62ª Seduta pubblica
Martedì 9 luglio 2013 alle ore 16:33
L'Assemblea ha proseguito l'esame del ddl costituzionale n. 813, nel testo proposto dalla Commissione che reca istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali, e del connesso ddl costituzionale n. 343.
Il disegno di legge prevede l'istituzione di un Comitato parlamentare, composto da venti deputati e venti senatori, nominati dai Presidenti delle Camere tra i componenti delle Commissioni affari costituzionali dei due rami del Parlamento, su designazione dei Gruppi. Il Comitato è chiamato a esaminare in sede referente i progetti di legge costituzionale relativi ai Titoli I, II, III e V della parte seconda della Costituzione, nonché i conseguenti progetti di legge ordinaria di riforma dei sistemi elettorali. Ogni progetto di legge deve essere omogeneo, autonomo e coerente dal punto di vista sistematico. E' fissato un termine di diciotto mesi per la conclusione dei lavori: al Comitato sono riservati 6 mesi per completare il lavoro in sede referente; ciascun ramo del Parlamento ha tre mesi di tempo per esaminare i progetti di legge e l'intervallo tra la prima e la seconda deliberazione è ridotto a 45 giorni. E' prevista, infine, la possibilità di un referendum confermativo anche nel caso in cui il testo sia approvato a maggioranza dei due terzi delle Camere.
Nella seduta antimeridiana la relatrice, senatrice Finocchiaro (Pd), ha illustrato il contenuto del progetto presentato dal Governo e le modifiche approvate in Commissione. Sono state respinte le questioni pregiudiziali del Movimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia e Libertà ed è iniziata la discussione generale, che è proseguita nel pomeriggio con gli interventi dei senatori: Tocci, Isabella Del Monte, Doris Lo Moro (PD); Falanga, Federica Chiavaroli, Maria Elisabetta Alberti Casellati, Carraro (PdL); Adele Gambaro (Misto); Uras, Alessia Petraglia (Misto-SEL); Compagna (GAL); Patrizia Bisinella (LN-Aut); Crimi (M5S).
Contrari alla procedura straordinaria di revisione, Movimento 5 Stelle e SEL, secondo i quali l'ingegneria istituzionale è un alibi per la politica, incapace di affrontare le sue inadeguatezze. I Gruppi di opposizione hanno inoltre criticato la deroga del testo costituzionale perché contravviene al carattere rigido della Carta fondamentale, comprime i lavori delle Camere, riduce le prerogative parlamentari. Con qualche dissenso interno, il PD ha espresso invece apprezzamento per un testo che, rispetto all'ipotesi originaria, affida esclusivamente alle Camere la revisione costituzionale e appare più rispettoso dello spirito dell'articolo 138. Il PdL ha posto l'accento sulla necessità di modernizzare le istituzioni per rilanciare la competitività del Paese e affrontare le sfide del mercato mondiale. Scelta Civica ha espresso la convinzione che la revisione della forma di governo sia la priorità del processo riformatore. Grandi Autonomie e Libertà ha ricordato i limiti della riforma, votata dalla sola maggioranza, del titolo V della Costituzione. La Lega Nord ha criticato l'ideologia conservatrice dell'intangibilità della Costituzione del 1948.
Intervenendo in replica, la relatrice, senatrice Finocchiaro (PD), ha annunciato la presentazione di emendamenti per precisare meglio gli ambiti di competenza del Comitato.
Il Ministro per le riforme istituzionali Quagliarello ha ricordato che il disegno di legge costituzionale d'iniziativa governativa ha abbandonato l'ipotesi originaria di una Convenzione con funzione redigente e di un'unica lettura del Parlamento in seduta comune, per recepire i contenuti della mozione approvata dal Parlamento lo scorso 29 maggio. Il Governo ha legato il suo destino alla revisione della Costituzione, nella consapevolezza che alcuni interventi sono imprescindibili per superare una crisi economica e istituzionale che perdura da tempo. Il Ministro Quagliarello ha ricordato che l'autonomia parlamentare non può essere disgiunta dalla collaborazione con l'Esecutivo; ha quindi ribadito che la legge elettorale ha una connessione sistematica con la forma di governo e ha precisato che, in tema di riforma della giustizia, le proposte dei saggi sono il riferimento del Governo.
La votazione degli articoli e degli emendamenti è rinviata alla seduta antimeridiana di domani.