50ª Seduta pubblica
Martedì 25 giugno 2013 alle ore 16:02
Dopo le comunicazioni rese dal Presidente del Consiglio Letta in vista del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno, l'Assemblea ha approvato la proposta di risoluzione n. 5, sottoscritta dai senatori Zanda (PD), Schifani (PdL), Susta (SCpI), Ferrara (GAL), Nencini (Aut-PSI), che impegna il Governo a portare a termine, nel semestre di presidenza italiana dell'UE, il processo riformatore sui temi della crescita, dell'occupazione e dell'unione economica e monetaria; a sostenere il potenziamento della dotazione finanziaria dell'UE in funzione di politiche anticicliche; a verificare la possibilità di destinare ulteriori risorse, rispetto ai 6 miliardi stanziati nell'ambito del Fondo sociale europeo, al contrasto della disoccupazione giovanile; a favorire l'armonizzazione delle regole per la gestione delle crisi bancarie; a valorizzare il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese; a sostenere iniziative concrete di politica industriale europea e l'attribuzione alla BCE di un ruolo attivo a sostegno della crescita; a dare rapida attuazione alle raccomandazioni indirizzate all'Italia in tema di equilibri di finanza pubblica, riforme strutturali, settore bancario, mercato del lavoro, riduzione della pressione fiscale, apertura del mercato nei settori dei servizi.
A seguito del parere favorevole del Governo, che ha chiesto modifiche, sono state accolte anche la proposta di risoluzione n. 1, del senatore Bitonci (LN-Aut) e altri, che impegna il Governo a reperire risorse da destinare alla riduzione del costo del lavoro, ad attuare politiche di flexicurity, a incentivare l'imprenditoria giovanile, a promuovere una revisione dell'architettura europea per rispondere più efficacemente alle urgenze determinate dalla crisi economica, e la proposta di risoluzione n. 4, del senatore Calderoli (LN-Aut), che impegna il Governo a verificare in sede europea la compatibilità di un intervento d'urgenza per sospendere l'aumento dell'Iva.
Le proposte di risoluzione delle opposizioni hanno avuto parere contrario e sono state respinte.
L'Europa - ha ricordato il Presidente del Consiglio nelle comunicazioni introduttive - stenta a uscire dalla recessione ed è ancora esposta a tensioni finanziarie: per sottolineare l'anima sociale del vecchio continente e contrastare populismi e xenofobie, il Governo italiano ha chiesto e ottenuto l'inserimento nell'agenda europea del tema della lotta alla disoccupazione giovanile. Nel prossimo vertice di Bruxelles si svolgerà un duro confronto politico che riguarderà, oltre alle misure per rilanciare l'occupazione, il sostegno alle piccole e medie imprese, l'utilizzo dei fondi strutturali e l'unione bancaria. L'Italia chiederà che l'Europa mobiliti in tempi brevi tutte le risorse disponibili per migliorare i servizi all'impiego, promuovere la formazione e la ricerca, favorire la mobilità europea dei giovani. Gli stanziamenti del fondo sociale europeo e dei fondi strutturali dovranno essere concentrati nei primi due anni. Grazie all'aumento di capitale di 10 miliardi, la Banca europea per gli investimenti dovrà agire come leva per rilanciare investimenti produttivi, riattivare il credito alle piccole e medie imprese e contrastare la frammentazione finanziaria. Tra le decisioni del Consiglio europeo ci sarà anche l'uscita dell'Italia dalla procedura per deficit eccessivo. Con le norme per l'accelerazione della giustizia civile, il disegno di legge sulle semplificazioni e il decreto fare, il Governo italiano, che è impegnato a ridurre le procedure di infrazione, sta dando attuazione alle sei raccomandazioni trasmesse dalla Commissione europea. Il Presidente Letta ha rilevato che il percorso sulla via del rafforzamento della governance europea è ancora accidentato: l'Italia si batterà perché sia rispettato il calendario per completare l'unione bancaria e avere un meccanismo comune per la soluzione delle crisi. Da ultimo, il Consiglio europeo prenderà decisioni importanti in tema di allargamento, accogliendo la Croazia e la Lettonia e avviando l'esame della domanda della Serbia. Nel 2014 durante il suo semestre di presidenza l'Italia - ha preannunciato il premier - si adopererà per realizzare gli Stati Uniti d'Europa.
Nella discussione sono intervenuti i senatori: Casini (SCpI); Chiti, Maria Grazia Gatti, Mauro Marino (PD); Compagna (GAL); Vacciano, Santangelo, Sara Paglini (M5S); Panizza (Aut-PSI); De Cristofaro (Misto-SEL); Volpi (LN-Aut); Carraro (PdL).
In sede di replica, il Presidente Letta ha escluso un allentamento dei vincoli sul bilancio e ha previsto che, entro la fine dell'anno, i pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione e la tenuta dei tassi di interesse avranno effetti positivi sul bilancio dello Stato. Nel 2014 l'Italia avrà dunque le carte in regola per svolgere un ruolo incisivo nel rilancio dell'unione politica europea.
Il Governo non ha accolto le proposte di risoluzione del Movimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia e Libertà. La proposta n. 2, del senatore Morra (M5S) e altri, impegnava il Governo a porre in essere misure sul piano nazionale per razionalizzare gli strumenti di sostegno al reddito, introdurre la figura del tirocinante a tempo pieno e diffondere il contratto di apprendistato, ridurre la pressione fiscale per le aziende che investono in Italia, prevedere il credito d'imposta a sostegno dell'occupazione, razionalizzare i servizi all'impiego e riformare la formazione professionale. La proposta di risoluzione n. 3, del senatore Cristofaro (Misto-SEL) e altri, impegnava il Governo a sostenere la radicale modifica del Fiscal compact, a rimodulare le scadenze per il pareggio di bilancio e la riduzione del debito, a rinegoziare lo scorporo degli investimenti dai vincoli di bilancio, a proporre un social compact volto a correggere gli squilibri delle bilance commerciali e ad avviare una trasformazione sociale ed ecologica del modello di sviluppo europeo.
Le dichiarazioni di voto sono state svolte dai senatori: Panizza (Aut-PSI), Ferrara (GAL), De Cristofaro (Misto-SEL), Bitonci (LN-Aut), Monti (SCpI), Nunzia Catalfo (M5S), Anna Maria Bernini (PdL), Martini (PD).