607ª Seduta pubblica
Mercoledì 13 aprile 2016 alle ore 09:30
A conclusione della discussione di mozioni sulla parziale privatizzazione di Ferrovie dello Stato Italiane, l'Assemblea ha approvato la mozione del PD e, con una modifica, la mozione di Forza Italia. Respinte le mozioni di SI-SEL, M5S e LN. Approvato anche l'ordine del giorno G1 del sen. Candiani (LN) che impegna il Governo ad accompagnare il piano di cessione di quote pubbliche con un piano di investimenti per l'alta velocità e il trasporto locale.
Tutte le mozioni presentate ricordano l'importanza strategica di FS che, con un fatturato di 8,4 miliardi di euro, è la seconda azienda italiana per investimenti; evidenziano inoltre che lo schema di decreto del Governo sui criteri di privatizzazione e dismissione è lacunoso, non sostenuto da un'adeguata analisi degli effetti e privo di garanzie per il servizio di pubblica utilità.
La sen. De Petris (SI-SEL), illustrando la mozione n. 469 (testo 2), ha ricordato che le privatizzazioni non sono garanzia di sviluppo, efficienza e competitività; al contrario, in Italia, tali processi sono stati caratterizzati da fallimenti e operazioni poco trasparenti. FS ha un'enorme potenziale di sviluppo, che andrebbe garantito con la riconversione ecologica e tecnologica: il progetto di privatizzazione dovrebbe, quindi, essere valutato dal Parlamento nei suoi risvolti economici, industriali, occupazionali e sociali. La mozione impegna il Governo a non adottare in via definitiva il decreto n. 251 e a riconsiderare l'opportunità di procedere all'operazione.
Anche il sen. Scibona (M5S), illustrando la mozione n. 543, ha argomentato la necessità di subordinare il processo di privatizzazione ad un ampio confronto con il Parlamento, basato su un'analisi seria degli effetti attesi e - richiamato il caso di Poste Italiane - ha sottolineato che la scelta di privatizzare per ridurre lo stock di debito è perdente. La mozione impegna il Governo a informare il Parlamento sugli obiettivi industriali, a investire per ammodernare le linee esistenti e riqualificare il trasporto regionale, a monitorare il rispetto degli obblighi del servizio pubblico, a garantire, ove un soggetto privato faccia ingresso nel capitale della società, trasparenza, imparzialità, tutela dell'interesse pubblico.
Il sen. Crosio (LN), illustrando la mozione n. 511, ha osservato che la parziale privatizzazione di FS non dovrebbe essere un'operazione finanziaria, dovrebbe essere invece occasione di rilancio per il trasporto ferroviario del Paese e prevedere clausole di salvaguardia per gli utenti. La mozione impegna a rendere noti i dettagli del progetto, a tenere informato il Parlamento, anche per evitare che siano ceduti gli asset a maggior redditività e siano mantenuti in mano pubblica i rami diseconomici; a inserire nei contratti di servizio clausole di impegno per il potenziamento delle adduttrici del Gottardo e delle linee transeuropee.
Il sen. Gibiino (FI-PdL) ha illustrato la mozione n. 545 che impegna il Governo a fornire un'analisi dei benefici dell'operazione; ad adottare iniziative per garantire che il processo abbia positive ricadute industriali e occupazionali; a vincolare parte delle risorse rivenienti dalla cessione a investimenti, anche per superare il gap tecnologico tra Nord e Sud del Paese; a migliorare il servizio rivolto all'utenza pendolare.
Il sen. Sonego (PD), illustrando la mozione n. 550, ha affermato che la parziale privatizzazione si inserisce in un quadro di risanamento ed efficientamento e di trasformazione della società in un gruppo multinazionale. La mozione impegna il Governo a sottoporre al Parlamento tutti i passaggi del processo, a definire un piano industriale atto a fare del gruppo FS un protagonista del trasporto europeo e una leva di modernizzazione; ad assicurare la pubblicità della rete infrastrutturale e l'indipendenza del gestore; a garantire l'accesso equo degli operatori alla rete; a prevedere un programma di investimenti.
