598ª Seduta pubblica
Mercoledì 23 marzo 2016 alle ore 09:31
L'Assemblea ha ripreso l'esame, nel testo proposto dalla Commissione, del ddl n. 1870, delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale, già approvato dalla Camera dei deputati.
L'articolo 1 delega il Governo ad adottare, entro un anno, uno o più decreti di riforma del Terzo settore, al fine di sostenere l'autonoma iniziativa dei cittadini che concorrono, anche in forma associata, a perseguire il bene comune, ad elevare i livelli di cittadinanza attiva, di coesione e protezione sociale. Per Terzo settore si intende il complesso di enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, che promuovono e realizzano, in attuazione del principio di sussidiarietà, attività di interesse generale mediante forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione o scambio di beni o servizi.
Nella seduta di ieri si è svolta la discussione generale e sono stati approvati con emendamenti i primi quattro articoli.
Nella seduta odierna l'Assemblea ha approvato l'articolo 5 che riguarda le attività di volontariato, promozione sociale e mutuo soccorso. La Commissione ha introdotto criteri specifici per favorire le organizzazioni di soli volontari e per rivedere il sistema, la gestione e la programmazione dei centri di servizio per il volontariato. Il sistema degli Osservatori sarà superato con l'istituzione del Consiglio nazionale del terzo settore. In Aula sono stati approvati gli emendamenti del relatore 5.210 e 5.274 e gli emendamenti 5.205 del sen. Cuomo (PD), 5.272 della sen. Petraglia (SI-SEL) e 5.234 della sen. Dirindin (PD). L'emendamento 5.205, approvato in un testo diverso da quello chiesto dal relatore, richiama il riconoscimento delle tutele dello status di volontario e la specificità delle organizzazioni di volontariato ai sensi della legge n. 266 del 1991 e di quelle operanti nella protezione civile. L'emendamento 5.210 prevede l'introduzione di criteri e limiti al rimborso delle attività dei volontari, preservandone la gratuità. L'emendamento 5.234 prevede che gli enti del terzo settore possano concorrere alla gestione, oltre che alla costituzione, dei centri di servizio per il volontariato. L'emendamento 5.272 prevede la soppressione dell'aggettivo "unitario" riferito al Consiglio nazionale del terzo settore quale organismo di consultazione. L'emendamento 5.274 precisa che la previsione di requisiti uniformi si riferisce agli osservatori regionali all'interno del registro unico nazionale.
L'Assemblea è poi passata all'esame dell'articolo 6: esso precisa che l'impresa sociale, quale organizzazione che destina i propri utili prioritariamente allo svolgimento delle attività statutarie in analogia con le cooperative a mutualità prevalente, adotta modalità di gestione responsabili e trasparenti, favorisce il coinvolgimento dei dipendenti e utenti, rientra a pieno titolo nel complesso degli enti del Terzo settore. Dopo che a favore della soppressione dell'articolo si sono pronunciati i sen. Luigi Marino (AP), Crimi (M5S), Falanga (AL), Petraglia (SI-SEL), D'Ambrosio Lettieri (CoR), Consiglio (LN) e D'Alì (FI-PdL), il Sottosegretario Pizzetti ha chiesto l'accantonamento dell'articolo 6. I senatori contrari all'articolo hanno argomentato che esso rende più capitalistica l'impresa sociale, generando confusione con la cooperazione sociale e alterando la concorrenza. Secondo il relatore Lepri (PD) e il Sottosegretario di Stato Bobba l'impresa sociale istituita dalla legge n. 155 del 2005 non è decollata: il fine della delega è rilanciarla, prevedendo forme miste pubblico-privato ed estendendo i benefici fiscali delle cooperative. La Commissione affari costituzionale del Senato ha però introdotto limiti alla remunerazione del capitale. Dopo l'approvazione della proposta di accantonamento, i sen. Palma (FI-PdL) e Volpi (LN) hanno rilevato che la maggioranza di governo è mutata: il Gruppo AL-A ne fa parte organicamente.
All'articolo 7, che riguarda le funzioni di vigilanza, monitoraggio e controllo pubblico degli enti del Terzo settore, è stato approvato l'emendamento del relatore 7.228: prevede che il Ministero del lavoro promuove forme di autocontrollo degli enti del terzo settore sulla base di apposito accreditamento delle reti associative di secondo livello, anziché sulla base di convenzioni. Secondo M5S e FI-PdL la mancata previsione di forme di controllo efficaci e indipendenti aumenta il sospetto che il Governo voglia appropriarsi del Terzo settore. La Presidenza ha stabilito che la votazione dell'articolo nel complesso avverrà dopo l'approvazione dell'articolo 6.
Approvata la proposta del sen. Schifani (AP) di riprendere l'esame dell'articolo 6, il relatore sen. Lepri (PD) ha rettificato il parere già espresso, dichiarandosi favorevole all'emendamento 6.230 della sen. Dirindin (PD) che prevede forme di remunerazione del capitale sociale nei limiti massimi previsti per le cooperative a mutualità prevalente. Nonostante l'invito del Capogruppo sen. Schifani (AP) a ritirare l'emendamento, il sen. Luigi Marino (AP) ha mantenuto la proposta di sopprimere l'articolo 6, che è stata respinta. Respinto anche l'emendamento del sen. Endrizzi (M5S), volto a precisare che l'impresa sociale deve impiegare i profitti esclusivamente per perseguire obiettivi sociali. Nella votazione dell'emendamento 6.202 del sen. Galimberti (FI-PdL), volto a distinguere nettamente l'attività sociale dall'attività commerciale, prevedendo che gli utili siano destinati esclusivamente, anziché prioritariamente, alle attività statutarie, è mancato il numero legale. Apprezzate le circostante il seguito dell'esame è stato rinviato ad una data che sarà decisa dalla Conferenza dei Capigruppo, convocata mercoledì 30 marzo alle ore 10.