del Senato. Abbiamo già individuato un salone a palazzo Madama: il materiale fino a tutto il periodo liberale, cioè fino all'inizio del fascismo, è ordinato ma ho già disposto un lavoro su quello successivo: il personale sta impiegando molte energie e mostra grande disponibilità».
L'operazione riguarderà anche i fondi storici?
«Grazie alla collaborazione con la signora Maria Pia e con la fondazione abbiamo acquisito tutte le carte Fanfani, una miniera sull'Italia del centro-sinistra. Il pieno accordo con la famiglia Leone ha permesso l'arrivo di tutto il materiale dell'ex presidente compreso il memoriale cui stava lavorando fino alle ultime ore di vita: e penso cosa potremo capire del caso Moro visto dal Quirinale...».
Anche i lasciti saranno consultabili dal pubblico?
«Certo. Ognuno avrà una propria sala».
Infine la biblioteca, che tra l'altro ospita preziosi statuti comunali dal tardomedioevo al XVIII secolo e la più vasta raccolta di giornali d'Italia:
«La apriremo sempre entro il 2003 nella nuova sede di palazzo Fonseca in piazza della Minerva che fu acquistato da Giovanni Spadolini, e a lui la intitoleremo».
Qual è il senso ultimo delle proposte, presidente?
«Dare l'immagine di un Senato che guarda all'alta cultura ma si apre, mette a disposizione se medesimo e continua la tradizione. L'Europa costringerà a rimappare istituzioni comunitarie e locali, soprattutto lì dove c'è un bicameralismo perfetto come in Italia. Vorrei aiutare a capire cosa è un Senato, come si qualifica». Qual è l'ipotesi che sceglierebbe per il futuro della sua assemblea? «Il Senato ha una grande storia, perciò vogliamo raccontarla. Più di una Camera delle autonomie mi piace la prospettiva di un Camera alta destinata alla riflessione. Secondo me sarebbe utile anche per l'Europa».