Dopo gli interventi dei sen. Borioli (PD), Orellana (Aut) e Uras (Misto), il Vice Ministro dell'economia Morando si è dichiarato contrario alle mozioni di SI-SEL, M5S e LN perché esprimono un giudizio negativo sulle privatizzazioni; ha invece accolto la mozione del PD e l'ordine del giorno del sen. Candiani (LN) e ha chiesto a FI-PdL di espungere dalla sua mozione l'impegno sulla destinazione di una parte delle risorse agli investimenti, anziché alla riduzione del debito pubblico. Il Vice Ministro ha precisato che il Governo, d'accordo con il gruppo dirigente di FS, ha deciso di rinviare al 2017 la privatizzazione, procedendo prima ad un riassetto e alla definizione di un piano industriale; poiché il DEF prevede che nel 2016 le privatizzazioni contribuiscano per lo 0,4 per cento del Pil alla riduzione del volume del debito, il Governo dovrà trovare una soluzione alternativa. Il Vice Ministro ha affermato, infine, che le privatizzazioni non hanno solo lo scopo di fare cassa: obiettivi del Governo sono anche il rafforzamento patrimoniale delle società pubbliche e l'investimento del risparmio privato sul capitale di rischio delle imprese.
Nelle dichiarazioni di voto hanno preso la parola i sen. Crosio (LN), D'Anna (AL-A), Cervellini (SI-SEL), Mancuso (AP), Scibona (M5S), Gibiino (FI-PdL), Filippi (PD), Maurizio Rossi (Misto).
L'Assemblea ha avviato l'esame del ddl n. 2312, già approvato dalla Camera, di ratifica ed esecuzione dei seguenti accordi in materia ambientale: a) Emendamento di Doha al Protocollo di Kyoto alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, fatto a Doha l'8 dicembre 2012; b) Accordo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e l'Islanda, dall'altra, per quanto concerne la partecipazione dell'Islanda all'adempimento congiunto degli impegni dell'Unione europea, dei suoi Stati membri e dell'Islanda per il secondo periodo di impegno del Protocollo di Kyoto della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, fatto a Bruxelles il 1° aprile 2015; c) Protocollo relativo alla cooperazione in materia di prevenzione dell'inquinamento provocato dalle navi e, in caso di situazione critica, di lotta contro l'inquinamento del Mare Mediterraneo, fatto alla Valletta il 25 gennaio 2002; d) Decisione II/14 recante emendamento alla Convenzione sulla valutazione dell'impatto ambientale in un contesto transfrontaliero, fatta ad Espoo il 25 febbraio 1991, adottata a Sofia il 27 febbraio 2001; e) Decisione III/7 recante il secondo emendamento alla Convenzione sulla valutazione dell'impatto ambientale in un contesto transfrontaliero, fatta ad Espoo il 25 febbraio 1991, adottata a Cavtat il 1°- 4 giugno 2004; f) Protocollo sulla valutazione ambientale strategica alla Convenzione sulla valutazione dell'impatto ambientale in un contesto transfrontaliero, fatta ad Espoo il 25 febbraio 1991, fatto a Kiev il 21 maggio 2003.
Dopo la relazione, dei sen. Pegorer e Caleo (PD), i quali hanno evidenziato la necessità di approvare rapidamente il ddl per sottoscrivere il Trattato di Parigi, ha preso la parola il sen. D'Alì (FI-PdL), il quale ha criticato l'inserimento di sei ratifiche nell'articolo 1 di un unico ddl. Ha rilevato, inoltre, che le norme di adeguamento interno conseguenti al Trattato di Doha dovrebbero essere esaminate separatamente. Ha evidenziato infine l'importanza del protocollo contro l'inquinamento del Mediterraneo che dovrebbe essere operativo dal 2004.
Il Governo ha accolto l'ordine del giorno G101 del sen. Martelli (M5S) e, con riformulazioni, gli ordini del giorno G100 del sen. D'Alì (FI-PdL), e G102 del sen. Compagnone (AL-A).