602ª Seduta pubblica
Giovedì 31 marzo 2016 alle ore 16:00
La seduta è dedicata allo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
Sul primo argomento, attuazione ed effetti del jobs act, i sen. Angioni (PD), Malan (FI-PdL), Nunzia Catalfo (M5S), Campanella (SI-SEL), Barani (AL-A), Divina (LN) e Zizza (CoR) hanno formulato domande rispetto alle politiche attive del lavoro, la spesa collegata alla riforma del mercato del lavoro, la manipolazione dei dati relativi all'occupazione, i voucher, le frodi connesse alla trasformazione del contratto a tempo determinato, il mancato decollo dell'agenzia nazionale e dei centri dell'impiego, sulle conseguenze della fine dell'esonero contributivo, sul crollo delle assunzioni nel gennaio 2016.
Il Ministro Poletti ha ricordato che obiettivi della riforma erano: ridurre la precarietà, stabilire regole certe e chiare per il lavoro, passare dagli ammortizzatori sociali alle politiche attive. Le nuove norme sulle tutele crescenti e le misure di decontribuzione hanno portato i contratti a tempo determinato dal 15 al 22 per cento. Al termine del triennio, quando verrà meno la decontribuzione, il contratto a tempo indeterminato sarà incentivato dal fatto che costerà meno del contratto a tempo determinato. Secondo il Ministro l'uso dei voucher ha prodotto l'emersione di lavoro nero; il fenomeno riguarda soprattutto turismo, servizi e commercio, settori che ricorrevano in precedenza al lavoro a chiamata; il Governo intende comunque restringere l'uso dei voucher con regole più stringenti. Il Ministro ha ricordato, infine, che le politiche attive sono di competenza delle Regioni e ha assicurato che l'Agenzia nazionale sta per decollare.
M5S e SI-SEL si sono dichiarati insoddisfatti: l'Italia è il Paese europeo con il maggior livello di flessibilità in uscita e il minor sostegno al reddito; la riforma stabilizza la precarietà, trasformando il contratto a tempo indeterminato in un contratto che consente di licenziare il lavoratore in qualsiasi momento. Anche FI-PdL e CoR si sono dichiarati insoddisfatti: i costi della riforma sono superiori ai benefici e gli effetti positivi verranno meno con la fine della decontribuzione.
Sul secondo argomento, prospettive di revisione del sistema pensionistico, i sen. Nicoletta Favero (PD), Malan (FI-PdL), Puglia (M5S), Alessandra Bencini (Misto-IdV), Barani (AL-A), Divina (LN) e Zizza (CoR) hanno avanzato domande sugli annunciati tagli alle pensioni e l'eventuale passaggio delle pensioni di reversibilità dalla previdenza all'assistenza, sul regime dei lavoratori stagionali e il ricongiungimento dei contributi, sui benefici previdenziali per le lavoratrici madri, sulle politiche per il ricambio generazionale, sulla revisione della legge Fornero che ha prodotto esodati e blocco delle assunzioni giovanili, sulla tutela dei diritti acquisiti.
Il Ministro Poletti ha negato che siano allo studio del Governo tagli alle pensioni e interventi sulle pensioni di reversibilità. Ha affermato che la legge Fornero contiene elementi sbagliati, mancando di gradualità; occorre dunque riconsiderare le regole previdenziali, tenendo però fermi tre obiettivi: sostenibilità ed equità del sistema, rispetto dei vincoli europei, compatibilità con la situazione della finanza pubblica. Il Ministro ha rilevato che la flessibilità in uscita, per essere praticabile, richiede un'analisi attenta. Ha assicurato, infine, attenzione alle proposte relative al part-time nell'ultimo periodo lavorativo, all'uscita anticipata per i lavori usuranti, ai benefici per la maternità, la ricongiunzione dei contributi.